Come affrontare la minaccia

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Eccoli di nuovo lì attorno al tavolo da lavoro di Raven, sembrava strano come, fra tutti gli spazi di Arkadia, per loro fosse diventato spontaneo radunarsi attorno a quel banco. Avrebbero potuto parlare anche nella sala mensa dove Harper e Monty avevano fatto trovare loro un pasto frugale dal vago sapore di plastica.

Bellamy inaspettatamente aveva sentito la mancanza dei piatti preparati attorno ai bivacchi a Polis, poltiglie non ben identificate, dai sapori forti e asprigni. Erano gusti strani ma non fastidiosi e soprattutto molto più energetici di quelli del campo, dove le riserve erano poche e molto diluite.

Avevano finito il pranzo in poco, qualche chiacchiera rilassata ma tutti erano consci che la riunione dopo il pasto non era solo un piacevole diversivo. Mancava solo Jasper, era regredito al periodo dopo la morte di Maya, non si era buttato sul bere e, per paradosso, questo spaventava un po' tutti, la paura che potesse fare qualcosa di stupido sembrava seguirlo come un'ombra. Quando aveva raccolto i suoi piatti e aveva mormorato di essere stanco e di voler tornare nella sua stanza non aveva stupito nessuno.

Bellamy si sentiva inquieto ma, in quel momento, la sua mente doveva essere focalizzata su altro. Osservò con più attenzione chi era presente tentando di capire perché, oltre a Harper, Monty e Raven, Clarke avesse deciso di chiamare anche Emori, Murphy o Roan.

Dopo il chiarimento che avevano avuto qualche ora prima, non si erano più rivolti parola se non per qualche battuta durante la cena. Bellamy aveva scelto di aspettare, lui si era esposto con lei, adesso era lei che doveva fare la prossima mossa e dimostrare che aveva capito ciò che le aveva chiesto.

Clarke guardò i volti dei ragazzi che aveva riunito, una parte di lei avrebbe voluto che ci fosse anche Miller ma Brian era stato ferito più gravemente del previsto e non se l'era sentita di separarli e, il ragazzo, era utile anche a Polis, per quello alla fine aveva ceduto alle insistenze del Ice King. Non aveva mai avuto intenzione di portare il guerriero con loro ma lui sapeva qualcosa.

La prima volta che lo aveva visto era insanguinato da capo a piedi, era stata chiamata perché qualcuno lo aveva trovato mentre strisciava fuori da un mucchio di cadaveri. Nessuno aveva creduto che potesse essere ancora vivo ma lui aveva dimostrato chiaramente che la morte non lo impauriva e che gli dei lo amavano.

Mentre lo controllava, incredula che il proiettile avesse scalfito solo la pelle, aveva capito che era stato uno strano medaglione di metallo a bloccare il colpo. Clarke lo aveva sfiorato fra le mani, era grande e pesante, sembrava molto vecchio. Non era riuscita ad osservarlo bene perché subito Roan gli e lo aveva sfilato dalle mani. Quando lo aveva scrutato curiosa il grounder le aveva parlato. Le aveva detto che, qualunque viaggio avesse intrapreso, lui sarebbe dovuto andare con lei, gli spiriti che vegliavano il cancello fra la vita e la morte avevano parlato. Lo avevano fatto tornare alla vita con uno scopo e il suo destino era indissolubilmente legato al popolo venuto dal cielo. Clarke non credeva alle sue parole ma lui era diventato irremovibile ed ora era con loro, in mezzo.

Altro paio di maniche Murphy ed Emori.

Come al solito John non aveva avuto nessuna intenzione di collaborare, voleva andarsene via il prima possibile da Polis con la sua compagna ma Clarke aveva bisogno non solo delle conoscenze dei territori di Emori ma soprattutto di scoprire tutto della casa in cui si era trovata per almeno un secolo ALIE. Aveva tentato di parlare con Jaha ma, da quando si era svegliato dopo la distruzione della città della Luce, si era ammutolito ed viveva in uno stato semi-catatonico. Aveva tentato in tutti i modi di smuoverlo, gli aveva parlato apertamente della minaccia delle centrali nucleari ma niente lo aveva scalfito.

Era stato in quel momento che aveva capito che doveva raggiungere i luoghi in cui tutto era cominciato e dove ALIE era stata progettata la prima volta. Forse là avrebbe trovato delle risposte, per questo motivo aveva trascinato con sé John che, anche se non del tutto convitno, aveva capito che era comunque un buon modo per allontanarsi da Polis. Ora lei era pronta a raccontare cosa sapeva e cosa era successo in quei 5 minuti in cui si era dovuta scontrare con Becca e la sua invenzione.

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