XVII. Trilli

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Andò avanti così.
La prima settimana dopo il litigio con Bella sembrò durare un'eternità. Nessuno aveva idea di come passare il tempo. La ciurma passava le giornate a dormire o a vagare per la nave in attesa degli ordini del capitano. Capitan Uncino pensava e ripensava a come prendere la polvere, mentre Spugna pianificava come uccidere quel dannato pappagallo che non lo faceva dormire da ore.

"Spugna! Dannazione!" gridò Uncino.

"Per rubare quella maledetta polvere dobbiamo prendere uno scagnozzo di Peter, e per farlo dobbiamo scoprire dove si trova il suo nascondiglio:" continuò.

"Capitano, perché non lasciamo l'isola? Ho sentito che di questi tempi il clima a Parigi è perfetto! Lasciatevi alle spalle Peter Pan e quella fata che lo segue ovunque." esclamò Spugna,

"Hai proprio ragione Spugna! Trilli! Tu la prenderai e la porterai qui da me, poi penseremo noi ai mezzi di persuasione." aggiunse il capitano.

"Sono felice del vostro cambiamento di idee capitano, vado ad informare la ciurma della partenza..."

Ma prima di poterlo fare, Spugna venne preso al colletto dall'uncino del capitano.

"Fermo Spugna, chi ha parlato di dare ordini?" disse Uncino sarcasticamente.

"Ma capitano non volete andare a Parigi?" chiese sbigottito il signor Spugna.

"No idiota. Tu andrai a terra, prenderai Trilli e la porterai da me. HAI CAPITO?" urlò Uncino.

Il povero Spugna preso dal panico, non ci pensò due volte e prese una scialuppa per andare a terra e eseguire gli ordini del capitano.

Mentre Uncino era occupato nella faccenda della polvere, Isabella sedeva impaziente su uno scoglio al di fuori della laguna, circondata dalle sue sorelle che oziavano nei dintorni. Attese il momento adatto per mettersi il bracciale, il che avvenne presto, poiché le altre prestavano più attenzione alle loro acconciature che a lei. Sollevò il magico oggetto e lo accostò nel suo polso. Una luce abbagliante si destò dinanzi ai suoi occhi, ma non nulla accadde.

"Sogno o son desto?" pensò la sirena.

L'ultima occasione era persa. Con un atto di ira, gettò il bracciale in mare, maledicendolo e pensando alla sua inutilità. Si tranquillizzò usando i suoi mistici poteri. Controllò a suo piacere l'acqua, congelò qualche riccio di mare e surriscaldò gli accessori che portavano le sue sorelle come ferma capelli, solo per vederle dimenarsi dalla paura. Bastava qualche movimento della sua mano e riusciva a giocherellare con l'acqua, ma le altre non avevano questo dono. Non si era mai posta la domanda di come lei avesse questo potere, riteneva che fosse meglio così, visto che le sue sorelle lo avrebbero usato solo per combinare guai.

Passarono le ore e Bella rimase sola in superficie. Tutte erano tornate nel profondo della laguna per via dei rumori che si stavano avvicinando.

"Trilli! Trillii! TRILLI!" si udiva ovunque.

Erano i bimbi che cercavano Campanellino in giro per l'isola.

"Trilli dove sei?" gridò Peter.

"Posso trovartela io Pan." esclamò Bella mentre scrutava il cielo in cerca di Peter.

Il ragazzo scese delicatamente sullo scoglio dove sedeva Bella.

"E dimmi come faresti a trovarla, traditrice?" chiese Peter.

"Posso riferire l'accaduto alle mie sorelle. Noi sappiamo ogni cosa che accade qui. Ma se io la trovo devi promettermi di ricambiare il favore, aiutandomi a fuggire dalla laguna e rimanere umana anche al tocco dell'acqua." propose Bella.

"Mh, fammi pensare per un momento." rispose il fanciullo.

"Fai presto! Sono gli unici momenti in cui sono sola!" esclamò la sirena.

"Affare fatto! E ricorda che se diventerai una di noi non dovrai mai più parlare, guardare o pensare a capitan Uncino!" disse Peter.

La sirena annuì con la testa e tornò sott'acqua dalle altre.

L'amore di UncinoWhere stories live. Discover now