Venticinquesimo Capitolo

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l'attesa sembra sgretolare quel piccolo e strano momento vissuto poco prima in macchina.

Per qualche ragione, per quanto possa essere stato frustrante, ho sentito Levi più vicino.

Magari è stato un passo avanti...

L'ascensore sembra più piccolo e soffocante del solito anche se è sempre lo stesso. Anche Levi sembra il solito, eppure qualcosa è cambiato. C'è uno strano silenzio da quando siamo scesi dalla macchina.

Finalmente le porte dell'ascensore si aprono e ne usciamo fuori. Guardo Levi che sta davanti a me. Osservo il suo collo rasato, il suo corpo, la statura un po' più bassa di me e poi le sue mani... Le sue mani che sembravano stessero aspettando le mie... Perché questo grande desiderio di stringerle?

Posso chiedergli di fermarsi? Di smettere di camminare e guardarmi per un secondo. Ma, se lo facessi... Lo farebbe? Ricambierebbe un eventuale mio abbraccio? Ricambierebbe i miei guardi e la mia stretta? O lascerebbe andare le mie mani? Quanto odio questa confusione... Ti odio. Ti odio. Ti odio. Dio quanto ti odio, Levi...

Può essere che... In realtà sia lui ad odiare me? Questo pensiero mi blocca. Se fosse davvero così, cosa dovrei fare? Dovrei andarmene?
No, non lo lascerei vincere anche in questo. Sarò io ad odiarlo per primo. Sarò io ad averla vinta questa volta. Ma allora... Allora perché vorrei piangere?

-Eren...- lui è fermo, a pochi passi di distanza da me. Eppure sembrano metri e metri.
Guardo in basso, cercando di nascondere il mio viso dal suo sguardo.
Perché mi fa questo effetto anche col silenzio, nonostante abbia pronunciato solo il mio nome... Quella freddezza che usa, come se non gli importasse davvero di me. Mi fa male e paura allo stesso tempo. Infondo mi sta solo usando per suo semplice sfizio e soddisfazione. Lo so, l'ho sempre saputo infondo. Allora perché adesso...

-Eren, che stai facendo lì fermo?- mi chiede con lo stesso tono, con la stessa freddezza che usa di solito. Non lo capisci? Vedi com'è difficile? Vedi com'è difficile se non si parla...

-Perché sei stato così crudele con lei?- gli chiedo, lo sento sbuffare e la cosa mi da abbastanza fastidio -perché mi andava- risponde chiaramente.

Fa un passo verso di me, sento che mi sta guardando. Sento quegli occhi gelidi su di me non significa che gli importa. -Io...- no, non piangere -...Io ti odio- ammetto con strazio -tu sei...- singhiozzo. No, ti prego trattieniti -...sei insistente e brusco e...- vorrei non piangere, ma non ci riesco. Non posso più fermarmi -hai insultato e mal trattato una mia amica, solo perché ti andava... Ti andava? Davvero?- singhiozzo ancora mentre lui rimane in silenzio -lo hai fatto davvero solo perché ti andava?- gli chiedo ripensando a quello che era successo, a come mi sono sentito e a come mi aveva trattato fino a quel momento. Lo odio. Odio come mi fa sentire. Odio tutta questa importanza che gli sto dando.

-Io non ti capisco, non ti apri con me e non mi parli... Ma pretendi comunque che ti capisca all'istante. Come?- come le lacrime, anche le parole scorrono incontrollate -come pensi che possa farlo?- rimane in silenzio, come se fosse assente ed io stessi parlando da solo. Alzo il viso e lo guardo. Lo guardo con odio, disprezzo e disperazione... -Mi fai sentire così stupido...- ammetto in fine con un filo di voce, non riuscendo più ad aggiungere nient'altro ma le lacrime continuano a scendere. -Ti odio- cerco di ripetere singhiozzando. Mi sento così patetico.

Non voglio farmi vedere così. Non voglio che lui mi veda così.

Mi sembra di essere solo. Mi sento così solo adesso.

