CAPITOLO 31

4.3K 295 12
                                    

Guardo il corpo senza vita.
Il suo sangue sulle mie mani e sulla bocca.

É dolciastro rispetto al sangue che ho assaporato, uccidendo.

Inspiro profondamente mentre il mio lupo prende a ululare dal dolore.
Tengo il suo corpo tra le mani.
No.
Non doveva andare così!
Alzo lo sguardo sulle guardie che stanno arrivando numerose, seguite dal suo compagno.

Vedo i miei uomini venire in avanti.
Ringhio ma sono in troppi, perfino per noi.
Lascio il corpo ormai gelido e corro via.
Dopo qualche ora arriviamo alla macchina.

Saliamo e io mi accascio sul sedile posteriore.

Ho ucciso la mia luna.
Ho perso il controllo. Volevo solo spaventarla ma la rabbia si é imposessata di me.

Sento il vuoto crescere dentro il mio petto ed é una sensazione orribile.
Krater mi odia a morte ma lo ignoro.

Torniamo al castello.
Dopo un paio di settimane finalmente arriviamo.
La barca é troppo lenta e io per tutto il tempo sono rimasto chiuso in cabina.

Sento un enorme masso sul petto.
Ho ucciso la mia compagna.
Non era mia intenzione.
Sì, ero arrabbiato ma non volevo arrivare ad ucciderla.
Volevo solo spaventarla e poi riportarla con me ma non mi sono controllato.
Le mie zanne nella sua carne, il sangue dolciastro tra le mie fauci.
Che cosa ho fatto?

Volevo spaventarla, invece non sono riuscito a trattenere la rabbia.
Krater mi stava aiutando ma ero io che l'ho uccisa.

Quanto vorrei tornare indietro per riparare il mio errore.
Ho passato anni interi a cercarla, da quando ero giovane e adesso, la mia sola e unica compagna ora é morta.

Sono scappato come un codardo.
Ho visto il suo corpo senza vita e pieno di sangue e non sapevo che altro fare.

Non lascio neanche la barca atraccare che scendo.
Fuori tutto il branco è in attesa.
Avevo detto che riportavo la mia luna qui e loro la stanno aspettando, pronti a festeggiare.

- allora?- chiese casimir.
- amethyst non ce l'ha fatta- dissi piano.
- cosa?- chiese elly.
- il mio lupo ha preso il sopravvento e l'ha uccisa- mentì.
Sono talmente codardo da mentire.
Le espressioni dei presenti sono incredule.

- hai ucciso la tua luna- disse casimir- questo ti degrada autenticamente fino a espellerti dal branco-.
Annuisco.
- fino a quando non porterai la tua luna qui sana e salva, e con la sua volontà, non potrai più tornare- disse mio padre gelido- altrimenti aspetterai fino a settecento anni-.
Annuì, andando in camera.
Presi le cose necessarie e me ne andai.

Settecento anni sono lunghi e ho bisogno di trovarmi un branco e un posto sicuro.
Comincio a vagare, nell'unico posto dove mi posso sentire al sicuro.

Tramuto e corro alla casa della mia luna.

Sono passate tre settimane dalla sua morte.
Due solo per arrivare al castello e almeno una per arrivare a casa sua sulle zampe.
Scometto che faranno il funerale presto, a casa sua.

E saró lì, ad assistere.






IL MIO MATE. Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz