50) Please Don't Let It Go

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Era pomeriggio inoltrato. Quella notte ci sarebbe stata l'eclissi lunare. La ragazza Emo se ne stava chiusa nella "sua stanza". Era un momento "no", forse l'ultimo. Si chiese se il "sacrificio umano" di cui sarebbe stata vittima l'avrebbe uccisa o, (ancora peggio), l'avrebbe trasformata in qualcosa di diverso come era successo a lui. Cazzo! Nei due anni che lo aveva creduto morto nonostante il dolore per l'accaduto era convinta comunque di avere le sue buone ragioni per odiarlo. E anche quando se l'era ritrovato davanti in forma di qualcosa di dannatamente indescrivibile non era riuscita ad aprirsi di nuovo a lui. Era forse senza cuore? Avrebbe mentito a se stessa se avesse detto di non rendersi conto che veramente quel ragazzo l'amava come mai nessun altro avrebbe potuto. Lei era irrimediabilmente dentro di lui. Punto. Sapeva che l'amore è un sentimento del cazzo che fa casino e basta, ma credeva ne facesse solo nel cuore e nella testa. Non credeva che potesse... Entrare così dentro la realtà da... Dannazione! pensava... Era tutto così assurdo. Da quando DANGER l'aveva avvicinata nel cortile scolastico... Fino ad ora che probabilmente stava per fare una brutta fine... Ecco... Per lei l'amore folle che lui provava aveva significato questo: una serie di "spiacevoli coincidenze" che l'avevano portata fin lì: ad un passo dalla morte. Lo stesso amore, (non corrisposto più da lei), aveva invece portato lui ad amarla in modo così doloroso da impazzire, suicidarsi... Rinascere... Incontrarla di nuovo... Amarla come non mai... Perderla ancora... Impazzire nuovamente. Eppure c'era qualcosa in questa specie di tragedia Shakespeariana di estremamente romantico. Solo, non avrebbe mai potuto immaginare che il "personaggio" che avrebbe posto fine a quel dramma sarebbe stato il suo. In quel momento le venne da piangere. Era cosi piena di vita nonostante avesse avuto dei trascorsi non facili. Così bella e giovane con i suoi sogni... Era così ingiusto! Si fece forza asciugandosi le lacrime. Sarebbe stata coraggiosa come aveva imparato da sua nonna. Se quella doveva essere la sua fine l'avrebbe affrontata da vera donna: a testa alta.

DANGER tornata a casa si prese il tempo di una doccia e poi andò subito a sentire Lucifero come era andata la riunione... In realtà non avrebbe dovuto neanche saperlo, (visto che avevano parlato anche di lei), infatti lui liquidò l'argomento con un "tutto ok". Poi si sedette sul divano e si versò qualcosa da bere. Si vedeva chiaramente che non era soddisfatto ma vabbè... Con lui era meglio non insistere, se avesse avuto voglia avrebbe parlato da se. Si rilassò un pochino sorseggiando quella roba, poi le chiese: "Tu? Tutto ok?". Lei sorpresa della domanda rispose senza pensare... "Si, si! Ho incontrato l'angelo abbiamo corso assieme e ci siamo allenati un po'!". Lucifero alzò lo sguardo... Aveva catturato la sua attenzione. "Oh! Come sta?", le chiese. "Fisicamente ok! Per il resto invece direi è abbastanza in cortocircuito sembra aver rimosso parecchie cose recenti!", rispose lei senza scendere in particolari. "Uhm... Capisco...", disse lui come se la cosa lo sfiorasse appena. "Sono preoccupata comunque!", disse ancora lei. Lui la guardò con sguardo un po' spento... Forse non aveva bevuto poi così poco... Fece un'espressione a metà tra "sto riflettendo" e "Sto per addormentarmi", poi le disse... "Tranquilla... Credo che qualcuno si stia già occupando di lui!". Lei ebbe una specie d'inconscia reazione... Scosse la testa come se un pensiero doloroso l'avesse colpita... Non aveva capito il tono... Un po' in ansia chiese: "Occ... occupando?". Lui sembrò alterarsi... Era sempre così quando beveva da depresso. "Non amo ripetermi", disse semplicemente. Il discorso era chiuso. Lei dopo qualche minuto d'imbarazzante silenzio provò a riprendere una sorta di conversazione: "Della ragazza Emo ci sono notizie?", chiese quasi sottovoce. "Uhm... Ho già una mezza idea su cosa fare... Non pressarmi con domande a cazzo...", rispose. Ok ormai era decisamente intrattabile. Lei si alzò per andare, lui la guardò sollevato... Proprio non aveva voglia di compagnia. "Se mi cerchi sono in camera mia...", gli disse. Lui non rispose.

L'angelo era sul terrazzo della villa... Da solo, se avesse avuto il vizio del fumo ci sarebbe stata benissimo una sigaretta. Gli piaceva la luce del cielo a quell'ora... Quando ancora non era calata la notte... Il cielo che sfumava dal blu all'arancio. Cavolo sarebbe stato bello avere la chitarra con se... Ma ricordò che tanto era rotta. Sorrise pensando che non l'avrebbe riparata più. Era un periodo di... Boh! Un periodo di "non vita". Giorni da lasciarsi trasportare dalla noia senza reagire. Alla fine la vita è fatta anche di pause no? Un po' come la musica: se sai goderti anche gli spazi vuoti tra una nota e l'altra hai capito tutto! Così era questo periodo. È bello vivere la vita a mille ma sono anche le pause a farti godere di più la velocità! Quindi ci stava. Ripensando alla corsa del mattino con DANGER le venne voglia di mandargli un messaggio: "Passerà?", le scrisse. Dopo pochi istanti la risposta: "Dipende da quanto sei disposto a impegnarti!". Sempre di poche, sagge parole! Le scrisse ancora: "Ti prometto che ce la metterò tutta per star meglio... Tu stammi vicina però!". Lo inviò quasi pentendosi... Si aspettava una risposta severa... O almeno era così che credeva che una tosta come DANGER gli avrebbe risposto. Ma lei sapeva sempre come spiazzarlo... Rispose così: "Per favore non mollare... Io ci sono!". Lui rimase piacevolmente senza parole leggendo... Ma non poteva non risponderle... Le mandò un cuore... Lei ricevendolo sorrise della sua innocenza. Ricambiò con un dito medio... Lui vedendolo sorrise pensando alla faccia che poteva aver fatto lei vedendo il cuore, adesso si, aveva ricevuto una risposta in stile DANGER: era chiaro che fossero ancora alleati...

DANGER ripensava alle parole di Lucifero: "Tranquilla... Credo che qualcuno si stia già occupando di lui...". Chissà a chi si riferiva... L'aveva appena sentito e sembrava "normale"... Si chiese se quel qualcuno fosse già stato da lui ma in quel caso glielo avrebbe detto...

Dall'alto del terrazzo si vedevano ormai le prime stelle nel buio... L'angelo stava per tornare giù... Sentiva una sorta di "freddo" ma sapendo che non era possibile addusse la colpa alla tensione accumulata che ancora doveva sciogliere. Si girò per andare verso le scale. Si ritrovò davanti l'androgino. Non l'aveva sentito arrivare. Rimase sorpreso. Non lo vedeva da un po'... Non sapeva dire da quanto... Era sempre assurdamente perfetto... Lo guardò senza riuscire a dire nulla. L'altro sorrise, poi disse: "ho bisogno di parlarti in un posto sicuro, vieni con me...". L'angelo lo seguì istintivamente. Sentiva di potersi fidare.

When love and death embrace Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang