39) I Will Be The End Of You

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Lilith e Lucifero stavano bevendo come due pazzi! Praticamente dopo le due bottiglie a testa avevano continuato con qualsiasi cosa ci fosse di alcolico in quel locale di merda. Gli altri clienti... (Quattro o cinque), disturbati dalle loro risate sguaiate se ne erano andati. Il tizio al bancone, temendo che diventassero aggressivi, provò a dirgli di darsi un contegno ma non finì neppure la frase che Lilith gli aveva già spaccato una bottiglia in testa tagliato la gola col manico. Lucifero davanti a quella scena per poco non cadde dallo sgabello dalle risate! Cazzo se si divertivano quei due assieme! Mentre pensava questo si rese conto di essere già ubriaco. Ormai era in serata, al massimo avrebbe rimandato la sua vendetta, L'importante era salvare L'angelo... Ma... Cosa cazzo stava pensando? Era lì per un motivo serio e tempo "pochi" bicchieri di roba e già era di nuovo il suo compagno di giochi? Doveva darsi una regolata. Lei lo guardò col suo solito sguardo e... Scoppiarono a ridere ancora! Lilith sembrava veramente di buonumore, probabilmente non era meno ubriaca di lui. Faceva battute volgari e gli dava pacche "amichevoli" sulle spalle. Sembravano due marinai in una di quelle locande al porto piene d'alcolizzati falliti. All'improvviso per il gran ridere Lilith stava per cadere, Lucifero istintivamente provò a prenderla... Finirono entrambi a terra. Da lì continuarono a ridere... Poi lui l'aiutò a rialzarsi e si spostarono su dei divani unti e schifosissimi. Lei rideva fino alle lacrime. Seduta sulle sue gambe lo abbracciava. Lui le baciava il collo. Era... Cazzo era sereno!!! Non era possibile!!! Vabbè alla fine stava facendo la sua parte di lavoro quindi cosa c'era di sbagliato? Proprio non riusciva a sentirsi in colpa per come stava gestendo la situazione, ma non era forse questo il segreto della vita? Scegliere istintivamente la cosa che ci fa stare bene in quel momento senza pensarci su? Ma si! Dopotutto era Lucifero! Poteva solo amare le tentazioni e Lilith lo era eccome! E stasera si sarebbero divertiti come ai vecchi tempi! Anzi... Più a lungo sarebbe durata la serata, più la ragazza avrebbe avuto tempo per agire. E... Mentre pensava confusamente questo nel frattempo aveva già infilato una mano nelle mutand... Ma... Quali mutandine?!? Non le indossava!!! La guardò con aria maliziosa... Lei non aspettava altro! "Cosa stai aspettando?", gli disse. "Vai sotto il tavolino e... Infila la tua bella lingua biforcuta dove vuoi!!!". Lui non capiva più nulla! Nonostante la odiasse, lei era ancora in grado di farlo sentire vivo. Quando c'era lei non sentiva quel senso di noia così profondo da sembrare la morte. Era eccitato e pieno di vita: Era come un essere umano quando è felice. Andò sotto il tavolino... Infilò la testa tra le gambe e la lingua... Altrove! Adorava il suo sapore! Era come... Boh! Probabilmente gli unici umani che avrebbero potuto capire cosa provasse nell'assaggiarla erano gli eroinomani. Immaginò la sensazione di caldo orgasmico che si dice si provi quando quella sostanza maledetta arriva fino al cervello... Solo che lei era più devastante di qualsiasi droga... Lei era... Cazzo! Era perso con la lingua nella sua parte dolce e... Era lui a godere? Ma che potere aveva questa donna? Alzandosi scaraventò via il tavolino. La tirò su con un braccio solo, con un movimento rapido dell'altro tolse i vetri rimasti sul bancone e poi la poggiò poco delicatamente lì... Le tirò su la gonna... Si slacciò i pantaloni di pelle... La voleva. Sinceramente era troppo ubriaco per darsi spiegazioni sulla natura di quell'eccitazione non capiva se era solo sesso sfrenato o se ancora provasse qualcosa. Forse il suo cuore funzionava anche a distanza? Nel dubbio... La prese per i capelli violentemente... La fece scendere dal bancone in malo modo. A lei piaceva. La fece inginocchiare davanti a lui tra i vetri rotti e l'alcol che bagnava il pavimento. Le portò il viso verso il suo sesso... Lei lo prese in bocca. Non voleva che il loro amplesso somigliasse minimamente al "fare l'amore". L'avrebbe trattata come una troia qualsiasi. Era la sua piccola vendetta. Entrambi erano maestri nel portare gli altri ad un passo dal "culmine" per poi lasciarli lì a sbavare di desiderio inappagato poco prima di... Era il loro modo per creare dipendenza e sottomissione nelle persone. Lui lo aveva imparato da lei. Glielo aveva appena dimostrato non penetrandola. Era bagnata, lo voleva... Si capiva da come stava succhiando: Era eccitata al punto da voler godere anche semplicemente facendo godere lui. In quel momento era lei ad essere sottomessa. Sapeva però che anche lui la desiderava. Doveva solamente essere così brava da farglielo dire a voce alta. Dai suoi gemiti era chiaro che non gli sarebbe stato possibile parlare spontaneamente. Era troppo preso. Andava invogliato: smise di succhiarlo un attimo. Lui le mise immediatamente una mano dietro la nuca carezzandola, (lei ebbe un brivido), poi spingendola verso di se con delicatezza disse: "Non smettere! Ti prego...". Con quel "ti prego" si era tradito. Lei chiese: "Mi desideri?". Lui rispose: "Ti voglio!". E lei con voce più dura fece: "Non è quello che ho chiesto... Rispondi!". Lui la guardò, poi non resse il suo sguardo e distogliendolo imbarazzato rispose con voce sommessa: "Si! Ti desidero!". Lei si alzò in piedi. Gli mise una mano sotto il mento e di nuovo lo costrinse ad affrontare il suo sguardo. Lui abbassò ancora gli occhi. Lei gli carezzò i capelli. "Dillo ancora ma guardandomi negli occhi!", lo incalzò. E lui trovando coraggio per un attimo appena, la guardò... Poi disse "Ti desidero... Lilith! Ti desidero come non ho mai desiderato nessun'altra!". Ancora una volta, soddisfatta, poteva dire di aver sottomesso il re degli inferi. Adesso che aveva ribadito il suo dominio poteva iniziare il vero divertimento. "Allora prendimi!", gli disse. E lui, come una bestia infernale liberata dalle catene dopo mille anni di digiuno, gli saltò addosso... E buttandola di nuovo sul bancone le strappò i vestiti con violenza... Poi si strappò la felpa, le allargò le gambe e iniziò a penetrarla con passione. Con altrettanto slancio lei lo accolse in un amplesso devastante. Ancora una volta erano solo loro. D'un tratto lei disse tra il serio e lo scherzoso: "Sarò la tua fine!". Lui aprì gli occhi un attimo e guardandola rispose: "Lo so!". Poi richiudendoli, riprese a baciare la sua bocca invitante...

La ragazza Emo era sulla soglia della porta. Respirava a fatica per l'agitazione. Dentro era buio. L'angelo parlava da solo. Non capiva bene cosa dicesse. La voce era la sua indubbiamente, accorse che le era mancata: lei stessa più di una volta l'aveva definita "una carezza per l'anima", e lui ogni volta la ringraziava con l'imbarazzo di chi stenta ad accettare un complimento perché sa, (oppure crede), di non meritarlo. Non se la sentì di accendere la luce pur sapendo benissimo che non si sarebbe svegliato. Forse non era ancora pronta per vederlo di nuovo. In quelle condizioni poi, probabilmente le avrebbe ricordato il giorno del suo funerale e poi la visita in casa sua. Qualcuno la guardò con curiosità credendo fosse un'estranea: In pochissimi sapevano chi fosse perché lui la proteggeva come fosse il suo segreto più grande! E infatti era proprio questo per lui! Un'oasi felice ed incontaminata. Ripensò alla prima volta in cui entrò nella sua stanza, il loro primo bacio dopo aver scherzato un po'. Ci entrò di nuovo durante la visita. Si nascose li come fosse camera sua e stranamente nessuno si azzardò a dirle nulla. Era come se tutti d'un tratto avessero capito quanto lei fosse parte di lui. Quel giorno per la prima volta in vita sua suonò la chitarra che lui avrebbe sempre voluto regalarle ma che lei considerava un dono troppo grande da accettare. Se solo si fosse resa conto che qualsiasi dono a lui non sarebbe mai sembrato esagerato perché le aveva già regalato l'anima. E lo aveva fatto con tutto l'amore di cui era capace perché lei era l'unica che veramente la meritasse. L'angelo all'improvviso chiamò il suo nome. Lei saltò sul posto... Le tremavano le gambe. Quasi sarebbe voluta scappare. Ma sapeva che lui al contrario non l'avrebbe fatto e lo aveva dimostrato anche dopo che lo aveva lasciato. Specialmente quella sera alla festa. Si fece coraggio, si avvicinò al letto. Anche al buio poteva vedere il marchio che Lilith gli aveva lasciato sul collo: brillava di un rosso un po' sbiadito. Probabilmente alla luce le sarebbe parso rosa. Secondo le indicazioni di Lucifero avrebbe dovuto "unire" il suo marchio a quello dell'angelo. Il resto sarebbe successo da se. Posò la sua mano bollente sul collo del ragazzo. Non successe nulla. Andò nel panico: aveva sbagliato qualcosa? Provò a guardarsi il palmo della mano ma il suo marchio non sembrava luminoso. Ripensando alle raccomandazioni di Lucifero ricordò le sue ultime parole: "Mettici tutta la tua passione!". A quel punto capì cosa intendesse. Si mise a cavalcioni su di lui: Quante volte lo avevano fatto per "gioco" quasi sempre poi, tirandosi indietro... Non gli sembrava mai il momento "perfetto". La loro prima volta, pensavano, sarebbe dovuta essere speciale! Che peccato pensò... Che non si fossero resi conto che ogni attimo passato assieme era già unico! Mise di nuovo il palmo della mano sul suo collo come a carezzarlo. Lui gemette di piacere. Poi sorrise... Lei sorrise di riflesso come se ancora stessero flirtando dolcemente. Poi una specie di nube rossa lo circondò... Sentì come se la realtà intorno a loro stesse perdendo consistenza... Stava per entrare nel suo sogno.... Stava per parlagli... Non vedeva l'ora di "rivederlo". In quel momento sentì aprire la porta... Ma era tardi per interrompere il rito... Era come se si stesse addormentando. D'un tratto sentì la voce di DANGER in lontananza che le diceva: "Scusami per quello che sto per fare... Giuro che è per te!". Poi un colpo fortissimo alla testa la fece svenire. DANGER la tolse da sopra L'angelo. Prese il suo posto... Poi baciandogli il marchio sul collo varcò ancora una volta la porta della sua psiche... Era dentro di lui...

When love and death embrace Where stories live. Discover now