CAPITOLO 24

4.3K 281 8
                                    

Passa un mese.
Di aron nessuna traccia.
Passo molto tempo nel bosco per aspettarlo ma più il tempo passa più mi convinco che non tornerà più.
La collana ha brillato e emanato quel calore altre venti volte in questa settimana.
Ovunque sia, di sicuro non mi sta più cercando.
Se lo avesse fatto a quest'ora sarebbe qui, no?

Ripenso al tempo passato con lui e al modo in cui gli sono saltata adosso, ringhiando.
Alle sue ferite.
Spero che non é rimasto il segno.

Del resto non voglio che si ricordi di me così: agressiva e piena di odio.

Penso sempre a lui, ogni secondo e mi immaggino lui, qui, con me  come un'ombra che mi sta accanto e mi protegge.
Il mio branco é più strano del solito.
Hanno esaminato metà del nostro territorio e non hanno trovato niente.
Forse cominciano a dubitare di me, pensano che gli stia tradendo.
Non bastava perdere la fiducia nel branco, devo anche essere presa per una traditrice.

Sono sul letto a guardare il sofitto, che novità.

La porta si apre ed entra mio padre.
Ha un sorriso che definire ebete é poco.
- vestiti, oggi usciamo a cena con l'alpha del branco del sud germania- disse.
Sembra contento.
- un altra cena di lavoro?- chiesi incredula.
Avevo partecipato ad almeno quatro cene nelle ultime due settimane e tutto solo perché era "una cosa di famiglia", così l'aveva definito mio zio ma non ha portato né la zia né logan.

Mi vesto con jeans, maglietta elegante che lascia scoperte le spalle e scarpe da ginnastica.
Un trucco leggero ed esco, appena in tempo.

Dopo il tragitto ci fermiamo ad un ristorante, abbastanza lussuoso.
É diviso in camere e ognuna é privata.
Entriamo in una con le carte da parati violacee e con i fiori bianchi.

Al tavolo sono seduti quatro persone.
Non me la prenderei se solo i posti non fossero divisi.
Il tavolo é lungo e ci sono cinque posti apparecchiati alla destra e due a sinistra.

Guardo interrogativa mio padre che mi rivolge un sorriso.

- benvenuti!- disse quella che deve essere la luna.
C'é l'alpha, la luna, il beta e un altro membro del loro branco.

La mia lupa mi da della stupida perché il membro deve essere il loro figlio e io non ci sono arrivata.

Dopo le presentazioni, l'alpha del loro branco mi indica un posto.
- noi dobbiamo parlare di lavoro e voi potreste fare amicizia- disse mio zio.

Notai uno sguardo complice tra di loro.

Socchiusi gli occhi mentre andavo a sedermi.
Lui si sedette a capotavola, un classico dei maschi che odio.
Mi sedetti alla sua destra, alla parete, dove é aparecchiato.

Il branco comincia subito a parlare di affari.
Guardo il ragazzo, jaylon.

Lui mi sta osservando, sembra incuriosito.
Prende a fare conversazione, chiedendomi cose che di sicuro sa già.
Cerco di rispondergli con calma ma mi irrita sempre di più.
Ci prendono gli ordini e io ho ordinato una pizza e lui ha fatto altrettanto.

Dopo qualche minuto dall'arrivo dei  nostri piatti, lui prende a fare delle battute.
Le trovo divertenti e mi tiro su di morale ridendo.
Lui non centra niente e non merita di certo essere trattato male.
Per una volta é bello dimenticare di aron e di quello che é sucesso tra a di noi.

A fine cena usciamo tutti dal ristorante che sono le undici.
A quanto pare il così detto incontro di affari é finito per essere un incontro tra amici.
Saluto jaylon e vado in macchina.

Tornata a casa mi butto sul letto.
Controllo la collana, in cerca di segni di "vita".
É scura e sembra ghiacciata.
Prendo a fare un combattimento mentale con la mia lupa.

Lei dice che il nostro compagno ci cerca e io le rispondo che non é così.
Ho molte prove che lo dimostrano.

Per cominciare perché aron deve cercarmi, visto che sa dove abito, seconda cosa sono passati quasi cinque mesi da quando sono qui, cosa sta aspettando?!

Alla fine lei si zittisce ma so che continua a pensarla diversamente.
Io mi sto arrendendo al fatto che non lo rivedró più.
Sospiro e vado a farmi una doccia.
Mi metto il pijama ed esco.
Mio padre é seduto sul letto.
- allora, come ti sono sembrati?- chiese.
- simpatici- risposi.
La verità é non lo so visto che ho parlato solo con jay.
- e il ragazzo?- chiese esaminandomi.
- carino ma niente di che- risposi.
- carino?- chiese quasi sorpreso- sai quante ragazze hanno messo gli occhi su di lui quando siamo usciti di lì?-.
- sì me ne sono accorta ma...- provai a dire, purtroppo non trovai le parole.

Dopo aver visto aron, quel così detto "strafico" di jay non é niente in confronto.
- tra un po lui tornerà in germania e non so, tu potresti fargli compagnia per il tempo che starà qui- disse.

- tanto non ho niente da fare- risposi.
- perfetto, mi piacerebbe che domani andate a fare un giro in città- disse alzandosi di scatto- passerà domani alle tre-.
Lui esce, facendo apposta, in questo modo non posso rifiutare.

Sbuffo e mi infilo sotto le coperte.
Prendo la pietra e la stringo in mano.
L'ultimo pensiero che mi passa in testa é " aron non verrà mai più e non posso rivederlo".

Mi si chiudono gli occhi e cado in un sonno senza sogni.

IL MIO MATE. Where stories live. Discover now