CAPITOLO 36

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AMETHYST

Appena sveglia mi guardo attorno, sapendo che aron se n'é andato.
Apoggio il viso sul cuscino e inspiro il suo odore.

Sa di odore del bosco e un po anche di limone ma il secondo é molto debole.
So che sull'isola c'è una coltivazione di limoni e forse é per questo che é così debole, perché non ci mette piede da un po.

Scendo e mi trovo mio zio in cucina.
- dopo puoi passare nel mio ufficio, dobbiamo parlare- disse.
Annuisco e comincio a prepararmi la colazione.

Appena finisco vado nel suo ufficio.
- allora, di cosa vuoi parlarmi?- chiesi. - stamattina ho visto il tuo compagno e abbiamo parlato- disse-lui vuole portarti dal suo branco-.
- sì, ne abbiamo parlato ma io preferisco stare qui- risposi.
- perché, sembra gentile- disse.

- non è questo il punto- dissi- non voglio lasciare il branco-.
- secondo me dovresti-disse- state vivendo tutti e due a metà e non è giusto-.
- cosa diró a papà?- chiesi.
- a lui ci penso io- disse- ho chiesto al tuo compagno di aspettare quattro giorni, tu intanto preparati e non fiatare, dopo ci penseró io a spiegarglielo-.
- va bene- risposi prima di uscire.
- aspetta- disse.
Mi blocco sulla soglia e lo guardo.
- é un ottimo compagno, altrimenti non starebbe aspettando così tanto- disse.

- lo so- risposi.
Esco e vado in camera mia.
Prendo un borsone abastanza piccolo e ci metto le cose essenziali, tra cui qualche foto del branco.

Nascondo il tutto sotto al letto ed esco.
Penso a quello che diranno quando me ne andró.

I primi tre giorni passano velocemente.
Mi lascio andare nei ricordi, sapendo che non lo rivedró più questo posto.

Il quarto giorno andiamo tutti al lago.
Facciamo un bagno e poi un pic nic.
É una giornata bellissima e soleggiata.

Al tramonto sono pronta ad andare.
Sono tutti stanchi e sono sicura che saranno crollati entro mezz'ora.

Mi metto il pijama, in attesa di aron.

Verso mezzanotte sento bussare alla finestra.
Vado ad aprire ed aron mi sorride.
- pronta?- chiese.
Annuì.
Gli passo il borsone e lui lo prese, saltando agilmente a terra.

Io intanto mi tolgo il pijama e mi metto dei vestiti comodi.
Salta di nuovo sul balcone per prendermi in braccio e saltare giù.
Mi lascia e piano andiamo via.

La luce della luna piena risplende il nostro cammino.

Aron tiene il borsone con una mano e con l'altra il mio polso.
Procede con molta sicurezza e fatico a stargli dietro.

Dopo un ora di marcia arriviamo davanti ad una villa.
Lui entra senza problemi e io lo seguo.
All'interno è totalmente distrutta e impolverata.
Deve essere abbandonata da molto tempo.

Aron torna con uno zaino e mi riprende per il polso, trascinandomi fuori.

La direzione é sbagliata, tecnicamente dobbiamo andare ad est, invece stiamo andando a nord.
- perchè andiamo a nord?- chiesi.
- casimir mi ha bandito, quindi l'unico modo per arrivare sull'isola é una nave delle merci, il propietario mi conosce- disse.

-ma non puoi contattarlo?- chiesi.
- no, altrimenti qualcuno sarebbe venuto a prenderci- rispose.

Camminiamo per altre due ore.

Sentiamo dei passi e aron si ferma.
Mi guardo attorno, in cerca della fonte.

É qualcosa di molto grande, per esatezza un licantropo.

Annuso l'aria, sentendo odore di colonia e frutti di bosco.
Papà!

Stringo una mano intorno al suo polso e lui mi guarda, annuendo.
Ha già capito chi è.

Guardo il cielo che ha cominciato a schiarirsi.
Sono già le quatro del mattino.

Deglutisco a fatica mentre vedo un enorme lupo dal pelo castano chiaro e bianco, passarci a una decina di metri.

Alza la testa e ci guarda.
I suoi occhi risplendono di un verde molto chiaro.

Prende a ringhiare, guardo ad aron.
Io istintivamente mi stringo al suo braccio.

Qui finisce male!" Sussurra la mia lupa.

Mio padre viene avanti e aron si stacca da me, pronto a diffendersi.
Non tramuta perché cerca un accordo silenzioso.

Il lupo gli tira una forte zampata che fa volare aron contro un albero ma prima di sbattere tramuta, fermandosi agilmente sulle zampe.

Aron sarà anche vecchio ed esperto ma papà é un alpha.

Degluttisco a fatica, mentre i due si studiano a vicenda.

In meno di due secondi sono uno adosso all'altro, in uno scontro che puó essere mortale.

Uno scontro tra titani e solo uno puó uscirne vittorioso.

Ben presto aron comincia ad indietreggiare, mentre gli occhi di papà si illuminano sempre di più.
Dannazione!
Non posso stare a guardare mentre il mio compagno viene sbranato ma allo stesso tempo non posso tradire il mio alpha!

Che faccio?!

La mia lupa sta cercando di prendere il sopravvento e in meno di un minuto ho le fauci chiuse su un collo.

Ha una ferita da graffio sulla spalla.

L'altro lupo con occhi verdastri lo attacca sui fianchi mentre io trattengo la presa sul collo del lupo, come se fosse un comune cervo.


IL MIO MATE. Where stories live. Discover now