Undicesimo Capitolo

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-Hanna si chiese perché mai una persona come lui, la stesse guardando.
Provò ad evitare quegli occhi, che la facevano rabbrividire. Gelandole le ossa con quel ghiaccio che possedeva i suoi occhi.-
Sbuffo. La trama si sta tramutando in qualcos'altro. Non è come l'avevo prevista.
Hanna, dovrebbe essere indipendente, trovare l'amore per se stessa da sola.
Quel qualcuno non dovrebbe esistere, non nella mia storia. Quell'uomo. Perché sto scrivendo di lui? No. No, è sbagliato.

Strappo quella pagina. Gettando a terra quel pezzo di carta. Il cestino è troppo colmo per dare un posto all'ennesimo foglio accartocciato.
Non riuscirò mai a scrivere qualcosa di veramente decente. Sbaglierò tutto. Sto sbagliando tutto.
-Perché a me- inizio a pensare al Karma di cui Hanji ne è fanatica. Forse non ha tutti i torti. Potrebbe essere vero? Ma... Cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo?
Mi sto approfittando di lei. Non è così?
Mr. Ackerman... Ho accettato la sua richiesta. Spero solo di non pentirmene.

-Eren?- una mano mi scuote la spalla mentre io apro pigramente gli occhi.
Mugugno qualcosa che neanche io conosco il significato -Cosa c'è?- mi strofino la punta delle dita sugli occhi, sbadigliando rumorosamente.
-Armin?- cerco di scacciare via il sonno, provando ad aguzzare la vista e avere un immagine chiara del biondo.

-Sto accompagnando Christa all'aeroporto- mi avvisa, mentre io annuisco e appoggio di nuovo la testa sulla scrivania.
Analizzo attentamente le parole di Armin.
Porta Christa All'aeroporto.
Scatto, cadendo quasi sui miei stessi piedi.
-Armin aspetta!- urlo sbattendo il mignolo contro la porta. Mugugni addolorato senza fermare i miei passi, e cammino zoppicando nel corridoio.

-Vengo anch'io- sussurro con la voce rauca inseguendo il biondo verso la porta.
È una stata una fortuna dormire vestito. Disgustoso, ma pur sempre fortuna.

-Oniichan?- sbadiglia Christa dietro di noi mentre. Sorrido e continuando a guidare.
Armin è seduto al mio fianco, mentre ci avviciniamo alla meta.
Rifletto in questo momento silenzioso, di pace.
Dolore, piacere, soddisfazione.
Cose che mi preoccupano, ma che lui ha promesso di donarmi. Mi chiedo solo come potrà mai aiutarmi con i miei problemi.
Parcheggio la macchina con questo dubbio.

Christa scende dalla macchina stiracchiandosi. Poi osserva malinconica l'entrata da dove la gente va e viene.
-Oniichan...- si volta verso di noi. Le sue labbra sono tremanti mentre gli occhi traboccano di lacrime -Onii... Oniichan...- le sue mani si posano sui suoi occhi ed inizia a singhiozzare.
-Christa...- sussurro confuso, mi avvicino a lei e poco dopo Armin fa lo stesso.
-Io voglio rimanere- singhiozza ancora mentre so che sottili lacrime le bagnano la pelle. -Non voglio andare via Oniichan!- borbotta provando a trattenere i singhiozzi, anche se non ci riusciva.

-oh...- mi avvicino a lei e la abbraccio, mentre Armin le accarezza la schiena -Christa che ne dici se fra un paio di settimane vengo dalla mamma? Mh?- le domanda con uno sguardo dolce.
Lei alza la testa dalla mia pancia e guarda il fratello -Davvero?- domanda tirando su col naso.
-Certo, manca poco a natale no?- le sorride, mentre lei annuisce. Alza la testa verso di me -anche tu Oniichan?- si riferisce a me e mi guarda con quei suoi grandi occhi.
-Beh ecco...- non sono sicuro, infondo è la loro famiglia. Non la mia.

