◇─ Capitolo trentotto ─◇

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Il sipario si apre mentre tutta la platea applaude. Un gigantesco palcoscenico illuminato dai riflettori, che fanno risplendere le decorazioni che le ballerine hanno sul tutù. Sono seduta al centro della platea, con Dick alla mia sinistra che non la smette di sussurrare cose del tipo Fa che non cada, che non si dimentichi i passi... tutto, ma non farle dimenticare i passi!

«Dick, dacci un taglio», lo stoppa Alicia. «Sei irritante».

«Scusa se cerco di portare fortuna alla mia ragazza», ribatte lui.

«Smettetela, voi due. Siete peggio di due mosche che ronzano attorno alla testa», continua Megan, alla mia destra.

«Tu vali per sei mosche... e due fenicotteri!».

«Cosa c'entrano adesso i fenicotteri, Alicia?».

«Ragazzi, dannazione!», mi intrometto allargando le braccia. «Siamo qui per sostenere Kori, non per litigare». Dick torna a guardare il palco, e così le sue sorelle. Prendo un respiro profondo, iniziando a sentire la tensione: non so come reagirebbe Kori, se dovesse sbagliare qualcosa. Mi ha raccontato di quanto avesse faticato, negli ultimi mesi, per ottenere il ruolo di protagonista ne Il Lago dei Cigni; che secondo le sue compagne, i suoi capelli rossi e il seno troppo grande l'avrebbero svantaggiata. Eppure c'è riuscita. Ha continuato per la sua strada, ottenendo ciò che voleva. Credo proprio che questo sia uno dei tanti motivi del perché ammiro Kori. Continuo a cercare fra le ballerine il suo chignon rosso, senza ottenere risultati. Ci sono solo ragazze dai capelli scuri o biondi. Si muovono in perfetta sincronia, leggiadre e bellissime. Ma so che, sotto tutta quella lacca e quei brillantini, devono esserci determinazione e sacrificio. A guardarle sembra così semplice sollevarsi sulle punte, restare in equilibrio con una gamba sola e fare più di tre piroette su se stessi, mantenendo il sorriso. Per un ottavo di secondo, provo ad immaginarmi fra quelle ballerine, ad essere su quel palco, con gli occhi di tutti puntati addosso. Non sarei capace di fare neanche un inchino in maniera aggraziata.

Il tempo scorre velocemente guardando quelle che sembrano le ballerine che interpretano i cigni. È come se la loro bravura e bellezza prendesse il controllo totale della mia mente: tutti quei giri, salti, passi tipici della danza classica... sono semplicemente stupende.

Distolgo lo sguardo per guardare i fratelli Davies: Megan segue col capo i movimenti di una ballerina, intenta ad atterrare in punta dopo un salto, la piccola Alicia fissa il palco a bocca aperta, e Dick aspetta con ansia l'entrata in scena di Kori.

«Maledizione, quand'è che si decidono a farla entrare?», sussurra a denti stretti.

«Dick, hanno ballato solo su tre musiche. Dai tempo al tempo», gli dico portando lo sguardo sulle quinte.

Mi guarda con la bocca semichiusa e un'espressione stupita. «Rachel, sei mai stata a teatro?».

«Be', no, però...».

«Io sì. Ci vado almeno dieci volte l'anno, a causa di mio padre e mia madre», alza gli occhi al cielo, facendomi capire che la cosa lo irrita. «Nell'arco di quest'anno, questa è la quarta volta che vedo Il Lago dei Cigni».

«Cinque se consideri il film che hai guardato con Alicia», aggiunge Megan.

«Lascia perdere il film di Barbie», la zittisce lui. «Quello che intendo dire è che so quanto ci vuole per mettere in scena tutto, tra costumi e decorazioni. So anche quanto hanno impiegato per cucire un tutù fatto apposta per Kori. Ma farla attendere non è giusto, pensa quanto sia in ansia».

Annuisco riflettendo su ciò che mi ha detto. In effetti, anche io avrei tanta paura prima di entrare in scena.

Ma dopo qualche minuto, cambia tutto. Le luci si colorano di bianco, la musica si ferma un istante per poi ricominciare. Riconosco subito il suo passo aggraziato, il tutù più bello di tutti, anche lo chignon fulvo presenta dei brillantini che prima non avevo notato. Non c'è altro da dire: Kori è semplicemente stupenda.

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