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In fondo la chiamata di Scoiattolo se l'aspettava e il fatto che fosse avvenuta subito dopo l'apprensione della notizia sulla morte di Ilaria non pareva una coincidenza. Allo stesso modo non fu una sorpresa la tempestiva telefonata del Detective Simoni che, affatto felice, chiedeva un incontro per parlare e anche se non specificava l'argomento, Monica sapeva bene cosa attendersi.

Poi arrivò la mattina di Natale accolta, come accadeva negli ultimi anni, da un cielo limpido e la neve quel giorno era accantonata in cumuli ai bordi della strada. Monica non aveva alcuna voglia festeggiare, ma dal momento che i suoi genitori non sapevano nulla di cosa aveva fatto, simulò felicità per tutta la mattinata, attendendo che uscissero per fare visita ai vicini, così avrebbe avuto la casa libera per ospitare i due detective.

Questi apparvero sulla soglia scuri in volto, soprattutto Piero, che saluto distrattamente la padrona di casa lanciandogli un'occhiataccia, come se si sentisse tradito. Poi si sedette al tavolo dopo prese un taccuino e iniziò a scrivere qualcosa, creando un silenzio surreale che, secondo Monica, era un modo per renderla insicura e intimidirla. Poco dopo l'Agente alzò lo sguardo verso di lei. "Perché è andata a Roma?".

Monica resse il gioco di sguardi, cercando di ricordare i dettagli della versione dei fatti concordata in precedenza con Andrea, della quale avevano discusso a lungo. Eppure, in quel momento le pareva di non ricordare più nulla e le doti inquisitorie dei due Detective stavano avendo la meglio. Si fece coraggio e promise di non balbettare. Doveva risultare credibile. "Sono andata a trovare mia cugina Laura."

"Una cugina..." commentò Piero in modo ironica.

"Si, perché? C'è qualche problema?".

"Nessuno. Quindi se indagassimo troveremmo qualche traccia di questa fantomatica cugina, signorina?".

"Assolutamente"

Monica guardò Andrea, il quale annuì, assicurandole che stesse andando vero. Esisteva davvero una cugina Laura che viveva a Roma e, per prepararsi una giustificazione plausibile, l'avevano chiamata chiedendole di confermare l'incontro il giorno prima della vigilia, tenendola però all'oscuro dei motivi di tanta segretezza. E Laura aveva detto che non c'era problema, fornendo alla cugina un buon alibi.

"Una strana coincidenza." osservò Chiara, dando man forte al collega. "Senza contare che la posizione del motel in cui hai alloggiato era proprio vicino alla zona."

"Di quale zona state parlando?" mentì Monica, ormai entrata nel vivo dell'interrogatorio.

"Sei davvero sicura di non sapere di cosa stiamo parlando?".

"Sicurissima."

"Lo vedo." commentò la donna, rivolgendo un'occhiata a Piero, lasciando intendere che non ci credeva.

"Il bad and breakfast che ho prenotato", spiegò Monica, "si trovava vicino all'abitazione di mia cugina. Per quello ho prenotato lì."

"Quindi troveremo corretta anche questa informazione se controlliamo?" domandò Piero.

"Potete starne certi." confermò la giovane sorrise. Per puro caso il motel e la casa di Laura non erano molto distanti.  L'unico particolare scoperto era l'autobus, ma aveva preso il biglietto - che aveva fatto sparire insieme alla documentazione di Ernesto - ma si trattava di un dettaglio difficile da scoprire.

Piero e Chiara parlottarono sottovoce e Monica, complice il suo carattere burrascoso, iniziò a spazientirsi. "Posso sapere di cosa mi state accusando?".

"Non faccia la finta tonta." esclamò Ilaria. "Sappiamo benissimo che è andata a fare visita ad Ilaria."

"Ilaria? E chi sarebbe?".

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