Un uomo

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Clarke si risvegliò lentamente, sbattè gli occhi un paio di volte prima di aprirli, sentiva sul ventre il peso del braccio di Bellamy che non l'aveva lasciata un'istante da quando, con cura, l'aveva appoggiata nel letto dopo... arrossì un istante al pensiero di ciò che era successo durante quella notte, con la coda dell'occhio guardò gli abiti che erano rimasti a terra, nell'esatto punto in cui avevano fatto l'amore.

Sorrise al pensiero che si era formato parlando di amore e istintivamente si accostò un po' di più al corpo caldo di Bellamy che dormiva accanto a lei di fianco, incuneando le sue gambe fra quelle di lui, sentendo la sua eccitazione mattutina contro la sua coscia, una vicinanza che la faceva sentire bene e protetta, nel posto giusto.

Pensava che l'alcool avrebbe offuscato i suoi ricordi, i loro, eppure, dopo avergli chiesto di fermarsi, conscia di desiderarlo con ancora più intensità di quello che avrebbe mai pensato, ogni singolo momento di quello che era avvenuto dopo si era impresso nella sua mente. Come l'aveva guardata quando si erano uniti per la prima volta, quel mormorato "Guardaci", la fece tremare di nuovo di piacere.

Voltò il viso verso il ragazzo, perdendosi un istante ad ammirarne la perfezione. Il ricordo andò a tante mattine prima quando, appena svegliata dopo il bagno alla sorgente, lo aveva osservato, la serenità del suo sonno e quel ricciolo nero che gli era scivolato sugli occhi, come allora, anche in quel momento desiderò spostarlo. All'epoca si era trattenuta confusa dall'intimità di quel gesto, questa volta invece nulla la fermò, accostò la mano ai suoi capelli, si divertì a passare il dito sul quel singolo ricciolo, avvolgerlo fra le dita per poi lasciarlo libero, lo scostò ma, quel piccolo ribelle tornava al punto di partenza.

Un gioco che durò alcuni minuti, Clarke era completamente persa da quel semplice movimento, dalla assurda normalità di ciò che stava facendo.

"Sai che stai giocando con il fuoco?" le parole di Bellamy mormorate con la voce ancora impastata dal sonno la bloccarono, quel tono roco, sembrava miele caldo sulla sua pelle, sentì subito la scintilla dell'eccitazione accedersi dentro di lei come una miccia, la sua pelle si increspò per il piacere. "Ho giocato con il fuoco e non mi sono bruciata" rispose Clarke girandosi di fianco e accostandosi ancora di più verso di lui.

Bellamy aprì gli occhi, un sorriso accennato sulle labbra, i loro sguardi si persero nuovamente l'uno nell'altro, conscio di ciò che Clarke aveva sottointeso con quelle parole, del significato che poteva avere per il loro rapporto. Il ragazzo la strinse a se, avvicinò le sue labbra a quelle di lei, un bacio, uno sfioramento, doveva essere qualcosa di dolce, caldo, confortante ma si trasformò subito in un fiamma che stava nuovamente divampando fra di loro come era accaduto quella notte. Un bacio che divenne subito intimo come le carezze che si scambiavano e che sfioravano i loro corpi. Bellamy trascinò Clarke sopra di se, senza smettere di baciarla, di toccarla.

La ragazza si adeguò subito a quella posizione, si lasciò sfuggire un mormorio soddisfatto che ricordò a Bellamy le fuse di un felino, erano già pronti ad andare oltre con quel gioco quando un violento bussare alla porta li bloccò facendoli sobbalzare.

"Griffin" era la voce di Murphy, quanto mai inopportuno in quel momento "Sveglia, ti stanno aspettando tutti per una riunione, ci sei?"

"Arrivo!" urlò immediatamente Clarke spaventata dall'idea che lui potesse entrare se non avesse risposto. "Hai visto Blake?" la ragazza abbassò lo sguardo sotto di se, Bellamy aveva il capo reclinato all'indietro, una mano davanti agli occhi, un mormorato "Gesù" gli sfuggì dalle labbra. "No?" si lasciò sfuggire Clarke, una risposta che appariva più una domanda. "Maledetto Blake" sentì Murphy fuori dalla porta "non è nemmeno in camera sua, l'hai visto?" continuò il ragazzo. Bellamy aveva tolto la mano davanti e la scrutava serio "Non lo vedo da ieri" disse Clarke che stava cercando di raccapezzarsi. Ci fu un'istante di silenzio, come se John non fosse convinto delle sue parole poi alzò la voce per farsi sentire "Ok, tu muoviti però!".

Nuovi iniziHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin