◇─ Capitolo trentadue ─◇

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Scendiamo dall'auto, la luce del sole per poco non mi acceca. Fa caldo, nel cielo non si vede neanche una nuvola, neanche in lontananza. Più avanti vedo gli altri in piedi, dietro di loro c'è un ristorante dall'aspetto moderno e dal suo interno si sente della musica pop. Mi ricorda tanto il Red Dragon Pub, da quanto tempo è che non ci vado?

-Per quanto ho dormito?-, chiedo a Kori, intenta a legarsi i capelli fulvi nella sua solita coda alta e stretta.

-Due ore-, risponde schietta. -Hai dormito un bel po'!-, aggiunge trattenendo una piccola risata.

-Due ore?-, ripeto sottovoce. -Mi stai dicendo che adesso siamo...-.

-A un'ora e mezza da Orlando-, continua Kori. -Mentre noi mangiamo qualcosa, Abel e Victor faranno il pieno alle automobili e altre cose riguardanti i cavalli e i motori... non mi intendo di queste cose-, prima che possa aggiungere altro siamo già davanti agli altri. Dalle loro espressioni si capisce che non vedono l'ora di mettere qualcosa sotto i denti.

Probabilmente avrei fame anche io in questo momento se quel sogno non mi avesse chiuso lo stomaco. Mi posiziono davanti all'entrata del ristorante, e senza volerlo mi piazzo proprio davanti a Mark. Alzo di poco lo sguardo, quanto basta per vedere i suoi occhi, ricordandomi delle parole che, ritornando, non spariscono più dalla mia mente:

"Sei sicura che io ti abbia dimenticata?"

La voce squillante di Tiffany mi fa saltare per la sopresa: la sua presenza comincia ad infastidirmi.

-Ehi, dormigliona!-, grida attirando l'attenzione di tutti. Mi massaggia le spalle scuotendole freneticamente e inizia a ridere.

-Cos'è quella faccia abbattuta? Sorridi un po', musona dormigliona!-, dopo aver udito ogni sua singola parola arrossisco violentemente e mi copro le guance con le mani. So che lo sguardo di Dick - o peggio ancora, di Mark - è puntato su di me, e non è una cosa positiva. Vorrei solo che Tiffany smettesse di parlare, o che sparisca.

-Ehm, Tiffany... non dovresti trattare così Rachel quando si è svegliata da poco-, Kori allontana Tiffany affinchè le mie spalle tornino libere di muoversi per conto loro. Nella mia mente la ringrazio di cuore, mentre sul volto di Tiffany compare un'espressione indispettita.
Nonostante continui a sbuffare si allontana da noi e si incammina verso i ragazzi.

Kori tira un sospiro di sollievo. -Non ce la facevo più a sentirla parlare di unghie e musica metal. Beata te che ti sei addormentata-, forzo un sorriso, che purtroppo non riesce a nascondere a Kori la tensione che si sta accumulando nel mio corpo lentamente.

-Rachel, stai bene?-, chiede alzando un sopracciglio. -Ti vedo turbata... è successo qualcosa?-, nego con la testa e la rassicuro, non credo capirebbe se le dicessi che la sua migliore amica ha sognato il suo ex dirle che non l'ha dimenticata: potrebbe prendermi per pazza, o per quel genere di ragazza che non si rassegna quando il suo cuore viene distrutto.

E se lo fossi? Dovrò abituarmi.

-Va bene, mi fido di ciò che dici-, sospira rassegnata. -Ma se hai bisogno di sfogarti, sai dove trovarmi-, ha addolcito il tono, facendomi sentire un po' meno sconsolata o sperduta.

-Grazie, Kori-, mormoro sorridente. Nel frattempo sono tornati Abel e Victor.

-Be', che dite, entriamo?-, domanda il primo di loro.

-Non vedo l'ora di mettere qualcosa sotto i denti-, aggiunge Victor avviandosi verso la sua dolce metà. Tiffany lo abbraccia col sorriso sulle labbra, e lui ricambia accarezzandole i capelli rosa shock.

Infinite Volte Where stories live. Discover now