°。°。°。 Prologo °。°。°。

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»»--- Prima di leggere ---««

Finalmente mi sono decisa, sto iniziando la revisione di Infinite Volte. Avviso in anticipo: il sequel per un po' sarà sospeso, aggiornerò molto raramente, anche perché sto revisionando più cose insieme.

Detto ciò, buona lettura🍓

Revisionato✔

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Quando le note di Bring me to life lasciano spazio a Lost in Paradise, sono davanti alla Miami High School, con il libro della prima ora stretto al petto, e il livello di sopportazione già basso.

È un mercoledì come tutti gli altri, identico a quello della settimana prima e quello della settimana prima ancora. Le uniche due cose che cambieranno saranno la disposizione dei ragazzi nel cortile - o nei corridoi, dipende - e le materie che dovrò studiare per domani.

Attraverso la strada ignorando gli sguardi incuriositi dei miei compagni di scuola e raggiungo l'atrio senza dar conto a nessuno. Senza dubbio non potrò chiacchierare con Kori prima di entrare in classe, perché come sempre non avrà sentito la sveglia, e come sempre farà tardi.

Mentre poso le mie cose nell'armadietto numero 317, gli auricolari si aggrovigliano di nuovo (cose che capitano) e per togliermeli uso troppa enfasi, andando a sbattere col pugno contro il numero 319. Un paio di ragazze perfettamente truccate si girano a guardarmi, il loro sorrisetto contribuisce a farmi spazientire ancora di più. Come sempre, la giornata inizia per il meglio.

La campanella suona e tutti i ragazzi si muovono verso le loro rispettive classi, chi più velocemente e chi meno. Da annotare: anche questo cambia ogni volta.

Quando arrivo davanti all'aula del professor Andrew Smith, al suo interno ci sono già alcuni ragazzi, a cui non rivolgo neppure un saluto e a testa bassa corro a sedermi al mio banco. Postazione seconda fila al centro. Da secchioni? Nah, non direi. Non sono mai stata il tipo che crede che il posto che una persona occupa serva a determinare la sua personalità.

La classe inizia a popolarsi lentamente. Il professor Smith è l'ultimo ad entrare, col suo solito completo composto da un pantalone scuro perfettamente stirato e la camicia chiusa fino all'ultimo bottone. Gli occhiali gli ricadono sul naso, ma non sembrano dargli particolarmente fastidio.

Un attimo prima dell'annuncio dell'inizio della lezione, sull'uscio della porta appare la mia compagna di banco Kori Jones. I capelli rossi e arruffati le ricadono davanti al viso e lo zaino compie un giro di trecentosessanta gradi attorno al suo avambraccio abbronzato. Borbotta delle scuse e corre a sedersi vicino a me, paonazza in viso. Alcuni ragazzi ridono del suo ritardo, ma sono gli stessi che quando la vedono per il corridoio hanno la bava alla bocca.

Certa gente è davvero insopportabile.

Kori è il tipo di ragazza che farebbe innamorare chiunque di lei: è sveglia e intelligente, forse un po' troppo esuberante per i miei gusti, ma riesce sempre a nascondere ogni suo problema con un sorriso. Non sono totalmente d'accordo con lei... in fondo, cosa c'è di male nel mostrare agli altri che stai male?

Divergenze a parte, è un'ottima amica, la mia unica amica. L'ho incontrata all'inizio di quest'anno (il terzo) e da allora non ci siamo più separate.

«La sveglia?» alzo un sopracciglio e la guardo posare il borsello sul banco.

«Perché me lo chiedi se lo sai già?» forza una risata e si sistema i ciuffi ribelli. Nel frattempo ha tirato fuori anche gli altri libri.

La lezione si presenta come ogni volta complessa quanto noiosa, ma non posso nascondere che la materia in questione mi affascini. Chimica è sempre stata la mia materia preferita, penso riesca a dare una spiegazione ad ogni cosa.

Anche i sentimenti sono dovuti a delle reazioni chimiche, persino l'amore: è un insieme di reazioni dovute ad ormoni come la dopamina e la serotonina. È una visione un po' monotona, può darsi, magari non è sentimentale come la visione poetica dell'amore, ma almeno è affidato a qualcosa di concreto. Su questo io e Kori abbiamo parlato più volte, e come da copione, lei è la classica ragazza trasferitasi da New York a Miami per iniziare una nuova vita, io invece non mi sono mai mossa da qui, e non vedo l'ora di farlo.

Fuori è una calda giornata di aprile, dalla finestra riesco a vedere il bar e il negozio di fumetti già aperti, e alcune persone che camminano. Passano una Ford bianca e sull'altra corsia una Fiat rossa. Da annotare: mi è sembrato di vedere quella Ford più di una volta passare davanti la scuola.

Mentre ascolto la spiegazione gioco con il mio bracciale. Lo sfilo e lo rimetto al polso, senza scandire un ritmo preciso. Lo faccio sempre, e ogni volta cambia il ritmo con cui torturo il bracciale che Kori mi aveva regalato qualche mese fa. Sto cercando di non pensarci, non voglio cedere alla tentazione, ma resistere è troppo difficile. Mi sento come una lastra di ferro attratta da un magnete, con un campo magnetico troppo forte perché io possa fare finta di nulla.

È scientificamente provato che il campo magnetico non è visibile dall'occhio umano. Infatti né Kori, né il signor Andrew Smith, né tutti gli altri lo notano o lo percepiscono. Influenza solo me, attrae solo me, e tutti gli sforzi risultano vani.

Ruoto lentamente la testa verso la fila accanto alla mia e trovo il mio magnete seduto un banco più avanti. Ha la testa bassa e gli occhi verde smeraldo puntati sul suo quaderno, mentre scrive velocemente. Appunti? Esercizi? Pensieri e basta? Vorrei essere io uno di questi ultimi, ma calcolando le volte in cui ci incontriamo - quindi solo a lezione - e le nostre compagnie - io una sola persona, lui decisamente di più - mi arrendo alla cruda realtà. Mi soffermo a guardarlo ancora mentre scrive, a volte immagino la sua grafia, a volte la immagino elegante, altre volte disordinata.

I capelli biondi sono arruffati, alcuni ciuffi gli coprono la fronte, la maglia verde con la stampa di un pentagramma si intona coi suoi occhi. È da più di dieci minuti che lo sto guardando.

Appena alza lo sguardo verso la lavagna, mi sistemo e guardo dritta davanti a me. Mi faccio i complimenti da sola per i riflessi, ma subito dopo mi do della stupida.

Da annotare: ho iniziato il liceo tre anni fa, nel corso dei quali sono cambiate e continuano a cambiare ogni giorno un sacco di cose. I vestiti delle persone, i punti annotati prima, forse anche io sono cambiata.

Ma la cotta per Mark Logan... quella è l'unica cosa che, da quando l'ho visto per la prima volta tre anni fa, non è mai cambiata, nemmeno di una virgola.

Infinite Volte Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