◇─ Capitolo ventinove ─◇

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Arrivata l'ora di cena, Abel ci chiama ed io e Kori lo raggiungiamo in cucina. Ho ancora mal di testa, perció sto attenta a non fare movimenti troppo bruschi.

-Indovina che cosa mangiamo stasera?-, mi chiede entusiasta Kori. Provo a parlare ma dalla mia bocca esce un rantolo. Kori inarca le sopracciglia e mi cinge le spalle con un braccio, aiutandomi.

-Il tuo cibo preferito!-, esclama indicando il tavolo della cucina. Abel, che fino a un momento fa ci stava dando le spalle, si allontana dai fornelli spenti, dove sopra sono poggiate delle scatole di pizza. Mi sforzo di sorridere: in un altro momento, avrei mangiato volentieri una fetta di pizza.

-Ho pensato che ti saresti sentita un pó meglio mangiando qualcosa-, mi spiega Kori andando verso la tavola.

-Cosí mi ha chiesto se potevo ordinare le pizze per "farti sembrare meno depressa"-, aggiunge Abel scherzoso. Lancio uno sguardo divertito e allo stesso tempo irritato a Kori, che ricambia facendo spallucce e sorridendo imbarazzata. Alzo gli occhi al cielo e vado a sedermi.

-Abel, avrei da chiederti un favorino-, dice Kori ingoiando un pezzo di pizza.

-Perché mi spavento quando mi chiedi un "favorino"?-, chiede lui sarcastico. Kori gli fa una linguaccia e Abel ricambia. Adesso sí che sembrano due fratelli. Abel mi sembra piú rilassato, e Kori appare piú contenta nel parlare con lui. Forse Abel ha finalmente accettato il fatto che Kori sia cresciuta e che si sia fidanzata? Chissá quante cose sono successe mentre io avevo perso i sensi, e anche l'amore.

-A me e Rachel piacerebbe andare ad Orlando, nella casa dove passavamo le vacanze. Ti ricordi?- Spiega Kori gesticolando con le dita.

-Non andiamo lí da anni...-, riflette Abel fissando il suo bicchiere. -Hai idea di quanto sará sporca la casa?-.

-Dai Abel, puliró io!-, scherza lei facendo il labbruccio. -É un modo per stare fra amici, Rachel ed io ci teniamo tanto-, sono ancora un pó confusa, quindi ogni volta che nomina il mio nome sobbalzo.
Abel annuisce, e quando sembra che stia per dare il permesso a Kori si ferma e alza un sopracciglio.

-Aspetta, non hai detto amiche-, la bocca si incurva in una smorfia di imbarazzo. -Hai detto amici... dí la veritá: é un week-end fra amici, oppure...-, la vedo rossissima in viso. Kori solleva il coltello con cui ha tagliato la pizza e lo punta scherzosa contro Abel.

-Non pensare una cosa simile!-, Abel alza le mani e ride. -Ti sembriamo quel tipo di ragazza? Mica siamo Alexandra?-, scoppio a ridere, seguita da Kori.

-Spero proprio di no-, Abel socchiude gli occhi per qualche secondo: immagino stia pensando.

-Allora?- Kori fa un gesto di preghiera con le mani, aggiunto al labbruccio e agli occhi dolci. Fa davvero tenerezza.
Dopo un lungo silenzio alza lo sguardo verso Kori e sorride.

-Be', perchè no?-, Kori grida di gioia e corre da Abel per abbracciarlo. Abel ricambia, nonostante la sorella lo stia quasi strozzando.

-Grazie, grazie, grazie Abel!-, grida entusiasta.

-Kori... così... mi strozzi-, esclama. Kori allenta la presa, lasciandolo parlare. Sono felice che abbia approvato, è da tanto che non vado fuori città.

-Come farete ad andare lì?-, domanda Abel allungando una mano su uno spicchio di pizza. Kori ci pensa su per un secondo, tamburellando le dita sul tavolo.

-Potresti venire con noi, magari ci accompagni con la tua auto-, ipotizza Kori.

Senza pensarci due volte Abel muove il capo contrariato. -Scordatelo-

-Dai, Abel!-

-Ti ricordo che fra poco devo partire per l'università. E poi, pensate di entrarci tutti e cinque, valigie comprese?-, domanda Abel scettico. Trattengo uno sbuffo e apro bocca dopo aver mandato giú un sorso d'acqua.

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