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Mentre dal cellulare ancora immerso nel nevischio la voce di Andrea squillava forte e preoccupata, Monica si alzò da terra, rischiando di scivolare un'altra volta. Poi prese a pulirsi, togliendo la neve con le mani dai pantaloni e dalla giacca, dopodiché rivolse un'occhiataccia a chi le aveva procurato uno spavento non indifferente, che si trovava ancora in piedi di fronte a lei. "Ernesto?! Che cosa ci fai qui?".

Il bizzarro spione aveva chinato timidamente il capo coperto da una ridicola berretta con una alce cucito al centro e le mani infilate nel pesante giaccone rosso. "Scusa, non volevo spaventarti."

"Mi stavi seguendo?".

"No, assolutamente! Ti stavo cercando, ma non sapevo se era il caso di fermarti..."

"E quindi hai pensato di seguirmi sapendo che un pericoloso maniaco mi da la caccia da mesi?" protestò Monica. "Bella pensata!".

"Hai ragione... sono stato stupido." si scusò Ernesto.

"Non importa." tagliò corto la giovane, che poi si voltò e raccolse da terra il cellulare. "Andrea, ci sei ancora?".

"Si, sono qui!" esclamò il giovane. "Stai bene? L'hai seminato?".

"E' stato solo un falso allarme, non era lui. Ma ho incontrato una persona, ti richiamo dopo."

"Sei sicura che vada tutto bene?".

"Sicurissima. Ora vado, scusami." disse Monica, chiudendo la chiamata. Poi guardò Ernesto. "E va bene, perché mi stavi cercando?".

Il voyeur si guardò attorno. "Meglio se non ne parliamo qui. Qualcuno potrebbe sentirci."

"Così mi spaventi, lo sai?".

"Vieni a casa mia. Lì ti dirò tutto. Sempre che ti fidi."

Monica sbuffò. "Spero sia davvero importante.

"Fidati." confermò Ernesto. "Lo è."

Si incamminarono così verso l'edificio dove si trovava l'appartamento di Ernesto, quel giorno più strano del solito. Sul pianerottolo incrociarono la donna che aveva conosciuto Monica la prima volta che era stata lì ed essa rivolse a loro un sorriso, forse pensando che avessero una relazione. Monica si limitò a ricambiare il sorriso e lo stesso fece il suo nuovo amico, che si fece subito serio.

Questi aprì rapidamente la porta di casa, dopo aver cercato la chiave giusta quasi non ricordasse quale fosse, guardandosi attorno con cautela. Monica rimase a osservarlo, confusa. Poi entrarono in casa ed Ernesto sbarrò immediatamente l'uscio, utilizzando anche la catenella. Dopodiché prese il computer dal tavolo del soggiorno, lo aprì e si sedette sul divano. Monica, seppure esitando, lo imitò.

"Ora puoi spiegarmi il motivo di tanto mistero?" domandò Monica, spazientita.

Ernesto sospirò. "Inizialmente non sapevo se parlartene. Ma poi ci ho pensato e ho capito che dovevi sapere."

"Di cosa stai parlando?".

"Tempo fa mi hai chiesto di tenere la telecamera accesa. L'ho fatto e non per spiarti, credimi."

"Ti credo." commentò la ragazza, che iniziava a capire di cosa si stesse parlando.

Il giovane voyeur si limitò a scrutarla, poi iniziò a trafficare sulla tastiera del PC. "Queste sono immagini relative alle ultime tre settimane. Le ho unite in un unico file di pochi minuti con le date di registrazione, relative rispettivamente a un mercoledì, un giovedì e l'ultimo sabato trascorso."

"Fantastico..."

"Ho letto l'articolo sul quotidiano. Dicevano che questo fantomatico Scoiattolo è scomparso. Beh, temo di doverti dare una brutta notizia."

A quel punto Ernesto fece partire il video e le immagini comparvero sullo schermo, che rifletteva il volto terrorizzato di Monica, la quale però non poteva astenersi dal guardare. Vide una sagoma apparire sul marciapiede opposto a quello che costeggiava la sua palazzina, ferma davanti alla telecamera che ancora una volta mostrava un'inquadratura di spalle. Scoiattolo era rimasto a lungo immobile a fissare l'edificio - e la finestra della camera di Monica - poi aveva fatto due passi indietro, scomparendo dalla scena.

Lo stesso identico spettacolo si ripeté altre due volte, come un ciak cinematografico girato fino a cercare la perfezione. Sembrava che il maniaco sapesse della presenza della telecamera e con la sua solita astuzia aveva fatto in modo che il suo volto non venisse inquadrato. Monica fissava le immagini, mentre Ernesto restava in silenzio, immaginando cosa quella giovane donna stesse passando. Terrore, paura e inquietudine tornarono a impossessarsi di Monica, dopo alcune settimane di assopimento.

Prima che il video finisse, Ernesto spense tutto. "Non sembri molto sorpresa. Suppongo che te lo aspettassi."

"Già." confermò Monica. "Ha detto che doveva prepararsi per l'inverno ed è tornato puntuale."

"Pensavo dovessi saperlo."

"Hai fatto bene. In fondo te l'ho chiesto io."

"Ora che farai? Andrai alla Polizia?".

La giovane scosse la testa. "E a cosa servirebbe? Certo, posso avere la certezza che non entri più in casa mia, ma potrebbe beccarmi da sola in giro, come hai fatto tu."

"Lo prenderanno." assicurò Ernesto.

"Sei gentile a tranquillizzarmi, ma la fai troppo facile."

In quel momento, il cellulare di Monica squillò. Sul display apparve la foto di Sharon. "Ti dispiace se rispondo?".

"No, fai pure."

"Ciao, Sharon. Dimmi tutto."

"Monica..." biascicò l'amica, con la voce quasi rotta.

"Che succede?! Tutto bene?".

"E' successo... è successo..."

"Calmati, Sharon, non riesco a capirti!" la redarguì Monica.

"E' successa una cosa terribile."

"Che cosa?".

"Non riesco a parlare... accendi il notiziario."

Monica, senza chiedere il permesso, afferrò il telecomando e appoggiò il cellulare sul tavolino. Poi si sedette e cercò il primo canale che trasmetteva notiziari. Ernesto, incuriosito, fissò lo schermo, restando in piedi. Il servizio mostrò immagini vaghe, segno che la notizia era già stata comunicata. Senza perdere tempo, la giovane cambiò più volte canale, scegliendo quello in cui la protagonista era una voce femminile che parlava di un omicidio, mostrando l'immagine della facciata di una abitazione.

"... sconvolgente per i risvolti macabri." disse la voce accesa della giornalista. "La vittima è stata trovata durante un controllo di routine della Polizia, nell'abitazione dove l'inquilino viveva agli arresti domiciliari da qualche settimana, in attesa del processo penale che lo riguardava. Quando le Forze dell'ordine hanno suonato nessuno è venuto ad aprire e sono stati costretti a forzare la porta." poi fece una pausa, per creare effetto. "Fernando Poretti è stato trovato nel suo studio, seduto alla scrivania."

Monica, sconvolta, si coprì la bocca con la mano. "Oh..."

"Lo conoscevi?" volle sapere Ernesto.

"Si..." rispose la giovane. E credo di sapere chi è stato.

"Non possiamo mostrarvi le immagini", proseguì la reporter, "in quanto sono molto forti. Possiamo solo dirvi cosa ci è stato narrato dalla Polizia. Poretti era seduto nel buio della stanza e quando hanno acceso la luce hanno visto che il suo volto era coperto integralmente da una maschera raffigurante il volto di uno scoiattolo, mentre al collo indossava una sciarpa verde invernale. Togliendo la maschera, hanno trovato rivoli di sangue che uscivano dalla bocca e sotto la pesante sciarpa, la gola era stata tagliata."


Yellow ChatWhere stories live. Discover now