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Prima di sorbirsi il meritato rimprovero, Monica allungò a Chiara il disegno che aveva trovato nella cartelletta. La donna, nonostante cercasse di non darlo a vedere, rimase inorridita e passò il fardello al collega, il quale strinse le labbra, quasi volesse cantare vittoria. Il loro arrivo aveva però tranquillizzato Monica, che forse si era esposta troppo al pericolo di essere aggredita, anche se Daniele sembrava più intimorito che minaccioso.

Poco dopo le forze dell'ordine ispezionarono la casa da cima a fondo, frugando in ogni angolo e nel mentre Chiara si era fatta fornire il numero di telefono dei genitori di Daniele, che sarebbero accorsi immediatamente. Alla fine l'ispezione si era chiusa in modo deludente, dato che a parte il disegno, non c'era nulla che incriminasse il giovane. Venne sequestrato però il suo PC, nel quale si sarebbero potuti rilevare diversi indizi di partecipazione al disegno criminoso.

Daniele aveva atteso nel salotto, tremante e impaurito, come non si confaceva a un pericolo criminale. Che fosse in qualche modo coinvolto era fuori dubbio, ma Monica, che lo osservava poco più in là, sentiva che c'era qualcos'altro da scoprire. Il ragazzo, senza opporre resistenza, venne così scortato in Centrale per l'interrogatorio, laddove avrebbe trovato l'avvocato che i suoi genitori avevano chiamato per sostenerlo.

Lo stanzino adibito agli interrogatori, del quale Monica stava diventando frequentatrice abituale, era gremito dalla presenza del Comandante e il suo sottoposto verbalizzante, Chiara e Piero, Daniele e il suo difensore. La giovane si sedette in un angolo della stanza, dal momento che le era stato permesso di presenziare in via eccezionale, mentre i genitori di Daniele avevano dovuto attendere fuori.

Il Comandante rimase ai margini della tavolata, lasciando ai due detective romani l'incombenza relativa all'interrogatorio. Piero incrociò le dita delle mani e guardò Daniele, con il chiaro intendo di intimorirlo. "Allora, che è successo?".

"Il mio cliente..." esordì subito l'avvocato, ma Piero lo zittì.

"Non stavo parlando con lei!".

"Non le permetterò di circuire il mio cliente! E' minorenne e deve essere tutelato nel modo migliore."

"E' tutto a posto." gli disse Daniele. "Non ho nulla da nascondere."

L'avvocato lo guardò, cercando di convincerlo con lo sguardo che stesse commettendo una sciocchezza, ma si limitò a sollevare le mani. "E va bene."

"Benissimo, allora siamo io e lei." affermò Piero, riferendosi al giovane. "Glielo chiedo ancora, che è successo?".

"Uno scherzo!" esclamò lui. "Si è trattato solo di uno scherzo!.

Il detective gli mostrò il disegno, assumendo un'espressione minacciosa. "Questo ha l'apparenza di uno scherzo?!".

Daniele fece per replicare, ma si bloccò. "Ecco..."

"I fatti sono evidenti. "Intervenne Chiara. "Ha inseguito quella povera ragazza, l'ha fotografata di nascosto, è entrato in casa sua aggredendola fisicamente, non prima di aver riprodotto la piattaforma di un sito dichiarato illegale, spacciandosi per un serial killer deceduto. Devo andare avanti?".

"Cosa?!" biascicò Daniele, visibilmente sorpreso. "Cosa state dicendo? Io no ho fatto nulla di tutto ciò."

"Ma il disegno collega tutti questi avvenimenti e portano a lei."

"Ma nono sono stato io. Ho solo creato una gif animata e l'ho inserita su un sito..."

"Davvero? Solo questo? Quindi non sa nulla delle minacce, delle aggressioni..."

Il giovane chinò lo sguardo, vergognandosi. "Io non sapevo nulla."

"Il mio cliente è innocente, lo avete sentito!" insistette il difensore legale.

Yellow ChatHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin