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Andrea, il cui nome di battesimo era in realtà Lorenzo, nacque nel 1989 nei sobborghi di Milano, in un casolare isolato nel mezzo di quel poco di vegetazione che ancora rimaneva nel capoluogo lombardo. Dietro l'abitazione si stagliava una piccola pineta, che si collegava allo strato urbano della Metropoli, come un magico portale capace di portare in un mondo diverso, colmo di smog, grattacieli e gente dalla vita frenetica.

Quando aprì gli occhi la prima cosa che vide furono gli occhi di sua madre e il sorriso forzato di suo padre, ma non fu quella la prima emozione della sua vita. Non poteva ricordarlo, ma quando il suo sguardo incrociò il volto goffo e tenero di un ragazzino di soli otto anni, dagli occhiali così spessi e l'espressione stranita, scattò qualcosa che lo avrebbe condizionato per il resto della sua vita e il nome di quel bambino sarebbe stata la sua prima parola. Luca.

Ma la realtà in cui erano immersi non era il paradiso che l'apparenza paventava e se il padre era un uomo violento e con seri problemi di alcool, la moglie altro non era che una sottospecie di larva incapace di reagire ai soprusi che ogni giorno era costretta subire. Eppure la vera vittima in tutto ciò era Luca, bersaglio preferito dell'ira di suo padre e mai una volta colei che si professava come sua madre aveva alzato un dito per difenderlo, preferendo rincarare la dose.

Nonostante la violenza e la crudeltà, Luca ogni giorno si preoccupava del fratellino del quale nessuno a parte lui sembrava interessarsi e quando le mani e la cinghia del loro papà incrociavano la schiena della sua compagna, il giovane sventurato prendeva Lorenzo con sé e lo portava nella sua stanza e con lui si nascondeva sotto il letto, laddove gli cantava una canzoncina allegra e scanzonata che riusciva sempre a tranquillizzarlo.

Verso i tre anni Lorenzo cominciò a entrare nell'età della comprensione e iniziò a capire cosa accadesse attorno a lui e scoprire la verità fu terribile. Luca veniva vessato e umiliato ogni giorno e ciò contribuì in senso negativo alla formazione del suo già debole carattere. Ricordò quando un pomeriggio il fratello invitò a casa una ragazza, offrendole dei fiori e chiedendole di diventare la sua fidanzata. Come risposta ricevette una sonora risata in faccia. C'era una forte sofferenza in lui, era evidente.

Alle porte dell'Inverno, quando la prima nevicata stagione si abbatté sulla Città, Luca decise di portare Lorenzo con sé nei pressi della pineta. Ormai il piccolo aveva imparato a parlare perfettamente e capiva tutto ciò che il fratello maggiore gli raccontava, ascoltandolo con passione. "Vengo qui ogni giorno durante l'Inverno." gli aveva spiegato Luca. "E' l'unico luogo dove mi sento davvero felice.

Lorenzo era ancora piccolo, ma riusciva a percepire la solitudine di Luca, che aveva scelto il fratellino come compagno di viaggio nel suo nuovo percorso. Si fermarono nei pressi di un albero spoglio e al posto del fogliame c'era una montagna di neve. Il tronco era spesso e secolare e sembrava suscitare l'interesse di Luca, che sorrideva volgendo lo sguardo verso l'alto. Quando poco dopo alcuni Scoiattoli fecero la loro apparizione sui rami bassi, Lorenzo capì ogni cosa.

Il bimbo mostrò un espressione di stupore, meravigliato da quelle splendide creature che si stavano mostrando a loro senza nessuna paura. Scendevano i rami e si arrampicavano sulle braccia di Luca, che sembrava conoscerli uno per uno, chiamandoli per nome e accarezzando con la punta del dito la loro piccola testolina. Poi tirò fuori dalla tasca un sacchetto di noci e le distribuì tra le bestioline, le quali parvero apprezzare l'inatteso pasto.

"Sono scoiattoli rossi." spiegò Luca, seguitando a nutrire i suoi piccoli amici. "Il loro habitat può variare in base alla razza e alla localizzazione, ma noi abbiamo la fortuna di averli dietro casa. Pensa che non sono animali che prediligono il letargo. Alternano periodi di sonno ad altri di veglia, necessari per procacciarsi il nutrimento per l'Inverno. Io li aiuto come posso e se vorrai, d'ora in avanti, potrai aiutarmi anche tu."

