31) Drunk On Shadows

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La ragazza Emo pensava ancora al "sogno" fatto la notte appena trascorsa. Dopo aver mandato il messaggio a DANGER si era preparata per andare a scuola. Poi come al solito aveva spento il telefono. Durante le lezioni lo usava raramente. In quel momento avrebbe voluto farlo perché all'improvviso era stata colpita da un'ondata di malinconia pazzesca. Troppe visioni anche per lei. Specialmente perché al mattino non ricordava mai i sogni e già ricordarne uno le sembrava strano. L'alcol le aveva violentato la psiche fino in fondo. Sognare cose erotiche sulle gemelle... Per non parlare della fugace ombra dell'angelo oscuro... Comparso dal nulla come per inquietarla e poi subito sparito. In realtà era ancora convinta di averlo visto la sera dell'incendio. Ok! Era intossicata dal fumo... Forse qualcuno poteva addirittura aver drogato le bibite. Quegli occhi viola sotto il cappuccio non erano quelli verdi nei quali innumerevoli volte si era persa prima di un bacio... ma la luce dolcemente malinconica che emanavano, era quella, né era sicura! La ricordava. Non era più, forse, il ragazzo che aveva visto autodistruggersi per la fine del loro amore... Ma l'anima era la stessa come il suo senso di protezione verso di lei. Nonostante non lo avesse potuto osservare chiaramente in faccia, era quasi certa fosse lui. Ricordava vagamente la sua voce rotta dall'emozione dire a DANGER: "Portala in salvo non farla morire... Se non dovessi salvarmi dille che l'ho amata tanto!". Sentì qualcosa nel cuore. Una piccola irregolarità nel battito che indicava un'emozione vecchia rinfrescata dal ricordo. Lei era così: doveva trovare una spiegazione scientifica a tutto. Va bene, l'amore altro non è che una reazione chimica... e di quella droga chiamata "amore" non ci si libera mai. Abbiamo tutti bisogno di una dipendenza che ci tranquillizzi l'anima, (Che esiste innegabilmente anche se non si può vedere!), E lei era quella di quel ragazzo che tanto l'aveva amata... Tanto da morirne. "Signorina per cortesia faccia attenzione alla lezione!" Disse con tono scherzoso il professore di educazione artistica riportandola alla realtà, poi avvicinandosi, le tolse delicatamente di mano il foglio sul quale, (inconsciamente), stava disegnando... Lo studiò un attimo... sembrava interessargli molto... Poi disse a bassa voce: "Modo molto personale di interpretare l'amore... Complimenti! Mi piacerebbe poterlo considerare come un compito in classe... Posso tenerlo?". La ragazza guardò un attimo il disegno... Distratta dalle sue fantasie non si era resa conto di scarabocchiare con la matita viola. Aveva disegnato un pentacuore senza neanche sapere cosa fosse. Non ricordava di averlo mai visto prima d'ora ma al tempo stesso era sicura di non averlo inventato lei. Era nella sua testa. Forse una reminiscenza degli strapazzi degli ultimi giorni... Inoltre dormiva in modo alquanto frammentario... Doveva prendere l'abitudine di appuntarsi i sogni, si disse. Così se mai un giorno avesse deciso di andare da una psicologa... Avrebbe potuto dargli una chiave d'accesso al suo linguaggio interiore. Chiese di poter fotografare la sua "opera" e poi la lasciò al prof un po' a malincuore anche se le sarebbe valsa un bel voto che di certo non avrebbe comunque aumentato la sua media già del 10. Vabbè... Finito il "siparietto" poteva finalmente tornare a pensare ai fatti suoi senza che nessuno la guardasse. Si rilassò. Perse il colorito purpureo dal viso, (dovuto all'imbarazzo di essere la regina  della scena), e tornò al suo amato pallore vampiresco. Con fare da ninja prese il cellulare da sotto il banco e mandò la foto a DANGER con su scritto: "Il prof mi ama... Per questo schizzo fuori programma mi ha messo un bel voto!". Dopo pochi secondi arrivò la risposta lapidaria dell'amica: "Ok". Ci rimase un po' male... Di solito DANGER era scontrosa con tutti tranne che con lei. Le mandò un altro messaggio: "Tesoro tutto okay?". E l'altra "Si! Ma non ho voglia di parlare!". A quel punto non sapendo cosa rispondere, la ragazza mandò un messaggio a Lilith: "Lily ciao! Scusa il disturbo... Sai cosa succede a tua sorella? Le ho mandato un mex per scherzare e mi ha risposto freddissima!". Lilith colse l'attimo e rispose: "Se mi spieghi forse posso aiutarti!". La ragazza le inviò la foto e le spiegò un po' l'accaduto. Lilith riflettè due secondi poi disse: "Non so per quale motivo sia fredda comunque quel simbolo ce l'ha tatuato sul seno... Non lo hai visto l'altra sera?". La ragazza riflettè un attimo... Proprio non lo ricordava... Probabilmente l'aveva visto di sfuggita e magari anche sognato... Nulla di strano... L'aveva incamerato... DANGER le piaceva e inconsciamente le era tornato in testa. A quel punto iniziando a sentirsi a disagio rispose semplicemente: "Scusa devo andare". Poi spense il cellulare. Si era agitata... Aveva definito indirettamente  "schizzo" il tatuaggio di DANGER cazzo! Non avrebbe dovuto... Non... Non... Ma cosa le stava succedendo? La testa iniziò a girarle vorticosamente... Stava per svenire... Chiese di andare in bagno per sciacquarsi... Il prof le diede il permesso fece un paio di passi... Le si appannò la vista... Svenne prima di arrivare alla porta.

Si ritrovò in un posto che non conosceva. Sembrava uno di quei paesaggi del cyberspazio che "visitava" sempre online quando era nervosa. Metteva i suoi occhiali 3D e passeggiava virtualmente, era meglio che nella realtà perché lì era tutto a modo suo. L'atmosfera cupa stranamente la rilassava. E se "incontrava" qualcuno che le voleva parlare bastava bloccare la chat e poteva proseguire tranquilla. In quel mondo si sentiva una specie di Dea. Questo posto le dava la stessa sensazione. Solo che la saturazione delle varie sfumature di rosso era più inquietante... Più reale... Aveva dei Blackout visivi. Nero... "Realtà"... Nero... "Realtà"... Nero... "Realtà". Aveva quasi paura... C'erano delle fiamme. Esseri terrificanti con ali di pipistrello. Finalmente lo riconobbe: era l'inferno! Si rendeva conto di essere svenuta ma quella visione era così convincente... Così lucida... Da mandarla in confusione. Timorosa cercava un punto di riferimento per tornare alla realtà: Una voce lontana... Una sensazione fisica come il freddo che strideva col fuoco che la circondava... Ad un certo punto indietreggiando sbattè a qualcuno. Il cuore le si fermò per un attimo interminabile. Si girò insicura... Impaurita... Trovandosi faccia a faccia con un tipo col viso coperto da un cappuccio, chiese balbettando: "Chi sei?". "Il tuo angelo custode!" Rispose lui scoprendosi il volto...

Si svegliò di soprassalto... sul lettino dell'infermeria. Stava sudando... Era confusa... Molto confusa... Due occhi la stavano osservando... Vedeva solo un'ombra indistinta...

When love and death embrace Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora