53) When Love And Death Embrace

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Il castello sembrava deserto. Non c'era traccia di Lilith né della ragazza Emo. Eppure l'angelo sentiva che era vicina. Provò a chiamarla a voce alta. Nessuna risposta. Iniziava a sentirsi angosciato. La disperazione lo stava prendendo lentamente ma inesorabilmente. Stava rivivendo la sensazione di incomunicabilità che li aveva portati alla rottura. Provò a pensarla intensamente... Gli arrivò di rimando una risposta nella mente... Era lei: "Vattene! È tutta colpa tua!". Sentì come un pugno nello stomaco. Non era il momento per crollare, ma di fronte a lei era impotente. Era sempre stata la sua forza. Senza di lei non era nulla... E contro di lei non aveva difese, ma se anche ne avesse avute non le avrebbe usate. Lui era così: nei rapporti sentimentali pensava sempre in modo drammatico. "Ti prego dimmi dove sei! Voglio solo salvarti, poi sparirò per sempre!", disse mentalmente. Era già quasi in lacrime. "Hai già fatto il massimo per rovinarmi la vita... Adesso basta!", rispose lei ancora una volta. Quelle frasi dette con disprezzo lo avvilirono ancor di più. Perché?, perché nonostante cercasse di prodigarsi per tutti, non riusciva mai a salvare le persone che amava, (e se stesso),  dal dolore? Perché non riusciva a farsi amare? Voleva solo salvarla. L'unico suo desiderio era di poter provare ancora quel calore umano che solo con lei aveva assaggiato fino in fondo. E lei adesso lo ripudiava. Provò a farla "parlare" ancora ma lei non rispose. Decise di tornare indietro per raggiungere l'androgino ma... Si ritrovò in un corridoio che non ricordava di aver attraversato: ancora giochi mentali oppure la sua mente ricordava male? Forse nessuno dei due. Si sentiva come attirato verso una stanza in particolare che sembrava essere la copia stessa della libreria che avevano alla villa degli angeli. Dentro trovò l'androgino che lo stava aspettando. Gli fece cenno di non fare rumore, l'angelo tacque. Nel silenzio più totale della stanza si sentiva un brusio arrivare dall'altra parte della parete: Due voci che sembravano lontane chilometri, eppure dovevano essere molto vicine. Provarono a buttare giù file di libri senza trovare nulla. Cercarono una botola o qualcosa del genere ma niente. L'angelo era esasperato da questa silenziosa ricerca e nel frattempo l'eclissi stava iniziando. In pochi minuti sarebbe arrivata al culmine e lui avrebbe perso per sempre la possibilità di salvare l'unica ragazza che amava. Senza  di lei, poco gli sarebbe importato del resto e di se stesso: se anche Lilith avesse distrutto il mondo non si sarebbe sentito toccato. Senza quella ragazza tutto quanto avrebbe perso significato. La sua stessa vita soprattutto. L'androgino indicò uno specchio infranto che rifletteva i loro volti migliaia di volte ma in ogni riflesso avevano un'espressione differente come fosse lì per rappresentare tutte le emozioni delle persone specchiate. L'angelo prese la rincorsa e istintivamente ci si gettò dentro... L'altro lo seguì: si ritrovarono nella stanza segreta di Lilith: teneva la ragazza davanti a se per proteggersi puntandole un coltello alla gola. "Se vi avvicinate la uccido!", disse senza traccia d'incertezza nella voce. L'angelo la guardava. Non aveva paura per il semplice motivo che se l'avesse uccisa in quel momento non avrebbe ottenuto nulla, (a parte essere uccisa poi da lui!). L'androgino sembrava come bloccato passava con lo sguardo dalle ragazze all'angelo senza riuscire a dir nulla... Poi d'improvviso corse verso Lilith sperando stupidamente di anticiparla. Lilith fece un passo indietro e minacciò di gettarsi con la ragazza da una finestra apparsa dal nulla. Non aveva più niente da perdere ormai, si sentiva accerchiata quindi era disposta a tutto e pericolosa. La situazione non era facile. C'era lei vicina alla finestra e c'erano loro due ad un paio di metri di distanza ai suoi lati: nulla poteva muoversi senza innescare un disastro. L'androgino disse mentalmente all'angelo che avrebbe provato a buttare giù entrambe, lei e la ragazza Emo. A lui sarebbe toccato il compito di salvarla gettandosi assieme... Sarebbe stato pericoloso ma era l'unica maniera, sperò di farcela. Contò fino a tre... Da lì... Scoppiò il caos più totale.

L'androgino scattò per cercare di spingerle contro la finestra aperta ma poco prima di arrivare a loro, Lilith gli tirò addosso la ragazza... Lui la travolse e caddero tutti e tre separatamente... L'angelo si gettò a sua volta cercando di recuperare lo svantaggio... Successe tutto in pochi secondi ma a loro sembrava di muoversi al rallentatore... L'androgino abbracciò Lilith più forte che poté per non fargli spiegare le ali... Era una specie di missione suicida ma l'importante era fermarla. L'angelo gli passò vicinissimo in picchiata... Lei allungò un braccio afferrandogli un'ala... Cazzo!, lo stava rallentando... Si girò per colpirla e lei per difendersi lasciò istintivamente la presa... Lui riprese a precipitare follemente... Riuscì a stento a raggiungere la ragazza Emo provando a proteggerla col proprio corpo... Ma... Caddero di fianco sbattendo la testa entrambi. Rimanendo a terra... Vicino a loro, lentamente, si stava formando una pozza di sangue denso e scuro.

L'androgino e Lilith gli caddero sopra schiacciandoli. Poi iniziarono a combattere... Lui era di una potenza spaventosa anche se lei non era da meno. Pugni, calci ecc... Uno scontro epico. Finché lui non si distrasse sentendo qualcuno alle sue spalle lamentarsi: Non capì chi fosse dei due ma forse erano vivi... In quel momento Lilith lo colpì forte con un calcio nello stomaco che lo fece volare per qualche metro fino a sbattere sul muro, il tempo di attutire il colpo e... Lei era sparita. Ancora una volta. Attorno a loro come per magia sparì tutto quel mondo creato dalla sua mente malata. Si ritrovarono nella loro realtà. Sotto una pioggia fitta. Erano nel giardino di casa di Lucifero come sputati fuori dal portale a specchio. L'androgino corse subito dentro a chiamare DANGER e Lucifero. L'angelo e la ragazza Emo erano... ? Non aveva coraggio di avvicinarsi per sincerarsene. Girava per le stanze cercando aiuto... Non sapeva cosa fare... Li trovò entrambi nella stanza di lei, stavano parlando seri di qualcosa d'importante. Subito tacquero quando lui irruppe nella stanza... Lo guardarono con aria interrogativa: era sporco di sangue. Aveva i vestiti strappati, era spettinato e con lo sguardo allucinato eppure era lo stesso di una perfezione unica. DANGER gli chiese preoccupata cosa fosse successo... Lui raccontò brevemente... Singhiozzava... Per la prima volta lo videro piangere... Lei si alzò e uscì dalla porta correndo... Li lasciò da soli. Lucifero lo guardava impassibile... Come ci si aspetterebbe da un bastardo come lui non mostrò la minima emozione. Gli chiese solamente se avesse recuperato anche "l'altro ingrediente". L'androgino lo guardò con profondo disprezzo. Poi disse: "Quì fuori ci sono le persone più importanti della mia vita... Credo siano morte... E tu mi chiedi del tuo stupido cuore? No! Non l'ho trovato, ma non credo comunque che ti sarebbe servito a molto!". Lucifero lo guardò con odio, si avvicinò sostenendo il suo sguardo in segno di sfida... poi rabbiosamente rispose: "So cosa sono loro per te... So che... Lo so dannazione! So tutto quello di cui abbiamo parlato quella notte! Non dire mai che io non ho un cuore solo perché dopo una delusione ho deciso di non usarlo più!". Sembravano sul punto di battersi. Poi il suo sguardo sembrò perdere durezza, e passandogli accanto gli dette una paterna pacca sulla spalla, poi uscì dicendo: "Vado a vedere cosa succede sperando che non sia come tu credi...". L'androgino rimase qualche secondo nella stanza da solo. Poi tirò le mani fuori dalle tasche della felpa. La sinistra era piena di sangue che colava: Stringeva forte il cuore di Lucifero... Un cuore che non avrebbe mai più avuto indietro perché non lo meritava. Lo strinse fino a farlo esplodere come un palloncino pieno di sangue.

Appena arrivata fuori... DANGER cacciò un urlo spaventoso... Iniziò a tremare... Non poteva essere... Sentiva che stava per avere un'esplosione di rabbia ma al tempo stesso le stavano salendo le lacrime... Cadde in ginocchio. Non poteva vederli così: non poteva crederci... Erano a terra... Inermi... Non davano segni di vita ma erano vicini come non mai... Come erano sempre stati nei loro momenti più cupi. Le loro braccia si stringevano... I loro visi... Come congelati nell'attimo che precede un "dolce amaro" bacio d'addio. Sembravano ancora proteggersi l'un l'altra... Proprio come quando... l'amore e la morte si abbracciano.

Fine (?)

Bonus track.... ⬇️

When love and death embrace Where stories live. Discover now