51) For You

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Si rifugiarono come già era successo più volte nella biblioteca della villa. Sempre nella semioscurità. Più che sembrare due conoscenti che parlavano, davano l'impressione di essere gli unici due membri di un circolo segreto chiuso al resto del mondo. L'androgino aveva sempre quell'aria così misteriosa... l'angelo rimaneva ogni volta incantato da questo personaggio enigmatico così "distante" eppure così familiare. Nella sua testa lo vedeva come un grande conoscitore di segreti che puntualmente rimanevano tali, perché mai aveva spiegato chi fosse e come facesse a farsi vivo sempre nei momenti più importanti quasi come se li spiasse. Rimaneva comunque degno di fiducia, mai aveva complicato le cose, semplicemente però... Ogni volta che appariva c'era qualche guaio da risolvere. "Immagino che tu non sia quì per chiedermi come va vero?", chiese l'angelo. L'androgino rimase serio: Se la sua faccia non fosse stata tanto inespressiva, l'angelo avrebbe pensato che in quel momento fosse preoccupato oppure  offeso per la scortesia con la quale gli si era rivolto. "Purtroppo so come stai... Anche meglio di te!", rispose infine guardandolo negli occhi. L'angelo gli rivolse ancora un'occhiata interrogativa. L'altro sembrò pesare i propri pensieri per scegliere le parole più adatte. Poi disse senza girarci troppo attorno: "Mi serve il tuo aiuto per salvare la ragazza Emo!". L'angelo sembrò non capire... Poi chiese: "Sarebbe?". L'androgino sospirò... Era messo peggio di quanto credesse. Poi rispose pazientemente: "Una persona importante". "Una persona importante...", ripeté l'angelo. Rifletteva lentamente... Stava ripassando mentalmente quell'assurda conversazione ma non trovava un motivo per non girare i tacchi e andarsene in camera sua. "Ti fidi di me?", chiese L'androgino. L'altro rispose: "Non mi hai mai tradito... Quindi certamente!". Aggiungendo poi: "Posso sapere come mai proprio io?". "Perché è giusto che sia così... Un giorno ti sarà chiaro il motivo!", rispose L'androgino. "Dove si va?", chiese ancora l'angelo... l'altro rispose: "Non lo so... Ma ci arriveremo!". L'angelo non capì la risposta... Forse, pensò, quel tipo strano ogni tanto si divertiva un pochino a prenderlo in giro con le sue frasi criptiche. Ma vabbè... Ormai aveva deciso che sarebbe andato... Aveva bisogno di conferme: doveva capire se poteva ancora fidarsi di se stesso e delle proprie capacità. "Come ci muoviamo?", chiese ancora. L'androgino gli spiegò che sarebbe entrato nella sua mente e avrebbe trovato lui il luogo. Poi sarebbero andati tramite un portale. L'angelo a quel punto stava per tirarsi indietro... Ne aveva abbastanza di essere manipolato e portato dentro e fuori dalla sua stessa psiche. Come era stanco di avere "ospiti" dentro di se. Ormai non riusciva quasi più a capire se ci fosse sul serio solo lui nella sua mente o se ancora ci fosse una festa di alcolizzati. Qualcosa però in fondo al cuore gli diceva che la causa era importante, così acconsentì. L'androgino gli chiese solo di pensare ad un ricordo felice, anche se in quel momento sentiva di non averne, avrebbe trovato lui il modo di percepirlo. L'angelo provò ad immaginare qualcosa che aveva passato, non trovò nulla perché la sua memoria era danneggiata... Ma lo stesso nella sua mente all'improvviso si formò l'immagine di una ragazza dolcissima che gli sorrideva. Di rimando sorrise a quel viso immaginato pur non sapendo chi lei fosse... Nel profondo del proprio cuore se ne stava innamorando per l'ennesima volta. Da quando l'aveva conosciuta, era così ogni volta: non appena incrociava il suo sorriso, subiva lo stesso, ancestrale imprinting. Aprì gli occhi e guardando L'androgino disse con sguardo trasognato: "È bellissima!". L'altro sorrise per la prima volta quasi commosso... Poi rispose: "Lo so!", e aggiunse: "Per questo stiamo andando a riprendercela!".

Lilith entrò nella stanza. La ragazza Emo la guardava inespressiva. Non le avrebbe fatto godere la propria paura. Il demone notò la cosa ma non disse quanto le piaceva questo suo atteggiamento. Se tutto fosse stato diverso avrebbe cercato di farla sua. Era stanca di deboli uomini sottomessi. Voleva una compagna. Qualcuna con la quale lasciarsi andare alla pari. Una complice. "Non vuoi sapere cosa succederà?", chiese alla ragazza. Lei non rispose. Lilith continuò: "Ho rubato il cuore del re degli inferi. Poi ho rapito te... L'unica umana amata di amore puro da un angelo. Anzi!, lui è... molto più di un semplice angelo. Durante l'eclissi diverrò finalmente una potenziale anche io! Prendendo in me il potere dell'amore dell'angelo sacrificandoti...E quello dei demoni mangiando il cuore di Lucifero!". Il cuore della ragazza stava battendo ad una velocità dolorosa... Lo sentiva quasi esplodere... Lilith dovette accorgersene perché si avvicinò poggiando una mano nel punto in cui batteva, sembrava volerle infilare una mano nel petto per strapparglielo. Per fortuna non lo fece. "A più tardi!", disse con tono leggero, come se dovessero vedersi per la cena. Probabilmente era così, solo che la cena sarebbe stata (forse) la ragazza. Si girò ed uscì dalla stanza lentamente.

L'androgino adesso sapeva dove fosse la ragazza. Dovevano solo usare un portale per arrivarci perché il posto non era in cielo né in terra né in paradiso e neppure all'inferno. Era stato creato da lei. L'angelo chiese: "Dove troviamo un portale?". L'altro rispose candidamente: "A casa di Lucifero chiaramente!". Durante la strada L'androgino provò un po' a spiegargli che Lilith avrebbe provato a confonderlo, che era identica a DANGER ma non era loro amica e che se fosse stato necessario avrebbero dovuto colpire senza pietà. La priorità non era uccidere lei ma salvare la ragazza. Arrivati a casa di Lucifero, L'angelo voleva... Entrare, chiedere aiuto... Alla fine se si fossero uniti anche il diavolo e DANGER sarebbe stato molto più facile no? Ma L'androgino insistette per andare solo loro. Gli sembrò strano ma forse era per farsi notare meno... Il portale in quel momento era solo un normalissimo specchio. L'androgino lo aprì con la mente. Poi chiese ancora al ragazzo di immaginare quel sorriso che tanto lo aveva (ri)colpito... Era quel pensiero che li avrebbe portati nel posto giusto... Quando lo vide sorridere... L'androgino gli saltò addosso spingendo entrambi all'interno del vortice... In un attimo si ritrovarono dall'altra parte... Fuori ad un enorme... Inquietante... Castello Gotico... Circondato da un ruscello melmoso pieno di animali ripugnanti... E ricoperto di piante rampicanti che sembravano vive. Sulla cima delle torri, terrificanti gargoyle dalla rugosa pelle di pietra ruggivano... Il loro disumano grido di dolore riverberava nella notte fino ai confini del cielo. La situazione faceva decisamente paura: Lilith aveva fatto le cose in grande. "È il nostro momento!", disse L'androgino. L'angelo gli diede un pugno sulla spalla in segno di complicità. Poi rispose: "Fino alla fine!!!". Si avviarono con passo sicuro verso il cancello...

When love and death embrace Where stories live. Discover now