Capitolo 16

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Non ho il tempo neanche di voltarmi, Kian è già lontano da me. È scomparso dalla mia vista lasciandomi sola e sgomenta.
Ho gli arti paralizzati, ma devo comunque sforzarmi e raggiungere il campo di battaglia.
Cerco disperatamente Joanna. Sono tutti trasformati in lupi e non riesco a capire chi sia chi.
Mi guardo attorno: sono l'unica umana, mezza umana. Nessuno mi vede, sono tutti concentrati a combattere, a difendersi.
In un attimo una figura scura sta per piombarmi addosso, un vampiro. Qualcun altro mi salva portandomi via da quella guerra che imperversa senza indugio.
Joanna riprende il suo corpo umano e afferra una mia mano trasportandomi via. È la mia salvatrice, la mia eroina.
Per fortuna nessun vampiro ci ha inseguite.

- Perché sparisci sempre? -.

Le sue parole, però, non suonano come un rimprovero. Piuttosto mi appare come delusa e amareggiata. Ha paura che possa schierarmi dall'altra parte, che l'abbandoni.
Senza rendermene conto inizio a piagnucolare come un'infante.
Joanna mi guarda attonita, desiderosa di sapere quale sia il motivo di questo pianto improvviso.

- Non è il momento giusto, lo so. C'è una guerra in corso e io piagnucolo come una bambina capricciosa.
Ma io non ce la faccio più. Io sto per morire Joanna. La parte oscura racchiusa in me mi sta uccidendo poco a poco. Volevo dirtelo, ma avevo paura. Ho paura -

Joanna impallidisce.

- Ho avuto anche delle visioni. C'era una mia amica, Ida. Io l'ho portata qui, in questo bosco. L'ho fatta uccidere, non sono riuscita a salvarla dall'attacco di un vampiro. È morta per colpa mia -.

Non riesco più a frenare le lacrime. Mi bagnano la faccia e poi scivolano sul collo.

- Basta Amelie. Tu non morirai. Sei forte, più di quanto tu creda, e sconfiggerai il vampiro che c'è in te. Non avere sensi di colpa e non tormentarti per la tua amica.
I vampiri sono insensibili e brutali, ammazzano chiunque senza indugio. La tua amica ne è la prova. Devi vendicarla e aiutarci a batterli -.

È così sicura delle sue parole, è così piena di certezze.

- Magari un tempo era diverso, non erano crudeli... - mormoro ricordando le parole di Kian.
- No, non pensarlo neanche Amelie.
Togliti dalla testa che anche i vampiri potrebbero diventare degli esseri migliori! Ora resta qua, qui forse sei al sicuro -.

Joanna si allontana senza neanche darmi il tempo di controbattere.
La osservo mentre si trasforma nuovamente in uno splendido lupo per poi tuffarsi nella mischia. È ancora lei il capobranco, tutti seguono i suoi ordini.

Come mai i vampiri sono diventati crudeli?

Cerco Kian nella moltitudine. Non lo vedo, o forse non c'è.
La malvagità dei vampiri è così grande da arrivare a ferire anche loro stessi. Mio padre però era diverso.
Forse Kian sa dove si trovi. Forse se mio padre tornasse tutto potrebbe tornare come un tempo, quando regnava l'equilibrio e la pace.
Devo trovarlo e supplicarlo di tornare.
Mi dileguo, insieme ai miei rimorsi.
Non dovrei lasciare ancora una volta i licantropi, loro mi hanno accolta, mi hanno aiutata.
Il mio istinto mi mostra una sola direzione: il covo dei vampiri.
Forse Kian si è rifugiato lì.
Ha voluto trattenere gli animi dei vampiri per così a lungo, rimandando sempre un possibile scontro con i licantropi. Però i vampiri non riuscivamo più ad aspettare, erano assetati di guerra, così hanno deciso di ribellarsi al loro capo.

Giungo dinanzi alla villa. È così cupa e malinconica, quasi volesse rispecchiare l'animo del suo padrone.
È deserta, sono tutti impegnati con i licantropi. Tutti tranne uno. So che si nasconde qua da qualche parte.
Il portone è già spalancato, avanzo lentamente al suo interno.
La lentezza si trasforma presto in frenesia. Non dovrei affaticarmi, ma non mi importa, voglio trovarlo al più presto.
Inizio a correre a perdifiato; lungo i corridoi, per tutte le stanze, attraversando innumerevoli scale. Le mie gambe sono velocissime e mi permettono di essere agile nella corsa. Cerco senza stancarmi, sono sicura che si è nascosto qui.
Vorrei urlare il suo nome, ma qualcosa mi frena. Poi arrivo dinanzi a una stanza che mi sembra famigliare: la sua stanza.
Mi inoltro nell'oscurità in cui è avvolta la camera, facendo guizzare i miei occhi da una parte all'altra.
Poi noto una figura rannicchiata per terra vicino alla finestra. È lui, ne sono sicura.
I suoi occhi lampeggianti si fanno strada tra il buio che ci pervade.
Sono l'unica cosa che riesco a distinguere con nitidezza.
È sorpreso di vedermi lì.

- Devi portarmi da mio padre - gli dico ancora con il fiatone.

Non aspetto che sia lui a parlare.

- Non è possibile -

Tutto qua?

- Se mio padre tornasse tutto tornerebbe come una volta! - sto alzando il tono della voce.

I suoi occhi s'infiammano. Kian perde il controllo alzandosi dal suo nascondiglio.

- No! Non capisci nulla ragazzina. I vampiri sono cambiati e tuo padre è cambiato. Non sarebbe più il vampiro di una volta, l'amore l'ha corroso, bruciandogli la ragione -.

Inizio ad avere paura, ma rischio comunque.

- Allora cosa pensi di fare? Ormai hai tutti contro. I "tuoi" vampiri ti hanno voltato le spalle. Sei solo -

Prende il tempo per un respiro poi si avvicina al mio viso, mostrandomi tutta la sua collera.

- Chi ti credi di essere ragazzina? Come ti permetti? - mi ringhia contro venendomi ancora più vicino.

I suoi occhi scintillano, il suo respiro è affanato e percepisco i suoi muscoli irrigidirsi.
Sto per ribattere ma una sua mano raggiunge la mia bocca, tappandola.
Ci fissiamo per qualche secondo, poi sento la sua altra mano infilarsi tra i miei capelli.

Cosa sta succedendo?

Le sue iridi ora sono oro, un oro brillante. Ho paura di bruciarmi.
Improvvisamente si stacca dal mio corpo.
Lo guardo senza capire.

- Non voglio fare la fine di tuo padre.. -
"Non voglio fare la fine di tuo padre".

Che ne pensate? ☆

L'oscuro mondo di Amelie (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora