Capitolo 29

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Cerco di vivere la mia vita, di abituarmi alla mia "nuova" famiglia. Spesso osservo il mondo degli umani e, nonostante ormai ne faccia parte pure io, lo trovo lontanissimo e incompatibile con ciò che sono. I miei genitori adottivi, che ho scoperto chiamarsi Angie e Lane, mi riempiono di affetto e rassicurazioni, ma non mi basta. Ho bisogno di ritrovare la pace interiore, una pace che ho perso una notte, dopo uno scoppio. Angie e Lane mi domandano se ricordo qualcosa, se riesco a rammentare qualcosa di ciò che mi è successo. Tutte le volte faccio di no con la testa, esclamando che ho solo confusione in testa. Loro non aggiungono nient'altro e mi sorridono, forse pensano che sia diventata una pazza.

Un giorno invitano a casa una coppia di persone che non ho mai visto: i genitori di Ida.
- Oh Amelie allora è vero! Sei tornata - urla la donna correndo tra le mie braccia.
Ricambio l'abbraccio nonostante per me sia solo una sconosciuta. L'uomo, il padre di Ida, rimane serio e mi osserva contrariato, forse sospetta che sia stata io a mandare nel pericolo sua figlia. In effetti è proprio così e non me lo perdonerò mai.
- Amelie dimmi che ricordi qualcosa, anche il particolare più insignificante. Tu e Ida siete sparite insieme, se tu sei tornata perché lei no? - è la madre di Ida che mi sta parlando, la sua voce è speranzosa, se solo sapesse come sono andate realmente le cose. Non rispondo alle sue suppliche, abbasso lo sguardo perdendomi nelle immagini di quella maledetta notte in cui Ida venne aggredita e uccisa da un dannato vampiro. Non posso mentire anche questa volta, non posso lasciare queste povere persone con la speranza che Ida possa ancora tornare. Esplodo nel pianto mormorando che non posso aiutarli perché la mia memoria è bloccata, inibita da una foschia impenetrabile. - Scusate ho bisogni di un po' di aria - sussurro mentre scappo fuori di casa, con le palpitazioni e la mente in panne.

Non può andare avanti così, con una bugia dietro l'altra, illudendo le persone che mi vogliono bene. Mi guardo attorno, esplorando con gli occhi, gonfi dalle lacrime, questo mondo che mi sta soffocando.

Quanto ci metterò ad abituarmi?

Allungo lo sguardo e mi sembra di scorgere il bosco in lontananza. E' là fermo, che mi aspetta, che mi rivuole indietro. Da qui sembra così distante, ma il suo richiamo è così forte e chiaro che è impossibile da ignorare. Scuoto bruscamente il capo, quello che vedo non è il mio universo, la mia casa è con Angie e Lane, punto e basta. Avanzo verso casa con l'anima scossa e in subbuglio, preparandomi al conforto che mi daranno i miei genitori, rincuorandomi che è solo un brutto momento, che tutto è destinato ad evolversi.

-Tesoro vieni qua. Ci siamo noi, non ti devi preoccupare di nulla. Vedrai tutto si sistemerà -.

Mi inabisso nel loro petto credendo, per un attimo, che tutto davvero andrà per il verso giusto.

**

Sono passati diversi giorni e nulla è cambiato. Il mio sconforto cresce di giorno in giorno e solo le parole dolci di Angie, talvolta, riescono a donarmi quella finta gioia che sperimento per poco. I momenti più brutti, però, sono di notte, quando l'oscurità mi avvolge e mi bisbiglia che sono sola, che ho fallito in tutto, che mai troverò la pace. Mi tappo le orecchie con le mani, tentando in ogni modo di far volare la mia testa altrove, di pensare solo ai momenti più belli, che mi hanno lasciata senza fiato. Inevitabilmente torno al lago, all'acqua che fluiva lenta sul mio corpo ferito sostenuto dalle sue braccia, dalla sua forza e dal suo potere che presto mi avrebbero curata.

Il campanello, lo sento rimbombarmi nei timpani. Per un momento il tempo si paralizza e ci sono solo io con le mie emozioni contrastanti. Per un momento sono convinta che, dietro la porta d'ingresso, ci sia quel qualcuno che sembra sparito per sempre. Corro verso l'ingresso, precipitandomi ad aprire.

- Chi è Amelie? - si informa mia madre da un'altra stanza.

Non ci credo. Resto ancorata al suolo, senza riuscire a muovere un passo.

L'oscuro mondo di Amelie (COMPLETA)Where stories live. Discover now