41) Pretending

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"Po... Posso spiegarti!". Si schermò DANGER agitatissima, la ragazza Emo non l'aveva mai guardata così male. "Mi fai schifo!", le rispose gelida. DANGER indietreggiò come in soggezione provando a dire qualcosa ma l'altra le andò incontro dandole uno schiaffo. Poi, scoppiando a piangere disse: "Io ti volevo bene! Mi fidavo di te!". DANGER aveva quasi le lacrime. Non riusciva a spiegarsi, a farle capire che era lì per cercare di rimediare. "C'è stato un solo momento che tu non abbia finto?", chiese ancora la ragazza. L'altra aprì appena la bocca ma prima che potesse parlare la ragazza tuonò: "Lascia perdere non dire altre cazzate!". Poi lentamente salì sul letto: voleva provare ancora una volta ad entrare nella "gabbia mentale" dell'angelo per liberarlo. Gli toccò la fronte. Era bollente. Stava delirando. "Lascia andare me!", le disse ancora DANGER. Poi mentendo aggiunse: "So come riportarlo indietro!". La ragazza sembrò pensarci un attimo... Poi la guardò negli occhi e scosse la testa contrariata: Con grande dolore si rese conto che non si sarebbe mai più fidata di lei. Si girò verso l'angelo... Poi carezzò delicatamente con il palmo della mano il sigillo sul suo collo... "Per favore no!", disse ancora DANGER saltando sul letto per provare a spingerla via... ma appena la toccò, la luce del suo marchio s'illuminò a sua volta: In un flash entrambe si ritrovarono proiettate dentro la sua mente. Ma in un sogno differente. Probabilmente l'angelo stava facendo resistenza dopo la "visita" di DANGER. Era una reazione normale. Si stava rifugiando ancora più a fondo. Forse in un posto così nascosto della sua mente che nessuno avrebbe potuto più raggiungerlo.

Nel frattempo Lilith si crogiolava tra le braccia forti di Lucifero. Si coprirono con quello che rimaneva dei loro vestiti strappati. Lei si sentiva molto debole. Era strano: di solito quasi si nutriva di tensione erotica e tra loro ce n'era parecchia. Avrebbe dovuto sentirsi bene. Incolpò l'alcol della cosa. Anche se era abituata doveva ammettere che avevano esagerato. Lui invece sembrava aver già smaltito. Finse di addormentarsi tra le sue braccia. In realtà si stava godendo la situazione... In fondo a chi non sarebbe piaciuto trovarsi tra le braccia bollenti del re degli inferi? Di sicuro il carisma non gli mancava. E poi era di una tale bellezza. Sorrise pensando che nonostante tutto erano una gran bella coppia... di dannati! "Dobbiamo andare...", disse lui aiutandola ad alzarsi interrompendole quel gradevole flusso di pensieri. Poi la prese in braccio... Lei sorrise. Lui le baciò la bocca... E in un battito di ciglia sparirono nel nulla. La stava portando di nuovo nella casa a Seoul. Non riusciva a percepire la ragazza Emo e non essendogli vicino non poteva sapere come se la stesse cavando. Avrebbe lasciato Lilith nelle mani di DANGER per tornare da lei e controllare di persona. Se fosse stato il caso poi... L'avrebbe raggiunta all'interno del sogno per darle una mano. Ma quella era l'ultima ipotesi. Non amava lasciare il suo corpo incustodito. Tantomeno mentre la sua proiezione era in un mondo dove Lilith era praticamente onnipotente.

Le ragazze si ritrovarono in una città deserta bagnata da una pioggia fittissima.
Non avrebbero saputo dire se fosse o meno Seoul. Ne se fossero nel presente. Nulla che potesse dare indizi sul dove e il quando. C'erano insegne al neon dei più svariati colori scritte in una lingua sconosciuta. Dai tombini uscivano nuvole di fumo di una sfumatura indefinita. Era qualcosa di particolare e al tempo stesso inquietante. In lontananza... un palazzo di cristallo nero lucido. Senza finestre. Sembrava la monolitica dimora di un vampiro. Scie di luci intermittenti fendevano la pioggia da dietro l'oblò della porta d'ingresso. Forse era una specie di discoteca? Si avvicinarono incuriosite. Sulla porta nessuno, decisero di entrare. Aprendola furono investite da un vento caldo che odorava di feromoni. Se ne accorse anche la ragazza Emo che grazie al marchio di Lucifero aveva affinato l'olfatto. Istintivamente si voltarono l'una verso l'altra con complicità. DANGER scoppiò a ridere ma l'altra riprese subito la sua espressione corrucciata guardando davanti a se. Al demone però non sfuggì questo particolare: forse, pensò... non era ancora del tutto fuori dal suo cuore. La ragazza entrò per prima. L'altra la seguì. Non voleva mollarla neanche di un passo anche se lì probabilmente erano tutti "uguali" come se, a parte Lilith e il ragazzo angelo, nessuno avesse il benché minimo potere di modellare quel mondo di fantasia. L'atmosfera all'interno era stranissima. Non c'era nessuno in carne ed ossa: Ombre nere ballavano al ritmo di luci psichedeliche e musica tribale. Come in una specie di rave fantasma oppure un antico rito sciamanico di esseri di un remoto futuro, (quindi più evoluti rispetto a noi), sembrava che invece di "parlare" con gli Dei... Le ombre stesse lo fossero e stessero cercando di comunicare con esseri simili a loro ma di altri mondi. Il tutto aveva un qualcosa di mistico ma anche di fisico. Qualcosa che aveva a che fare col corpo ma anche con l'anima. Col nulla ma anche con l'infinito. DANGER guardò la ragazza Emo e poi disse preoccupata: "Ma in che cazzo di trip siamo finite? Cosa le ha fatto quella maledetta nella mente?". La ragazza non trovava le parole... Adesso iniziava sul serio a pensare che non l'avrebbero "ritrovato" mai più...

