23) Don't Fear The Reaper

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La Impala del 67 sfrecciava verso la periferia della città a velocità da suicidio. I fari illuminavano la notte quel tanto che bastava per non andare fuori strada. Dai finestrini usciva musica rock anni 70 a volume improponibile. La ragazza alla guida rideva da sola. Sembrava ubriaca. Senza guardare la strada abbassò lo sguardo sulla radio. Cambiò le stazioni fino a trovare HEROES di David Bowie. Se l'era scopato anni prima quel tipo. Nulla di trascendentale. (Per lei!, lui l'aveva cercata fino a qualche giorno prima di morire). Certe donne... Rimangono nel cuore per sempre. Colpiscono e spariscono. Lei era la peggiore che potesse capitare ad un uomo... e anche ad una donna. Schivò con naturalezza un cane randagio che attraversava la strada. Poi, senza scomporsi minimamente puntò un tizio che stava facendo jogging notturno mettendolo sotto. Mentre il tipo, (ormai senza vita), volava giù dalla scarpata, lei continuava a cantare a squarciagola... Adorava quella canzone! Le faceva pensare alla giovinezza eterna. Se c'era una che sapeva godersi la vita era lei! Libera come l'aria, pazza come uno psicopatico strafatto e Molto... Molto... Molto... Pericolosa! Adorava quella macchina! L'aveva rubata a due fratelli... Due cacciatori di demoni. Mai visti due così diversi eppure così uniti. Almeno finché non incontrarono lei che li sedusse entrambi... Assieme... In una notte folle gli fece dimenticare la loro missione di una vita... Il fatto che fossero fratelli e tutto il resto... Una delle serate più divertenti di sempre... Addirittura ad un certo punto lei che li guardava e loro che davano "spettacolo" per aggradarla... Nella speranza che ne scegliesse uno da portare con se... Quasi si uccisero l'un l'altro... Alla fine li uccise entrambi lei. Semplicemente perché era stanca della serata. Bevve il loro sangue mescolato con del vino rosso e poi si addormentò tra i loro corpi ancora caldi e sanguinanti. La mattina dopo ancora sbronza di sangue prese la loro macchina parcheggiata fuori dalla casa. All'inizio neanche sapeva che tipo di macchina fosse. Le piaceva il rombo di quel motore. L'atmosfera che c'era all'interno come fosse stata testimone di mille avventure... Sorrise quando trovò l'arsenale nel portabagagli. E passò due notti a leggere il diario trovato all'interno del portaoggetti, (insieme ad una COLT d'epoca), appunti di un certo John Winchester... Un tizio pieno di paranoie... Che iniziò a cacciare demoni dopo che uno di loro, Azazel, uccise sua moglie. Lì, interruppe la lettura per saltare a capitoli più intriganti. Non era interessata a sapere della loro saga famigliare. Mentre fantasticava... La strada scorreva sotto le gomme... Stava andando a trovare un "vecchio amico".

Lucifero era in casa. Serata stanca. Dopo tanti giorni di "festa" si era deciso a rilassarsi per una sera. Chiuso in camera perché nessuno lo vedesse in versione "tranquillo". Se non fosse stato immortale avrebbe detto che quella sera si sentiva "vecchio". Semplicemente aveva un momento di vuoto. D'altronde cosa poteva saperne lui della vecchiaia? Era "giovane" da sempre e per sempre... Non poteva sentire dolore fisico ne emotivo. Niente poteva scalfirlo. Se non se stesso o le sue paranoie. Il vuoto però lo metteva a disagio da sempre. Immaginare di avere l'eternità disposizione e non sapere come usarla. Quando quella sensazione lo prendeva sentiva dentro qualcosa di simile alla morte umana. Di solito riempiva quel vuoto con la droga o con l'alcol... Spesso entrambi assieme... Con l'aggiunta di sesso, (magari sadomaso che era più eccitante gli piaceva torturare i maschietti con la frusta), Ma da un po' neanche questo "cocktail" calmava quella sensazione di precipitare in eterno nel buio. Era di nuovo in crisi.

DANGER era allo Slash. Non ci andava dalla volta che... Mah! Vabbè ormai neanche voleva pensarci. Storia vecchia. Era da sola. Ma non lo sarebbe rimasta a lungo, di solito andava li per cercare compagnia... Non importava di quale sesso. Voleva solo bere un po' fare due chiacchiere, ballare e magari se c'era l'occasione fare qualcos'altro. Non avrebbe mai portato lì qualcuno al quale tenesse veramente perché c'era un'atmosfera che avrebbe fatto schifo anche a Lucifero in persona. Pieno di disperati. Gente che se fosse morta non sarebbe mancata a nessuno... Anzi! Ma lì almeno poteva fare casini senza essere guardata e se le fosse capitato, (come la volta scorsa), di uccidere qualcuno sarebbe (quasi) passata inosservata. Entrò, si mise al banco. E dopo la prima dozzina di shots di "Purple Drank" decise di andare in bagno a rimettersi in sesto.

La Impala si fermò di fronte allo Slash. Non era la meta della ragazza ma era tanto che non ci andava. E poi era in città "a sorpresa", nessuno la stava aspettando quindi poteva prendersela comoda. Uscì dall'auto... Tacchi altissimi... Bellezza disumana, vestito attillato di pelle nera e capelli rosso cupo. Si avviò verso la porta con un'eleganza che lasciava senza fiato. Saltando la fila si avviò verso la porta. Il buttafuori pelato ed enorme rimase con la bocca mezza aperta per lo stupore. Passandogli accanto la ragazza gli toccò il petto muscoloso. Tolse la sigaretta dalla bocca e gliela spense addosso. Il tizio rimase impassibile. Entrò spostando le tende rosse all'entrata e si ritrovò in quel mondo parallelo perdizione che era quella discoteca. Un ragazzo ubriaco le venne incontro... "Bel colore DANGER!" Le disse. Lei lo guardò un attimo negli occhi. (Un suo amico arrivò in fretta per portarlo via). Non gli rispose... Aveva già sentito questo nome. Ma in quel momento non le diceva nulla. Prese una birra da un tavolino. I ragazzi seduti la fissarono senza dire nulla. Ne bevve un po'. Faceva schifo. La poggiò tre tavoli più giù. Si avviò verso i bagni. Due ragazze si stavano baciando. Le girò intorno. Poi entrò nel primo bagno libero. Chiuse la porta. In quel momento fece l'unico gesto poco di classe della serata: chiuse la tavoletta del water. Preparò una striscia di "cocaina nera" e chinandosi la tirò su da lì. Come una tossica qualsiasi. Come quelle adolescenti perse in sala. Si alzò e si mise seduta sul gabinetto. Testa in su. Aspettando che arrivasse la botta fino al cervello. Chiuse gli occhi.

Si aprì la porta del bagno accanto al suo. Ne uscì DANGER. Si guardò allo specchio. Aveva la faccia sfatta. Forse non era serata per darsi ai bagordi. Andò barcollando verso l'uscita un tipo la guardò con aria interrogativa... "Cazzo vuoi?" Chiese DANGER indispettita. Il ragazzo abbassò lo sguardo. C'era qualcosa di diverso in lei. Uscì e il fresco all'esterno la rese un poco più lucida. C'era una bella macchina parcheggiata. Si avvicinò e la guardò con attenzione... Le piaceva. Se fosse stata meno ubriaca di quella roba l'avrebbe presa per fare un giro, ma non si sentiva di guidare i quelle condizioni, Non per paura di farsi male ma più che altro di distruggere un capolavoro del genere! Sarebbe stato un peccato. Spiegò le ali e zigzagando volò verso casa. La serata non era stata il massimo.

La ragazza coi capelli rossi uscì dal bagno. Aveva le pupille dilatate ed era un po' su di giri. Si sedette al banco e chiese una bottiglia di qualcosa di forte. Non era tipo da uscire lucida da un locale notturno. Adesso che aveva bevuto e preso coca non sembrava più così bella. Gli occhi le avevano preso un brillio cattivo. Una luce strana che metteva timore. Non sembrava più una strafiga in cerca di divertimento ma una persona dalla quale era meglio stare alla larga. Non era eccitante. Era inquietante. Si alzò dal banco e decise che era ora di andare a far visita alla sua vecchia conoscenza. Era sulla porta quando si accorse che il ragazzo di prima la stava fissando. Si avvicinò. Il ragazzo imbarazzato fece finta di guardare altrove. Lo prese per il mento con la mano. Lo girò fino a farsi guardare. Era spaventato. Avvicinò le sue labbra a quelle del ragazzo. Poi... Scoppiando in una risata lo spinse via così forte che si sentì chiaramente il collo spezzarsi. Rimase steso a terra. Lentamente uscì come se nulla fosse... Tirò dritto verso l'Impala. Infilò le chiavi, il rombo riempì la notte. Partì sgommando verso la sua meta... La musica di nuovo altissima anticipava il suo passaggio di almeno un isolato.

DANGER era rientrata da una mezz'ora. Il tempo di fare una doccia per riprendersi. Non aveva osato fare un bagno caldo per paura di addormentarsi nella vasca: Le avrebbe rovinato la pelle. Voleva solo mettersi a letto. Era preda di una sbronza malinconica. Se non fosse stata così stanca sarebbe anche potuta diventare aggressiva. Una musica in lontananza riempiva l'aria. Strano. Di solito la zona era silenziosa. Non la disturbava. La musica si avvicinò... Sempre di più, Finché d'un tratto si spense. Dopo qualche minuto qualcuno bussò alla porta. Era tardi e non succedeva mai. Si alzò più per curiosità che per altro. Aprì la porta e si trovò davanti... se stessa! Un fottuto doppelgänger! Aveva di fronte un'altra DANGER ma coi capelli rossi! Se non avessero cambiato colore i suoi sarebbero state identiche! "Ma chi cazzo sei?!?!?" Disse DANGER come in preda ad un'allucinazione. L'altra fece una risata sguaiatamente satanica per poi dire: "Piacere Lilith, regina degli inferi!!!"

Dietro DANGER apparve Lucifero... Non sembrava stupito. I due si guardarono intensamente, uno sguardo che non faceva presagire nulla di buono...

When love and death embrace Where stories live. Discover now