Lorenzo, entusiasta della proposta, prese alcune noci dal sacchetto e cercò di attirare a sua volta una di quelle piccole creaturine. La prima che gli si presentò fu un esemplare molto particolare, che aveva una vistosa cicatrice sul corpo, forse causata dalla colluttazione con qualche predatore o per altri motivi a lui ignoti. Fissò l'esserino e il fratello, non potendo non trovare delle analogie tra di loro. 

Entrambi erano feriti, ma se lo scoiattolo presentava degli squarci fisici, il male di suo fratello era anche nella mente, aggiungendosi alle tumefazioni causate dalla cintura e dai pugni di chi invece avrebbe dovuto proteggerlo. Il piccolo rimase a fissare a lungo quei due occhi così piccoli ma così profondi, che a sua volta lo scrutavano avidamente, quasi la creaturina potesse leggere quali sentimenti albergassero nel cuore del gigante che gli stava di fronte.

"Scoiattolo invernale..." biascicò Lorenzo.

"Come hai detto?" domandò Luca.

"E' il nome che gli ho dato. Se non ne ha già uno."

Il fratello rifletté, poi annuì. "No, Scoiattolo Invernale è perfetto."

Il bambino accarezzò il piccolo roditore, sorridendogli. "Che ne dici? Ti piace come nome?" domandò il bambino, accarezzando il piccolo roditore, che squittì, quasi volesse dare il suo assenso. "Allora siamo amici, Scoiattolo Invernale."

Da quel momento quell'appellativo si incollò anche sulla pelle di Luca, il quale inizialmente sembrava contrario a ché il fratellino lo chiamasse così, ma con il tempo capì che quello era il modo in cui Lorenzo amava dimostrargli il suo affetto, cosa che nessun altro nella sua vita aveva fatto a parte i suoi amici Scoiattoli. Nel frattempo le violenze e le angherie aumentavano, ma Luca resisteva, in quanto Lorenzo era la luce che illuminava le sue giornate e gli permetteva di guardare avanti con ottimismo.

Per i mesi successivi si recarono nel bosco a giocare con la neve e con gli Scoiattoli, che iniziavano ad acquisire familiarità con Lorenzo il quale, nonostante amasse ognuna di quelle bestiole, provava forti emozioni ogni volta che il roditore con la grande cicatrice gli si posava sulla spalla. Inoltre amava vedere il fratello maggiore parlare e divertirsi con i suoi piccoli amici che, a parte lui, sembravano davvero gli unici in grado di capirlo.

Una volta passato l'Inverno, Lorenzo non perse l'abitudine di fare visita ai suoi nuovi compagni di gioco, ma di Scoiattolo Invernale non c'era più traccia. Pensò che forse il suo nome era stato azzeccato e che quindi, con la fine della stagione più fredda nell'anno, il piccolo esserino si era nascosto sotto terra oppure era partito per un viaggio dal quale sarebbe tornato in tempo per l'anno successivo.

E invece, una decina di mesi dopo, ripresentandosi alla pineta per incontrarlo, non lo trovò. Lo cercò per tutto l'Inverno e per quello successivo, quando si rassegnò all'evenienza che non l'avrebbe mai più rivisto. La mente di un bambino di cinque anni ipotizzò che forse era morto e la sua anima era andata a unirsi a quella di Luca, il quale ora rappresentava l'essenza di Scoiattolo Invernale, tutta la sua forza.

Se voleva rivedere il suo amico, poteva ritrovarlo negli occhi di suo fratello, che brillavano ogni volta che si abbracciavano, che si sedevano per giocare insieme, lontani da un padre violento e da una madre assente. Lorenzo pensava che l'affetto di suo fratello fosse sufficiente per una vita normale e che, di converso, anche Luca avrebbe trovato la serenità che bramava, fino al giorno in cui sarebbero fuggiti da quella gabbia infernale.

Ma il destino aveva in serbo qualcosa di diverso.


E' il momento per una seconda piccola nota. Siamo quasi alla fine della storia, che dovrebbe concludersi verso il paragrafo 80 (o 81?). Ora mi accingo a raccontare la storia dei due fratelli e, nonostante avessi voluto conciliarla in un paragrafo, mi trovo costretto a dividerla in più paragrafi (spero non più di tre). Potrebbero sembrare tanti, ma per capire molti aspetti della storia serve completezza e spero non diventi troppo tediosa.

Vi ringrazio ancora, rendete scrivere una vera gioia.

Fra

Yellow ChatWhere stories live. Discover now