Come se fossi un bambino chiuso in una stanza buia, spaventato a morte ed in cerca di qualcuno che lo conforti, che spazi via le sue paure una volta per tutte.

Sento le sue mani gelide e pallide sul viso. Le sue dita sottili mi accarezzano le guance, sembrano amorevoli e delicate, mi stanno illudendo ed io mi sto lasciando illudere da così poco. Di nuovo, è stato lui a vincere. Anche in questo lui è più bravo di me.

Non so se si può chiamare raggiro o imbroglio ma le sue mani sono riuscite a stravolgere ogni mio pensiero. Lo odio proprio per questo. Lui prende il sopravvento su di me ed io glielo concedo senza difendermi o esitare. Questo piccolo uomo riesce ad avermi in qualsiasi momento ed in qualsiasi modo. -Mi dispiace...- sussurra, ripetendolo più e più volte. Non riesco ad aprire gli occhi e guardarlo, non posso. Non posso sopportare un suo sguardo adesso. La sua fronte si appoggia sulla ma e sento il suo respiro profondo e calmo -Eren...- non sussurrare il mio nome, non in questo modo... Riesco a cogliere dell'affetto nei suoi gesti ed in quel suo tono, ma un dubbio, per quanto possa sembrare stupido, continua a tormentarmi: Ci tiene a me?

Se non glielo chiedo, non lo saprò mai. Giusto? Schiudo le labbra, cercando di parlare. Un fardello si presenta improvvisamente impedendomi la parola per qualche secondo. Devo raccogliere tutto il coraggio e tutta la voglia che possiedo nel sapere cosa pensa.

-Scusa...- sussurra ancora con quel tono, sembra così dolce.

Prendo un profondo respiro e apro leggermente gli occhi guardando in basso, osservando i nostri piedi che sono così vicini... -Ci tieni a me?- scappa via dalle mie labbra con un tono pieno di amarezza, scappa via con la terrificante paura di come potrà rispondermi.

Un silenzio, lungo e all'apparenza interminabile, si fa spazio. Mi trafigge il petto e non posso far altro che aggrottare le sopracciglia e resistere.

Le sue mani sembrano stringere ancor di più le mie guance ed il suo viso si fa più vicino al mio. Sento il cuore battere, sempre di più e sempre più forte. Ogni battito smezza ogni respiro che faccio ed ogni secondo che passa cattura sempre di più quel poco di fiato che mi rimane.

Le sue labbra si appoggiano sulla mia guancia destra, dedicandole un piccolo bacio -sempre...- sussurra per poi appoggiarle sulla guancia sinistra -sempre...- ripete, appoggia ancora una volta le labbra sulla punta del mio naso e di nuovo -sempre...-.

Non capisco, anzi... Più che altro, ho paura di fraintendere.

Si mette sulle punte, baciandomi la fronte -sempre- dice di nuovo.

-Sempre di più...- le sue mani continuano ad accarezzarmi e vorrei tanto che non mi lasciassero andare. Eppure, nonostante la sua risposta, sento quel peso sul petto che non mi lascia andare. Il mio corpo si irrigidisce, richiudo gli occhi cercando di trattenermi e di fermare queste stupide lacrime... Questa stupida sofferenza...

Se è davvero così allora non sostituirmi. Non sostituirmi, ti prego...

-Se...- dillo. Dillo, stupido idiota. Perché sembra uno sforzo così sovrumano? -Se ci tieni a me...- sì, vai. Puoi farlo -allora...- niente lacrime questa volta, nessuna esitazione. -Se ci tieni a me... Allora tienimi-.

Le sue braccia mi avvolgono il collo, mi stringe. Improvvisamente vengo avvolto dal suo profumo: un delicato aroma di tabacco coperta, non del tutto, dal buon odore del suo bagnoschiuma.

Avrei voluto trattenere le lacrime, avrei voluto non ricominciare a piangere davanti a lui, ma ciò che mi aveva sussurrato all'orecchio mi aveva fatto crollare ufficialmente: -ti tengo-.

Sʜᴀᴅᴇs Oғ Yᴏᴜ • Sfumature Di Te • ERERIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora