Capitolo 34.😘

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Entriamo in macchina.
"C'è qualcuno a casa?" Domanda euforico.
"Beh Travis sicuramente no ma mia mamma e Will penso proprio di sì" rispondo.
"Benissimo, andiamo a casa mia"
"Non voglio vedere mio padre" rispondo seria.
"Non sono a casa, sono andati via da qualche giorno, tornano mercoledi"
Mi scappa un sospiro di solievo.
"Sarebbe strano se ci vedesse insieme" rispondo ridendo.
"Lo sa di noi"
"Che cosa?! Come fa a saperlo? Glie lo avremmo dovuto dire insieme"
Ok, mi sto per arrabbiare.
"Tu non puoi capire come sono stato queste settimane lontano da te. Sono state le più brutte della mia vita, avevo smesso di andare alla pista, uscivo quasi tutte le sere e tornavo a casa sbronzo.
Aveva capito che c'era qualcosa che non andava." Dice continuando a tenere lo sguardo sulla strada.
"Sono stata male anche io ma questo non toglie il fatto che non avresti dovuto dirglielo.
Cavolo è mio padre non il tuo." Rispondo d'istinto alzando il tono della voce.
"Non voglio litigare" Dice lui dispiaciuto.
"Scusa, ho sbagliato a dire così"
"No, hai ragione, avresti dovuto dirglielo tu, lui non è mio padre"
"Sai che non volevo intendere quello"
Lo costringo a guardarmi poi si volta verso la strada.
"Devi sapere che quando è entrato a far parte della mia famiglia non l'ho accettato subito. Mio padre era morto da pochi mesi e mia mamma aveva portato a casa un altro uomo, non poteva. Lui era un estraneo per me ma non so come riuscì a guadagnarsi il mio rispetto e in poco tempo si creò una bella amicizia tra di noi. Ha già perso voi come figli, non voleva perdere anche me."
"Tranquillo, risolveremo insieme con lui" dico rassicurandolo accarezzandogli il braccio.
"Mi dispiace per tuo padre, non sapevo fosse... morto" continuo provata.
Non si era mai aperto con me su cose di un certo calibro fino ad ora e questo mi ha fatto molto piacere, mio padre di certo adesso non potrà rovinare quello che abbiamo appena ricostruito.
"Non fa niente " è successo tempo fa.
"Com'è morto?" Chiedo con cautela.
"Era malato, aveva un tumore e quando l'abbiamo scoperto era troppo tardi" risponde nascondendo il doloro che immagino ancora provi.
Gli prendo la mano e lui la intreccia con la mia.
Poco dopo arriviamo a casa sua e devo dire che è veramente bella e abbastanza moderna.
"Vieni, ti porto nel mio mondo" dice dirigendosi verso la sua camera.
Sulla porta è appiccicato un adesivo con su scritto "Nessuno può entrare a meno che non sei una figa pazzesca."
"Te puoi entrare" mi dice facendo un sorriso scherzoso ed io scoppio a ridere insieme a lui.
La sua stanza è molto grande, ha scaffali pieni di libri e il muro bianco ricoperto da scritte e foto.
Ero persa nelle frasi poetiche che rendevano unica quella stanza fino a quando i nostri sguardi si incrociarono.
Si avvicina furiosamente e mi preme contro il muro bloccandomi con le sue enormi braccia poi avvicina le sue labbra alle mie che si sfiorano delicatamente e infine mi bacia.
Mi prende in braccio e io avvinghio le mie gambe attorno ai suoi fianchi.
Riesce a reggermi grazie alle grosse braccia muscolose e mi posa sul letto poi velocemente Inizio a sfilargli la maglietta di dosso per fare inseguito la stessa cosa con la mia.
In pochi secondi siamo nudi ma allo stesso tempo vestiti dei nostri sentimenti.
Si mette velocemente il profilattico e impaziente entra dentro di me, la casa silenziosa era sonora dal nostro piacere.
"Guardami Nataly"
Inizia a muoversi e nostri gemiti diventano come una canzone che aumentava sempre più di volume.
Non riesco a trattenermi ed inizio ad accarezzargli la schiena fino a quando le carezze si trasformano in graffi e lui viene gridando il mio nome ed io dopo di lui.
"Non vorrei essere da nessun'altra parte in questo momento"
Gli accarezzo il viso,mi da un bacio sul nasino e poi ci addormentiamo avvinghiati l'uno all'altra come fossimo una cosa sola.

Hearts that beat as one Where stories live. Discover now