「Brooks」

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Il mio nome è una variabile, a seconda delle persone che mi conoscono.

Brooks per i miei insegnanti.

Rachel per i miei genitori e Kori.

La Regina delle Nevi per le ragazze che si fermano sempre davanti alle macchinette di fronte al mio armadietto.

La tipa silenziosa coi capelli neri per i ragazzi del club di informatica.

Per la cronaca, sono marrone scuro.

A quanto pare, essere silenziosi a scuola non ti tiene lontano da tutti quegli sguardi invadenti o pieni di mascara, anzi, ti mettono ancora più in risalto.

Chissà, magari ho ereditato il fascino di mia madre e tutti vogliono sapere di più sulla figlia di Isabella Collins... va bene, la smetto.

Sono quasi due anni che non li vedo. Ricordo ancora il giorno non cui sono partiti per Sydney, il modo in cui me lo hanno annunciato, formale e distaccato come sempre, come se stessero discutendo con un loro dipendente a lavoro.

Da annotare: non è mai cambiato nemmeno quello.

Avevo tredici anni, e avevo tra le mani Ragione e Sentimento, un libro che zia Mary – la sorella di mia madre – mi aveva prestato qualche giorno prima. Ad un tratto la voce di mia madre ha interrotto il dialogo tra Marienne ed Elinor, ed io a malincuore ho posato il libro e ho sceso le scale.

Quando sono arrivata in salotto, i coniugi Brooks erano seduti sul divano bianco, nella stessa postura con cui circa qualche mese prima mi avevano dato la notizia del loro aereo per Parigi, che sarebbe partito la sera del giorno dopo.

Isabella, una donna affascinante e con le labbra sempre perfettamente truccate di rosso, aveva accavallato le gambe appena mi aveva vista andare verso di lei, e mi guardava giocando col suo prezioso bracciale di perle.

Suo marito, David, un uomo altrettanto affascinante e che non avevo mai visto con in dosso un grembiule "Bacia il cuoco" mentre faceva il barbeque, mi squadrava attentamente, e come immaginavo, un attimo dopo mi disse: «Come stai crescendo, Rachel.»

Ma io ormai in quel trucchetto non ci cascavo più.

«Dobbiamo parlarti, tesoro», aveva aggiunto Isabella scostando una ciocca di capelli corvini dal viso anche più bello di quella di Angelina Jolie. E non è da tutti apparire più belli di Angelina Jolie.

Ricordo che, appena disse quella frase, subito avevo iniziato a canticchiare la sigla di One Piece. Nel contesto non c'entrava assolutamente niente, ma la sola idea di prendere la prima barca e andare via mi rilassava. Ed evidentemente piaceva anche a loro.

I Brooks non sono mai stati bravi coi giri di parole, e i miei genitori non mi avevano illuso nemmeno quella volta. Avrei dovuto capirlo prima, ma per un secondo avevo sperato in una notizia diversa.

E invece no: le posizioni, il tono, le parole, i gesti... servivano solo per addolcire di più la cosa.

Ed è così che ho saputo che i miei sarebbero partiti per l'Australia, ci sarebbero rimasti due anni.

E io?

Io non sono mai stata in posti che non fossero Miami.

Eh, già, mette un po' di tristezza, vero? Avere due genitori che viaggiano per il mondo intero, e non avere la possibilità di seguirli a causa dell'asma. Loro non volevano dirmelo, ma ero certa che fosse per questo.

Più ci penso, più odio Miami. So che è una delle città più belle del mondo, piena di turisti ogni anno, con delle spiagge invidiate da tutto il mondo e la casa di Versace in zona. Ma... io l'ho sempre vista come una sorta di gabbia, una gabbia lucente e piena di vita, sì, ma pur sempre una gabbia.

Più di una volta mi sono ritrovata a fare la strada più lunga verso casa, solo perché avevo voglia di vedere il mare, di perdermi tra quelle mille sfumature azzurre e immaginare che oltre quella linea ci siano altre città, ci sono altre persone, c'è un mondo vasto e tutto da vivere.

E io non vedo l'ora di lasciare questo posto e andare via, tornare solo quando non sarà più stretto e soffocante.

Eppure... non posso nascondere che ci sono anche dei motivi per cui rimarrei. Il primo che mi viene in mente è la mia migliore amica Kori, Kori Jones. Lei e la sua chioma rosso fuoco sono i compagni di quasi tutte le mie giornate, e l'ho incontrata il primo giorno di liceo. Prima di allora non la avevo mai vista, essendosi trasferita da New York dopo il divorzio dei suoi genitori. Qualche volta mi faccio raccontare della sua città natia, e in alcune di queste mi ha mostrato anche delle foto. In momenti come quelli la invidio davvero tanto, ma provare pensieri negativi verso Kori è come trattare male l'essere più carino della terra.

Andare via significherebbe anche rinunciare ai nostri pomeriggi sulla spiaggia alla fine della scuola con un bel gelato tra le mani. Lei lo prende sempre al gusto fragola e vaniglia, io invece cioccolato fondente e caramello.

Sarebbe dire addio anche alle giornate con zia Mary. Lei è totalmente l'opposto di mia madre, anche se a guardarle sembrano quasi gemelle, non si direbbe che è più piccola di lei di un due anni e mezzo. Nonostante si sia trasferita a Jacksonville, quando mia madre è fuori casa, lei viene a farmi compagnia, anche solo se per poche ore, e qualche volta con lei viene anche mio cugino Andreas, ma ormai è da tanto che non lo vedo. Mary Collins è una grande lettrice, come sua nipote, e spesso passiamo i nostri pomeriggi a parlare dei libri che abbiamo apprezzato di più. Ora che ho sedici anni non viene più tanto spesso, anzi, la vedo raramente, ma quando viene a Miami non si dimentica mai di me... a differenza di sua sorella.

E infine, c'è un ultimo motivo per cui non me la sento di andarmene per sempre da Miami. Quel motivo ha gli occhi verde smeraldo, il sorriso sempre stampato sul viso baciato dal sole e una dote innata per la musica.

Quel motivo ha anche un nome. E quel nome è Mark Logan.

Non ho mai capito come sia potuto succedere. Era un giorno come tanti, verso la fine del primo anno, ero davanti al mio armadietto, intenta a posare le mie cose... e lui mi è passato di fianco.

Non aveva nulla di diverso dagli altri ragazzi, era in compagnia di due suoi amici e scherzava e rideva assieme a loro. Si era voltato appena verso di me, e il mio sguardo aveva incrociato il suo.

Da allora, sono fermamente convinta che Mark Logan sia speciale, che abbia qualcosa di unico, che lo ha reso il mio chiodo fisso per un'estate intera, e che per quanto mi sforzassi non riuscivo a nascondere neppure a Kori. È stato il colpo di fulmine inaspettato, qualcosa che non avevo previsto, proprio come un fulmine a ciel sereno. Non avrei mai potuto immaginare una cosa del genere per me, soprattutto nei confronti di un ragazzo così solare, vivace, pieno di amici, così... così distante e diverso da me.

Ma nonostante questa consapevolezza, non mi sono mai arresa, e da quel giorno i miei sentimenti non sono mai cambiati, anzi, crescono man mano che i giorni passano. Io ci spero ogni volta, ci credo fino all'ultimo, anche se ci sono momenti in cui credo che sia stupido e inutile.

Ma spero davvero che un giorno mi passi di fianco, mi guardi negli occhi, e capisca che per me è un ragazzo speciale.

🌸 Nota autrice:

Ciao a tutti! Spero qualcuno sia ancora interessato a questo libro. Ve l'ho tenuto nascosto per un sacco di tempo, ma alla fine eccoci... la nuova revisione di Infinite Volte prevede anche nuovi capitoli e dei veri e propri cambiamenti di trama.

Non vi tolgo altro tempo, semplicemente ringrazio chi, nonostante tutto questo tempo, è ancora qui e mi sostiene sempre. Siete davvero, davvero meravigliosi... a presto❣️

❤️️ Amy 🍓

Infinite Volte Where stories live. Discover now