XV. Ritorno alle origini

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Quel giorno gli occhi di Uncino sfoggiavano un rosso intenso. Il capitano aveva ordinato alla sua ciurma di trovare il rifugio di Peter, per ridurre lui e i bimbi all'obbedienza. Durante la loro avanzata, l'occhio da falco di Cecco vide Orsetto correre fra i rami del bosco e contrordine, lui decise di sparare un colpo. L'uncino del capitano gli strappò un pezzo di colletto:

"Capitano, lasciatemi!" gridò lui.

"Butta la pistola a terra. So che hai visto un bambino, non sono cieco, ma colgo la tua stupidità dibattersi. Il colpo avrebbe guidato i pellerossa qui da noi, sciocco. Vuoi perdere il tuo scalpo?" ribattè Uncino.

Spugna domandò stupidamente: "Volete che lo insegua? Posso fargli il solletico con la mia docile sciabola."

"Non ora Spugna!"

I pirati sparirono tra gli alberi e Spugna e il loro capitano si trovarono da soli. Uncino emise un forte sospiro:

"Io e te, Spugna, andiamo all'albero fatato. Quella polvere dev'essere mia e questa volta nessuna malvagia creatura disumana riuscirà a fermarmi. Da tempo desidero stringere il collo di Pan con il mio uncino."

I due percorsero un sentiero diverso da quello conosciuto per evitare maldicenze come coccodrilli o bambini volanti. L'albero brillava come un diamante all'occhio di un ladro, le foglie oscillavano al ritmo del vento facendo cadere sulla corteccia grami di polvere fatata. Uncino sentì ribollire il sangue nelle sue vene. Finalmente quella polvere era nelle sue mani. Non fece nemmeno un passo che l'albero si trasformò in uno qualunque.

"Dannazione!"-esclamò Uncino- "quelle fate hanno lanciato un incantesimo per evitare che qualcuno danneggi l'albero! Maledizione! Che mi si crepi la consecuzione!"

"Ma capitano, possiamo usare qualcuno per prendere la polvere!" disse Spugna.

"Cos'hai detto?" domandò Uncino con voce roca e profonda.

"Spugna, dopo tutti questi anni mi sorprendi. Non sapevo che avessi anche tu un minimo d'intelligenza."

"Grazie, capitano!" sospirò Spugna accorgendosi di essere stato offeso.

"Dobbiamo trovare quei bambini all'istante."

I pirati tornarono da Uncino senza informazioni su dove fosse il nascondiglio di Peter.

"Sono circondato da un branco di idioti." pensò Uncino.

Ormai la sera era giunta sull'Isola che non c'è, e la cosa migliore era tornare sulla Jolly Roger. A lungo i pirati rimasero sul ponte della nave a smargiassare, ma da lontano Uncino sentì un rumore. Era accomodato vicino alla sua cabina e gli parse di sentire il fischio del suo fischietto. Ancora quella sirena?

L'amore di UncinoWhere stories live. Discover now