Capitolo 9

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Finalmente termino le scale. Il buio si fa sempre più intenso.
Forse sono arrivata alle prigioni, lo spero proprio.

Mi guardo attorno guardinga, pronta anche a un possibile attacco.
Avanzo lentamente, mentre le gambe mi tremano e il cuore sembra voglia balzarmi fuori dal petto.

Poi le mie mani toccano qualcosa di ferro: le sbarre della prigione.
Le ho trovate.
Sforzo la vista più che riesco e noto che la cella che ho davanti è vuota.
Mi volto e vedo che tutte le celle sono vuote.

Questo silenzio eccessivo mi spaventa, esso mi racconta di tutti gli esseri che sono transitati qui e che hanno sofferto. Mi sembra quasi di sentire i loro lamenti.

Proseguo fino all'ultima cella.
Questa non è vuota, c'è qualcuno in un angolo.
Mi avvicino alle sbarre, superando ogni paura.
È il vampiro Kian.

- Sei venuta per farmi compagnia? -.

Distinguo la sua voce maliziosa.

Prendo un grosso respiro, ignorando la sua domanda.
Devo riordinare tutte le parole che ho in testa.

- I..io - balbetto.

Mi aggrappo a una delle sbarre fredde.

- Io ti ho visto in un mio sogno - affermo con decisione.
- Stavi per bruciare. C'erano moltissime persone che ti circondavano, o forse dovrei dire moltissimi vampiri.
Poi quel fuoco, che doveva inghiottirti, ha iniziato a entrare dentro il tuo corpo. Ho visto le sue fiamme nelle tue iridi -.

Prima di abbassare lo sguardo, vedo il suo luccichio brillare nelle tenebre.

Mi ha lasciata parlare, senza intromettersi.
Ora è il suo turno, si avvicina alle sbarre e pianta i suoi occhi nei miei.

- Tutti questi anni di allenamento per celare queste fiamme che ho negli occhi, per mostrarmi agli altri come un normale vampiro. E poi arrivi tu - mi sussurra arrabbiato.

- Mai nessuno ha visto cosa nascondono in realtà i miei occhi.
Per tutti quanti sono semplici occhi rossi -.
Agguanta le sbarre con forza, digrignando i denti.

- Che significa tutto questo? Perché lo vuoi nascondere? - mi azzardo a chiedere, senza indietreggiare.

Non ricevo nessuna risposta, anzi fa un risolino, per poi squadrarmi come fossi una sua preda.

- Perché non hai opposto resistenza ai licantropi eh? - cerco di provocarlo.

So perfettamente che avrebbe potuto scappare dalla stretta dei licantropi, mentre veniva trasportato qua nelle prigioni.

- Perché volevo starti più vicino -.
Lo dice con ironia.

Il suo viso preme contro le sbarre, raggiungendo il mio.
Mi allontano subito.
Che diavolo voleva fare?

Urla, boati fortissimi.
Mi guardo attorno cercando di capire cosa stia succedendo.
Il terrore deve essere palese sul mio viso.

- Probabilmente sono i vampiri che reclamano il loro capo - afferma distrattamente.

Mi dirigo verso le scale velocemente.
Voglio scappare da questo posto e capire se veramente i vampiri sono venuti per riprendersi Kian.

- È inutile fuggire. L'oscurità presto ti mangerà -.

È ancora appoggiato alle sbarre e so che sta cercando di destabilizzarmi.
Non do troppo peso alle sue parole, ci penserò più tardi.

Riemergo dai sotterranei.
C'è puzza di fumo e un incendio che divampa: é il caos più totale.
Seguo le urla.

C'è un licantropo disteso a terra. Il sangue ricopre quasi interamente il suo corpo martoriato.
Resto a guardarlo scioccata.
Ricambia il mio sguardo, con gli occhi fuori dalle orbite per il dolore, prima di esalare il suo ultimo respiro.
Non riesco a muovermi, ho appena vissuto una morte e non ci posso credere. Il suo corpo giace al suolo senza più vita, mentre la sua anima è già altrove.

Sto per perdere la ragione.
Devo agire, comunque.
Altre decine di licantropi sono feriti gravemente. Cerco di fare qualcosa per loro. Il loro sangue macchia i miei indumenti e la mia pelle, lasciando un segno indelebile.

Mentre sono accovacciata per terra, aiutando una licantropo donna a rialzarsi, delle grida attirano la mia attenzione. Arrivano da fuori.

Corro velocemente fino all'esterno della grotta.

Si sta svolgendo una vera e propria battaglia tra licantropi e vampiri.
Non riesco a distinguere nessuno, vedo solo lupi coraggiosi che combattono fino allo stremo.

Mi immergo nella battaglia, senza riflettere, scaraventandomi su alcuni vampiri.
"Sono forte" mi ripeto.

I vampiri sono ciechi dalla rabbia, questa è la loro vendetta.
Un vampiro mi ferisce un braccio. Fa male.
Non mi perdo d'animo e proseguo nella lotta, nonostante mi stiano aumentando i dolori.

Poi eccola là, Joanna nelle sembianze umane distesa a terra.
Lascio perdere ogni cosa, accorro da lei in preda al panico.
È troppo debole e non può trasformarsi.
Mi posiziono tra lei e il vampiro che stava per colpirla fatalmente.

Ora sono io, il nuovo bersaglio.
Gli sferro diversi colpi, riuscendo a tramortirlo.

Da dove viene tutta questa forza che possiedo?

Un verso distrae tutti i vampiri.
Smettono improvvisamente di combattere e vanno in ritirata.

Ora c'è solo distruzione.

Ora c'è solo caos.

Ora c'è solo il silenzio delle vittime.

Ora c'è solo dolore.

Sono disperata, ma non riesco ad avere nessuna reazione.
Osservo questo spettacolo macabro.
La terra fuma, molti licantropi sono feriti, altri non si muovono più.
Il sangue scorre silenzioso sull'erba.

Mi lascio andare sul corpo esanime di Joanna, chiudendo gli occhi sperando che sia solo un altro dei miei incubi.

Ciao a tutti,
nell'ultima parte della mia storia ho voluto utilizzare la parola "distruzione". Distruzione è sinonimo di perdita, dolore, solitudine, cattiveria, insensatezza, morte.
In questo periodo è così ricorrente che mi spaventa persino vederla scritta da qualche parte.
La distruzione non è la soluzione per nulla, è solo vuoto che ci lascia sgomenti.
Un vuoto incolmabile, privo di qualunque significato.

Giada.



L'oscuro mondo di Amelie (COMPLETA)Where stories live. Discover now