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Proprio quando credeva che l'incubo fosse finito, eccolo tornare a far sentire la sua voce. La prima mossa fu muovere gli occhi attorno, per controllare che lui non fosse nella stanza, ma Monica era sola, in quanto anche i suoi genitori erano fuori casa. Sembrava che quel folle attendesse sempre il momento in cui era più vulnerabile. In pochi istanti, la rabbia si sostituì alla paura, in un turbinio di emozioni incontrollabili.

"Stammi a sentire, razza di psicopatico!" sbottò Monica. "Adesso mi hai davvero stufato! Sappi che la Polizia passa sotto casa mia ogni ora e come hai potuto vedere, la casa è controllata!".

"Perché mi parli in questo modo?" replicò Scoiattolo, con un tono di voce falsamente triste. "Non me lo merito."

"Smettila di perseguitarmi!".

"Ma io non ti sto perseguitando, stai fraintendendo. Il mio è solo un modo per corteggiarti."

Monica non volle nemmeno replicare a quei vaneggiamenti, appartenenti a un pazzo incapace di ragionare con lucidità. "Non mi fai paura"".

"Ah, no?" la sbeffeggiò il maniaco.

"No, per nulla."

"Che coraggiosa! Quindi c'è qualcuno che ti protegge in casa ora e non hai paura."

"Proprio così." confermò lei ostentando sicurezza.

"No, invece." replicò Scoiattolo. "Non è vero."

"Cosa non sarebbe a dire che non è vero?".

"Che sei in casa con qualcuno. So benissimo che sei da sola."

Monica si allarmò, lanciandosi istintivamente sul letto, appoggiando la schiena al muro. La risata dello stalker echeggiò inquietante. "Tranquilla, non sono nei paraggi se è quello che ti stai chiedendo."

"E allora come fai a sapere che sono sola? Hai messo delle telecamere?".

"Non mi servono certi mezzucci. Io so sempre dove sei." affermò l'uomo. "Seguo ogni tuo movimento. Negli ultimi tempi ti ho lasciata tranquilla, per lasciarti il tempo di riflettere."

"No, invece." protestò la giovane. "Ti sei nascosto perché hai rischiato di essere catturato dalla Polizia."

Scoiattolo rise. "La Polizia... non mi prenderanno mai. Sono troppo furbo per loro."

"Ah, si? Se sei così furbo allora perché mi stai chiamando da un cellulare? Per quanto ne sai potresti essere intercettato."

"Monica, sei una ragazza intelligente, non sottovalutarti. Sai benissimo che ho preso ogni precauzione. Non mi prenderanno."

Ancora una volta Monica fu sul punto di ribattere, ma sarebbe stata solo una perdita di tempo. Quel pazzo aveva ragione; era molto scaltro e lo aveva dimostrato parecchie volte. "Che cosa vuoi? Come posso far si che mi lasci in pace?".

"Te l'ho già spiegato." obiettò lui. "Voglio solo stare con te."

"E se io non volessi?".

"Sai come si dice in questi casi... o con me o con nessun'altro."

Monica rabbrividì. "Non puoi costringermi."

"No, certo, ma posso provare a farti ragionare. Sai, sarebbe davvero un peccato se accadesse qualcosa al tuo bel fidanzato."

"Lascia stare Andrea! Lui non c'entra nulla."

Scoiattolo sghignazzò. "Che carina... e pensare che fino a poco fa eri convinta che Andrea fossi io."

Come diavolo fa a saperlo, si sarebbe domandata, anche se era conscia di non doversi più stupire di nulla. Quel folle probabilmente aveva anche la scaletta degli orari in cui era andata in bagno, cosa che in altra circostanza avrebbe provocato ironia. "Mi dispiace, non otterrai mai quello che vuoi."

"Avevo previsto questa tua scelta, sai? Ma non sono arrabbiato. Per questo ti darò ancora del tempo per prendere la giusta decisione."

"Sei malato, lo sai?" domandò Monica. 

"Di te. Da quella sera in cui abbiamo conversato e ho visto il tuo splendido volto non riesco a pensare ad altro."

Monica avrebbe voluto rincarare la dose, ma non voleva farlo arrabbiare. Aveva detto che le lasciava del tempo per scegliere e lo avrebbe usato per trovare una soluzione al suo problema. Se mai ce ne fosse stata una. Dove ti nascondi, bastardo?

"Nel caso tu stia pensando a un modo per trovarmi." aggiunse lo stalker, quasi leggendole nel pensiero. "Sappi che puoi fare quello che vuoi; andare alla polizia, invocare i santi, ma non mi troverai mai."

"Per te è un gioco, vero? Un sadico gioco in cui ti diverti a darmi la caccia e a vantarti per la tua capacità di nasconderti? Ti credi un dio."

"Sai, la mia pazienza ha un limite. E, prima che mi arrabbi veramente, è meglio che me ne vada. Hai ancora ventiquattrore di tempo per decidere e se mi deluderai, sarà peggio per te... e per Andrea. Meglio che si faccia da parte e scompaia dalla tua vita. Ah, dimenticavo. Non perdere tempo a far rintracciare questo numero. Sarebbe fatica sprecato. A presto, tesoro."

Le ultime parole, pronunciate con una cadenza inquietante, accompagnarono la chiusura della chiamata. Un nodo alla gola che aveva iniziato a formarsi poco prima rischiava ora di farle mancare il fiato. Nulla da fare, la questione non era finita, ma solo cominciata. Ancora una volta prese a maledirsi per aver dato il via a quella storia, dalla quale sembrava non esserci via d'uscita.

Ripensò a quella voce, così tetra e cupa. La voce. Non assomigliava per nulla a quella di Andrea. Come ho fatto a non pensarci? La prima volta che l'aveva sentita pareva quasi che fosse cammuffata, più maschile, forse anche a causa della pessima connessione della web cam. Ma forse anche questa volta lo stalker aveva parlato aiutandosi con qualche strumento di contraffazione.

Perché continuava ad avere ancora sospetti su Andrea? Quella che aveva sentito era una voce puerile, quasi nasale. E poi, se al telefono fosse stato il suo fidanzato, che senso avrebbe avuto intimarle di lasciarlo? La parte pessimista della sua mente le avrebbe suggerito che era una tattica per depistare ogni sospetto ma su una cosa era certa. Chiunque fosse, andava fermato. Non poteva più vivere nel terrore, nemmeno un secondo di più.

Appoggiò il dito sul display e chiamò Andrea, che rispose dopo un paio di squilli. "Ehi, com'è?".

"Mi serve il tuo aiuto."

"Che è successo?!".

"Scoiattolo è tornato."

Il giovane rimase in silenzio qualche istante. "Stai bene? Ti ha..."

"Non mi è successo nulla." lo zittì Monica, decisa. "Ma è ora di porre fine a questo incubo. Voglio affrontare quel pazzo ed eliminarlo dalla mia vita una volta per tutte."


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