◇─ Capitolo ventidue ─◇

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La luce che entra dalla finestra della mia stanza mi illumina il viso. Per una volta, non mi alzo con una sensazione di angoscia, senza brutti sogni in mente e senza quel solito peso sullo stomaco.
Goffamente scendo le scale e prendo un sorso d'acqua.
Sono appena le sette e trenta del mattino, e ancora non sono pronta per andare a scuola.

Improvvisamente squilla il telefono. Vado a rispondere barcollando ancora un pò.
-Pronto?-

-Rachel, sono io-, la voce di Kori mi risveglia in parte. -Che ne diresti di andare a scuola insieme?-, aggiunge più entusiasta di prima.

-Certo, non sai quante cose devo raccontarti-, rispondo, ripensando alla serata di ieri. Finalmente è ufficiale, sono la ragazza di Mark Logan!

Venti minuti dopo, trovo Kori fuori casa mia. Le corro incontro e l'abbraccio, lasciandola senza parole.

-Ehi, come mai tutta questa frenesia?-, domanda sorridente

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-Ehi, come mai tutta questa frenesia?-, domanda sorridente. -Di solito, la mattina sembri un morto vivente-.
Cerco le parole giuste per dirglielo, senza smettere di sorridere.

-Kori-, il mio tentativo di diventare seria fallisce miseramente. -Io e Mark stiamo insieme!-.
Io e Kori cominciamo a saltellare e a gridare di gioia, ignorando le persone che passano e ci lanciano una strana occhiata.

-Sono felicissima per te, finalmente ce l'hai fatta-, mi cinge la schiena con un braccio. -Devi raccontarmi tutto nei minimi dettagli, ovviamente mentre andiamo a scuola-.
Le racconto di Mark che mi ha portato sulla spiaggia, le parole che mi ha detto e anche del bacio -che è stata senza dubbio ciò che lei voleva sentire-.

-Oh, è tutto così... romantico! Sembra una di quelle fiabe a lieto fine-, esclama con tono sognante. -Vorrei anche io una storia simile...-, aggiunge, questa volta più triste.

-Arriverá il tuo momento, tu e Dick siete così affiatati-. Sussulta non appena sente il nome di Dick, forse non è stata la cosa migliore da fare. Abbassa lo sguardo e rallenta il passo.

-Co-come sta Dick?-, chiedo. Kori sospira e alza il suo viso baciato dal sole. Anche se è triste e angosciata, il sole la fará sempre apparire bella come una fata:

-Dick sta bene-, sussurra. -Aveva solo qualche piccola scheggia di vetro nella gamba e i vestiti zuppi di succo. Le ferite che riporta non sono gravi. Per fortuna i suoi genitori sono fuori cittá e quindi non sanno niente dell'accaduto. Ieri sera sono stata a casa sua fino a tarda ora, per assicurarmi che stesse bene e per chiedergli scusa per l'ennesima volta-. Annuisco immaginando la scena. Probabilmente a Dick ha fatto anche piacere stare un pò da solo con Kori.

-E Abel?-, a questa domanda Kori fa uno strano verso, uno che ricorda una persona trafitta da una spada. Evidentemente ce l'ha ancora con lui.

-Abel è mortificato. Ieri Dick mi ha detto di averlo perdonato, ma io non l'ho ancora fatto. Però mi ha promesso che domenica prossima tornerá in Texas, ha una questione in sospeso con la scuola e non può restare a Miami un giorno di più-, sospira e scuote la testa,ancora incredula di ciò che Abel ha fatto.

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