Primo capitolo

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È già passata una settimana.
Mi guardo allo specchio osservando le occhiaie sotto gli occhi, evidentemente pesanti. Ho lavorato tutta la notte per terminare quel l'unico capitolo, e spero che piaccia.
Provo a sistemare i capelli con il pettine, cosa che si rivela abbastanza inutile.
Sbuffo lasciando perdere il tutto.
Prendo i fogli in brutta, con qualche scarabocchio qua e là. Cammino velocemente in cucina, prendendo il caffè che Armin mi ha gentilmente preparato quando la mia sveglia ha svegliato lui, e lui ha svegliato me.
Dopo una ben desiderata tazza di caffè, metto una brioche in bocca, afferro le chiavi dal vaso porta oggetti all'entrata, ed esco di casa.
Frugo nelle tasche dei pantaloni mentre scendo le scale in cerca delle chiavi della mia auto con la brioche ancora in bocca.
So già che la "pettinatura" che ho tentato di rendere decente poco prima, può essere solo migliorata.

Salgo in macchina, spingendo con forza la brioche nella bocca nel tentativo di mangiarla in fretta, o affogarmi.
In ogni caso non sarebbe una cattiva idea.
L'editore mi starà aspettando. Probabilmente mi rifiuterà all'istante.
Infondo non mi conosce. Non sa se sono affidabile oppure no.
Ed è comprensibile.
Sospiro a questa idea, girando la chiave. La macchina non parte. Ci riprovo. Di nuovo lo stesso risultato.
Butto la testa in avanti, scontrandola contro il clacson. Non m'importa del casino. Per quanto adoro quest'auto, mi crea un sacco di problemi.
Provo a rigirare la chiave, e finalmente parte. -Aahh- sbuffo -grazie fottuta auto- borbotto soddisfatto ma infastidito.
Entro in strada, notando solo poi l'affollamento attorno a me.

Sono in ritardo solo di qualche minuto grazie al cielo.
Parcheggio e scendi velocemente dall'auto.
-Mi scusi, ma non può parcheggiare qui- dice un uomo alle mie spalle, -scusi ma sono in ritardo, giuro che fra qualche minuto la sposto- corro velocemente in direzione del palazzo. Alto più di venti metri.
Sembra che i muri siano inesistenti, sostituiti da grandi finestre limpide senza un filo d'alone.
Mi perdo per qualche secondo nel guardarli.

Lascio perdere il palazzo ed entro.
Una delle segretarie mi accompagna fino all'ascensore. I capelli biondi le accarezzando la chiesa mentre gli occhi son di un azzurro cielo. Mi ricorda Armin e sua sorella in un certo senso.
Preme uno dei bottoni -l'ufficio di Mr. Hanner è al penultimo piano- dice mostrandomi uno strano sorriso. Annuisco un po' confuso provando a ricambiare mentre le porte dell'ascensore si chiudono.
L'ascensore sale lentamente mentre l'aria fresca che emana il piccolo condizionatore nascosto, mentre una canzoncina accompagna ogni secondo.

Le porte si aprono finalmente, mostrando un'altra ragazza. Gli occhi color nocciola splendevano di allegria mentre dei corti capelli rossi sfioravano le spalle.
-Scusi ehm... D-dove si trova l'ufficio di... Mr. Hanner(?)- le domando un po' nel panico per la fretta.
Mi sorride anche lei come l'altra ragazza, però in modo sincero e dolce. -Lei deve essere il famoso scrittore di cui parlano tutti!- dice allegramente continuando a sorridere con gioia. Da come è vestita sembra una delle tante segretarie qui.

Mi accompagna di fronte ad una porta di un vetro opaco. -Grazie...- sussurro timidamente, -oh, di niente- lei mi sorride ancora -si rilassi, lui è un uomo come tanti nonostante tutto- si gira e se ne va.
Tendo la mano verso la maniglia della porta e tengo i fogli stretti nell'altra.
Ma la porta si apre prima ancora che io possa sfiorare il pomello.

Davanti a me, compare un uomo.
La prima cosa che noto sono... I suoi occhi.
Non so perché, ma... Mi sembrano familiari e chiari. Ma persi in un oscuro e gelido sguardo.
Sento dei brividi contro la pelle e la spina dorsale. Deglutisco non riuscendo a dire niente.
Noto poi, delle ciocche di un intenso nero sfiorargli la fronte mentre, sono assenti per una buona parte della testa. Da orecchio a orecchio. Sembra quasi uno di quei tagli tipicamente militari.
È vestito in modo elegante, con una giacca e cravatta rigorosamente nera come i suoi capelli. E una camicia in quella che sembra flanella bianca.
Lo osservo per qualche secondo. Osservo gli occhi socchiusi che mostrano appena il colore delle iridi che ho notato quasi subito, mentre il pallidume ricopre la sua pelle, e delle occhiaie cupe appena mostrate sotto gli occhi.
Poi collego... l'ufficio, l'uomo.

Sʜᴀᴅᴇs Oғ Yᴏᴜ • Sfumature Di Te • ERERIHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin