◇─ Capitolo quattro ─◇

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Revisionato! ✒

Chi è lei?

Cosa vuole?

Che rapporto ha con lui?

In una scala da uno a "Rachel, spostati", quanto può essere problematica la sua presenza nella neo-amicizia tra me e Mark?

Okay, okay, possono sembrare pensieri insulsi e stupidi, ma dopo quella giornata (im)perfetta non posso fare a meno di pormi in mente queste domande almeno una volta al giorno.

Il giorno dopo ero così presa da questi pensieri che sono andata a scuola senza gli auricolari - ho già fin troppo baccano nella mia testa -, gli occhi struccati alla meno peggio e l'umore allo stesso livello del nucleo terrestre. Una volta entrata in classe non ho guardato altro se non il pavimento, e dopo essermi seduta sono rimasta a fissare il banco aspettando che arrivasse Kori, che come sempre è arrivata dieci minuti dopo.

E non è stata l'unica ad arrivare con un leggero ritardo dopo il suono della campanella. Attratta dal suono dei bracciali che Kori porta al polso ho alzato lo sguardo istintivamente, e assieme a lei c'era anche Mark. I nostri occhi si incrociano totalmente per caso, mentre lui posava lo zaino sul banco e si sedeva accanto a un altro ragazzo. "Ciao, Rachel", ha detto senza esitazione, e poi si è voltato davanti.

Credevo che sentirmi chiamare da lui amichevolmente in pubblico mi avrebbe fatto sprofondare nella vergogna. E invece ha finito per sistemarmi la giornata intera. Non c'è nulla da fare: quando una persona ti sorride è sempre una bella giornata.

E adesso sono sul letto, immobile, cercando di sradicare i fili degli auricolari che si sono intrecciati dopo averli infilati nella borsa.

Da annotare: ogni volta che li metto in borsa, i miei auricolari decidono di intrecciarsi come i capelli di Rapunzel.

A farmi compagnia c'è Kori, seduta ai piedi del letto, a braccia conserte. Appena terminata la lezione di danza è corsa a casa mia e mi ha costretta a raccontarle di nuovo per filo e per segno il Pomeriggio X (è così che lo ha nominato dopo la nostra chiamata). Una volta terminata la storia ha incrociato le braccia e non ha detto più niente, e io ho fatto come lei.

Dopo un lungo silenzio interrotto dalle auto che corrono sull'asfalto, Kori getta la testa all'indietro e inumidisce le labbra. «Prima cosa: farò finta di non essere offesa dal fatto che tu non mi abbia messa subito al corrente del tuo invito da parte di Mark.»

«Ma se non me l'aspettavo nemmeno io...»

Lei alza una mano e mi zittisce. «Seconda cosa: hai detto che lei abita fuori, no? Quindi dovrà andarsene, prima o poi. Mi spieghi dov'è il problema?»

«Solo perché sono amici di infanzia» mi metto a sedere sul letto e stringo il mio adorato cuscino «non significa che non possa esserci qualcosa tra loro. Ti ricordi The Greatest Showman, no?»

«Ma dai, quello è un musical» ridacchia.

Io invece non ridacchio nemmeno un po'. «Ma lì Charity e Phineas si conoscono fin dalla tenera età, e guarda che è successo!»

«Andiamo, non hai mai avuto paranoie simili» ribatte Kori poggiando i gomiti sul materasso. «Non credi di starla facendo un po' troppo lunga per una ragazza che probabilmente non vedrai mai più in vita tua?»

«Io forse no, ma quante volte la rivedrà lui?» Affondo la testa nel cuscino e lo abbraccio. Sto diventando la perfetta incarnazione dell'afflizione, mi manca soltanto il violino strappalacrime di sottofondo. Kori ha ragione: sembro patetica. Io stessa, dentro di me, mi sento un'idiota totale. D'un tratto sento la mano di Kori posarsi sulla mia spalla. Torno a guardarla indispettita e contemporaneamente incuriosita.

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