Lucifero portò Lilith in camera sua. Lei disse di voler fare un bagno caldo, e gli chiese se volesse farlo assieme. Lucifero rifiutò cortesemente stando attento a non metterla sul chi vive, poi aggiunse che sarebbe andato a prendere qualcosa da mangiare per entrambi. Uscì dalla stanza mentre lei stava riempiendo la vasca con acqua calda ed essenze profumate. Sembrava tranquilla. Andò a cercare DANGER in camera per dirle di tenerla d'occhio ma non la trovò. Perlustrò le altre stanze: Sembrava scomparsa. Iniziò a sospettare qualcosa. Si affacciò dalla finestra e notò che anche l'Impala era sparita. C'erano tracce di copertone che indicavano che l'auto fosse partita sgommando verso il retro della casa. Ebbe una brutta sensazione... Di corsa scese le scale, si augurò di sbagliare ma conosceva troppo bene la follia di DANGER... Infatti arrivando davanti al garage... Trovò la sua Harley distrutta... O per meglio dire... La trovò morta. Il portale era chiuso quasi del tutto per via dell'energia utilizzata per farla passare con l'auto. Come aveva fatto a non pensarci? Era una cosa da lei! Ma ancora di più si sentì sciocco per non essersi accorto che li avesse seguiti fino all'inferno. Non sapeva che piani potesse avere, però stranamente l'idea che la ragazza Emo non fosse sola lo tranquillizzò. Sarebbe andato lo stesso ma non sentiva più la sensazione di pericolo imminente... Almeno finché tornando in camera... Si rese conto che Lilith era scappata...

Le ragazze erano ancora nella sala delle ombre. Decisero di dividersi per cercare tracce. DANGER provò di nuovo a formulare un pensiero per cercare di chiamarlo. Sicuramente poteva sentirla ma non stava rispondendo di proposito, non voleva essere trovato. La ragazza invece girava alla rinfusa per la sala senza sapere esattamente cosa fare... D'un tratto DANGER ricevette un messaggio confuso. Si "materializzò" nella sua testa ma non era "la voce" dell'angelo, era diversa. Veniva dalla consolle. Strano come non l'avesse notata prima di quel momento. C'era L'androgino, (che fungeva più da cerimoniere che da DJ.), Le disse mentalmente: "Cercalo nel bagno dei maschi ma non portare la ragazza Emo. È meglio che non lo veda!". DANGER guardandolo ebbe come la sensazione di conoscerlo. Non ricordava cavolo! In quel posto era tutto maledettamente confuso e più tempo ci rimanevano più anch'esse ne rimanevano prigioniere. "Grazie!", pensò. Lui da lontano le regalò un sorriso complice. La cosa non sfuggì alla ragazza Emo che incrociando per un attimo anche lei lo sguardo con quell'essere etereo sentì di... Non sapeva spiegarsi perché ma lo sentì molto vicino... Quasi... Insomma... Provò un bene istintivo molto profondo... Anche se confuso. Si distrasse un attimo nel pensare questo e... quando lo cercò ancora con lo sguardo si accorse che era sparito! Per lei era troppo! Stava impazzendo, doveva uscire da quel posto malato che sfidava ogni logica. Un po' riluttante nel farlo si avvicinò a DANGER e le disse che aveva bisogno d'aria... L'altra colse l'occasione al volo e le disse che l'avrebbe raggiunta dopo essersi andata a sciacquare il viso. Appena la ragazza uscì, DANGER corse nel bagno dei maschi... Spalancò la porta in fretta. Voleva sorprenderlo prima che cambiasse di nuovo rifugio. Si trovò di fronte ad una scena che non le piacque: Sinceramente avrebbe preferito trovarlo a far sesso, sarebbe stato più semplice convincerlo che fosse tutto un inganno della sua mente. Resistere l'attrazione fisica forse avrebbe potuto... Ma vederlo amoreggiare... No cazzo! Lo conosceva bene ormai: "Difendersi" dall'amore gli era decisamente impossibile. La situazione stava precipitando sempre di più Lilith gli era entrata dentro nel modo più subdolo...

L'androgino era di nuovo nel suo posto senza tempo. Non avrebbe voluto ma era dovuto intervenire ancora una volta. Quella sera, pensò, era stata una recita per tutti. Ognuno aveva finto con se stesso e con gli altri. Era deluso... Forse non da tutti però, si disse, ripensandoci bene... In fondo la ragazza Emo era stata l'unica coerente con se stessa. L'unica a non aver finto. Aveva seguito il cuore. Quanto all'angelo... Alla fine, stava solo ingannando se stesso. Si domandò se ci fosse un castigo per una colpa contro se stessi... Poi amaramente si rispose che forse il castigo, era proprio la speranza. Quella cosa che lo faceva alzare ogni mattina per riprendere a correre nella direzione sbagliata... 

When love and death embrace Where stories live. Discover now