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Monica suonò il campanello, ma nei secondi successivi nessuno venne ad aprire. Appoggiò un orecchio alla porta, per cercare di percepire qualche rumore o suono che la aiutasse a capire se Ernesto, l'amichevole voyeur di quartiere, fosse in casa. Quando stava per convincersi che non c'era nessuno, udì il rumore della chiave che girava nella serratura e, colta alla sprovvista, si allontanò.

Quando l'uscio si schiuse, comparve un lungo naso, che primeggiava rispetto a un occhio che la osservava, come un bambino che spia qualcuno di nascosto dietro un muretto. Sono arrivata nel posto giusto, allora. Ernesto, forse per paura che potesse trattarsi di una persona sgradita, spalancò fino alla metà la porta, lasciando intravedere per intero la sagoma del proprietario o affittuario dell'appartamento.

Si trattava di un ometto che poteva avere su per già trentacinque anni, non troppo alto e con pochettino di pancetta che però non lo faceva apparire troppo sovrappeso. Indossava una maglietta con disegnato un buffo omino dai grandi baffi e un cappellino rosso che ricordava di aver vagamente visto in qualche video-gioco e i suoi capelli neri erano addobbati con un caschetto che ricordava vagamente un membro dei Beatles. Un ragazzo tutto sommato normale, si disse Monica, la quale si aspettava un individuo strambo e incredibilmente brutto.

"Chi sei?" domandò l'uomo, con fare sospettoso ma per nulla minaccioso. "Che ci fai qui?".

A quel punto Monica, la quale avrebbe voluto ridere, cambiò tattica. Non doveva essere accondiscendente. Sapeva come fare con quel genere di maschi. "Non è importante chi sia io, ma più che altri chi sei tu?".

Ernesto aggrottò un sopracciglio. "Cosa intendi dire?".

"Io ti conosco Ernesto."

"Io invece non ti conosco! Te lo chiedo ancora. Chi sei?".

"So chi sei." ribadì Monica, ignorando la sua domanda. "So cosa ti piace fare, cosa ti eccita nel tempo libero."

L'uomo levò lo sguardo. "Sei forse una pazza?".

"So che ti piace tenere d'occhio le persone, in particolare le ragazze belle come me. Ne avrai spiate tante in vita tua, vero? Ti piace guardarle mentre si cambiano alla finestra. Chissà quali pensieri lussuriosi ti vengono in mente."

"Non so di cosa parli." protestò Ernesto, con scarsa decisione. "Te l'ho detto, non so chi sei e stai sbagliando persona. Io sono solo un onesto commesso di una gelateria. Lasciami stare, per favore."

Monica osservò il curioso e strambo uomo. Certo, non aveva la sicurezza che si trattasse davvero di lui. Forse non c'entrava nulla con la telecamera, ma le sue parole avevano smosso qualcosa ed Ernesto sembrava essere stato punto nell'animo, quindi poteva essere davvero colui che cercava. "Sai, ho visto la telecamera che hai puntato verso il palazzo in cui vivo. Come hai fatto? E' posizionata molto in alto."

"Ho smesso con quelle cose. Non le faccio da tempo. Sono stato mesi in libertà vigilata per questo."

Bingo! Pensò, Monica. La sua tattica aveva funzionato alla perfezione. Ora non restava che dare l'ultima sferzata. Ernesto era quasi alle strette. "Sappiamo entrambi che non è così. Quella telecamera guardava in particolare verso la mia finestra. Ti va di raccontarmi cosa hai visto?".

A quale punto l'uomo fece per chiudere la porta, ma Monica bloccò la porta con il piede e lo guardò dritto negli occhi. "O preferisci raccontarlo alla Polizia?".

Ernesto si bloccò, terrorizzato da quella eventualità. Chinò lo sguardo, pensieroso, poi guardò la giovane che attendeva pazientemente. "Che cosa vuoi?".

"Inizia col fare il galantuomo e fammi entrare."

Ernesto non dovette riflettere molto. Non aveva alcuna scelta. Spalancò la porta e lasciò entrare la giovane ricattatrice, la quale era consapevole di averlo in pugno. Il suo carattere da stronza, che credeva di aver sepolto, era rimasto intatto dentro di lei, pronto a uscire nel momento del bisogno. 

Nel momento in cui aveva fatto il primo passo nell'appartamento, pensò tuttavia di essere stata un po' avventata. Per scoprire l'identità di uno psicopatico si era infilata nella casa di un maniaco che, anche se sembrava innocuo, poteva essere un malintenzionato e se così fosse stato, le si era offerta volontariamente. Per cui scelse di bleffare. "Sappi che il mio fidanzato è un poliziotto e se non mi vede uscire tra mezz'ora farà irruzione in questa casa. Spero di essere stata chiara."

"Sei stata chiarissima." affermò Ernesto, alzando le mani in segno di resa. 

"Molto bene." disse sorridendo Monica, che approfittò per dare un'occhiata all'appartamento. Ancora una volta si era sbagliata; l'ambiente era piuttosto lindo, pulito, con un ordine fuori dal comune, specie per un uomo che probabilmente viveva da solo. 

"Allora. Ora se hai finito con le minacce, puoi dirmi cosa vuoi da me."

"Semplice. Voglio solo un piccolo favore. Hai installato una telecamera sul lampione che registra le immagini sulla facciata dell'edificio in cui vivo. Ebbene, mi serve un filmato relativo a qualche settimana fa, a notte tarda. La registrazione è continua, vero?".

"Si, 24 ore su 24." confessò l'uomo, quasi vergognandosene.

"Perfetto. Fammi vedere quel filmato."

"Se te lo faccio vedere, poi mi lascerai stare?".

"Certo. E ti dirò di più. Puoi anche lasciare la telecamera al suo posto per quanto mi riguarda." lo rassicurò Monica, dal momento che non aveva l'abitudine di cambiarsi alla finestra, quindi non poteva avere filmini scottanti su di lei e, cosa più importante, avrebbe avuto una sorta di protezione, con un guardiano infallibile pronto a registrare ogni movimento sospetto di fronte alla palazzina.

"Allora abbiamo un accordo." disse Ernesto, mostrandogli la mano.

Monica sospirò, ma sigillò l'accordo con una stretta di mano. "Vediamo questo video."

"Prima devi dirmi l'ora e la data."

Monica gliela fornì, poi il voyeur si diresse in un piccolo e buio stanzino, dove nascondeva chissà quali filmati perversi e compromettenti, di cui non voleva saperne. Passarono solo pochi minuti, quando uscì con in mano un cd con il quale probabilmente aveva masterizzato la parte di registrazione interessata. Dopodiché si chinò sul videoregistratore e inserì il cd, facendo partire il filmato.

Monica si avvicinò, sgranando gli occhi. Poco dopo apparve l'immagine della facciata del suo palazzo, con un'inquadratura così perfetta da far invidia a un regista cinematografico. Passarono diversi secondi quando, nell'oscurità quasi totale del paesaggio, comparve una figura molto piccola che si avvicinava al portone di ingresso. 

Scoiattolo Invernale, di lì a poco, sarebbe entrato in camera sua.


Yellow ChatWhere stories live. Discover now