-Dubito che Hanji prenderebbe un treno o un aereo- tiro fuori Hanji anche se non sono certo di ciò che ho appena detto.
-oh... Ho capito- sussurra quasi delusa, e mi si spezza il cuore. -Proverò a convincerla okay?- cerco di recuperare un sorriso, è per mia fortuna ci riesco.

Christa mi sorride contenta.
Armin la accompagna, mentre io li aspetto con Bezzy (Bezzy la macchina).
Accarezzo il parabrezza nell'attesa. Mr. Ackerman non sa tutto. Non sa che Bezzy l'ho guadagnata io. Da solo.

Qualcosa di familiare mi distrae.
Una macchina nera. Un'Audi nera.

-Eren- Armin si avvicina e mi affianca -tutto okay?- mi chiede stranito, notando la mia espressione perplessa.
-Ehm sì- scuoto la testa facendo il giro della macchina -andiamo-.
Entriamo in macchina, Bezzy come suo solito non parte ai primi giri della chiave. Ma finalmente parte e ce ne ritorniamo a casa.

Il computer suona, segno che è appena arrivata una e-mail.
Mi alzo dal letto dirigendomi curioso verso la cribrano a dove il computer è stato messo da parte. Lo apro aprendo la cartella della e-mail.

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Da Levi Ackerman per Eren Yäger
Oggetto: Lavoro

Sono lieto che lei abbia accettato la mia offerta.
Il mio autista verrà a prenderla questa sera. La porterà in posto più appartato, dove noi potremo parlare. Naturalmente, se a suo piacimento e volere, nel nostro contratto verranno modificati i dettagli. Anche se desidererei che ne sia entusiasta.

Spero che non si tirerà in dietro Mr. Yäger, infondo è solo a tempo indeterminato. Giusto?

-Da Levi Ackerman della Ackerman Company
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Non so cosa significhino le sue parole. Se è solo una mia impressione, che dovrebbe essere preso in tutt'altro modo da ciò che sembra.
Osservo quella e-mail ancora una volta perplesso. Questa sera. Sono già le sei.
Mi alzo in tutta fretta e corro verso il bagno.
Faccio la doccia e quasi cado grazie al sapone.
Quando esco mi asciugo frettolosamente i capelli, e sospiro di fronte allo specchio.
I miei capelli. Non troverò mai la pace per colpa loro.

Sbuffo lasciandoli perdere ancora una volta.
Mi vesto, nel modo più decente che trovo.
-Eren hai visto la mia...- Armin si ferma sulla soglia della porta, mi analizza -un appuntamento di cui ti sei dimenticato?- domanda divertito.
I miei capelli non posso essere così buffi. Mi passo una mano sui capelli sperando di migliorarli.
-in verità è stato tutti improvvisato poco fa- borbotto mettendomi le scarpe. -E lei chi è?- mi domanda curioso come sempre.
Chi non è. -Lui. É Mr. Ackerman- cerca di sembrare il più scontroso possibile, anche se sento una strana emozione nascere al solo pensiero.
-Ooohh...- esclama più interessato di prima -il tizio bello e intelligente- ridacchia col tono di una tredicenne innamorata.
Lo guardo, intuendo la presa in giro.

Gli lanciò un cuscino mentre lui inizia ridere -okay scusa scusa- prova a trattenere un'altra sonora risata -però guarda il lato positivo- tossisce per colpa delle risate precedenti.
-Sarebbe?- borbotto anche se ridere con lui era una tentazione.
-Non approfitterà di te- dice in modo evidente -infondo non sei una segretaria super sexy- ridacchia.
Provo a ridere con lui, anche se mi riesce in modo poco divertito e falso -già- sussurro passandomi una mano sul collo.

Guardo l'orologio sul polso -cazzo- impreco a bassa voce. -Che succede?- domanda vedendomi allarmato.
-È tardi- impreco un'altra volta, mentre in tutta fretta mi avvicino alla porta spintonando quasi Armin. -C-Ci... Ci vediamo più tardi- balbetto chiudendomi la porta alle mie spalle.

Sʜᴀᴅᴇs Oғ Yᴏᴜ • Sfumature Di Te • ERERIWhere stories live. Discover now