Una famiglia

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NOTA: metto questa nota all'inizio...spero che questo capitolo vi dia qualche gioia visto che, come mi avete fatto notare, il Bellarke non è forse centrale come appariva dai primi capitoli e, di questo, un po' mi dispiaccio. Ovviamente non era voluto, pensavo ad una storia Bellarke centrica ma, il mondo di the100 ha le sue "regole" e mi sono trovata a sviluppare una storia che ricorda più una 4° stagione che una FF Bellarke.

Entro la fine di certo otterrete una bella serie di soddisfazioni, mi dispiace solo che non siano quante speravate.

Buona lettura e fatemi comunque sapere come vi sembra questo capitolo di svolta nel rapporto Bellarke.

Un bacio a tutte A.


Clarke camminò come una furia attraverso i corridoi, senza una meta precisa poi infilò la prima porta che trovò aperta. La stanza dava sul lato nord della Torre, le ampie vetrate distrutte coprivano l'intera parete. Lasciò che il suo sguardo si perdesse nell'immensità della vista che si poteva cogliere da quell'altezza.

Una vista diversa da quella che aveva ammirato solo pochi giorni prima dalla rupe vicino al fiume. Il suo sguardo si posò sui declivi montuosi coperti dai boschi di conifere che sembravano allungarsi all'infinito. Da quel lato la presenza antropica era quasi inesistente e poteva cullare nell'idea, anche se assurda, che oltre a lei, non ci fosse nessun altro nel mondo, solo boschi e montagne. Voleva farsi avvolgere da quella sensazione e dimenticare le responsabilità che aveva di fronte agli altri, un sorriso amaro le increspò il viso.

In quel momento sentiva che nulla di quello che aveva fatto aveva mai avuto un senso.

Aveva in tutti i modi tentato di non pensare alle parole di Roan su Lexa durante la marcia ma ora le tornavano in mente una dietro l'altra mostrandole ogni sua scelta, ogni suo sacrificio da un'altra prospettiva. Forse questo non avrebbe mai del tutto adombrato il ricordo di Lexa, di quell'intimità che avevano condiviso per poco e di come l'avesse aiutata nella City Of Light ma di certo aveva messo in dubbio ciò che aveva fatto da quando si erano conosciute e il suo atteggiamento nei confronti di chi le era sempre stato vicino.

Ricordò con amarezza come, piena di sicurezza, era entrata a Camp Jaha con la guardia grounder dopo aver sancito la tregua con Lexa. Sua madre aveva tentato di opporsi alla loro presenza e lei le aveva sbattuta la verità. Le sue parole "Tu sarai il cancelliere ma io sono al comando" mostravano chiaramente che qualcosa in lei aveva cominciato a cambiare. Si chiese se fosse mai stata adatta al ruolo di leader che si era assunta, se era giusto prendersi in carico quella responsabilità specialmente ora che attorno a se c'erano persone come Abby, Kane, persino Roan e Luna che sembravano aver chiaro in mente cosa fosse giusto fare.

"Bella vista!" disse una voce accanto a sé.

Clarke non si girò, sorrise lievemente, aveva riconosciuto la voce ma soprattutto sapeva che Bellamy sarebbe arrivato subito da lei. Era fatto così, qualunque orrore lei avesse commesso, lui le era sempre accanto anche se non se lo meritava.

"Sei venuto qua per farmi cambiare idea?" chiese guardandolo di sottecchi.

"No" rispose il ragazzo contemplando la vista di fronte a loro.

"Sai cosa mi piacerebbe fare?" mormorò Clarke ammirando come lui il panorama. Il ragazzo scosse il capo "Lasciare Polis ora, subito e tentare di raggiungere quel 4% di Terra vivibile."

A quelle parole Bellamy si girò di scatto sconcertato

"No, non voglio scappare" rispose Clarke a quello sguardo "Non lo farei mai ora, spero un po' di aver capito ma, ci sono così tante persone che sembrano sapere cosa è giusto fare che, viste le mie passate esperienze, forse farei meno danni a cercare una nuova terra." Concluse con un mezzo sorriso.

Nuovi iniziWhere stories live. Discover now