Il Conclave

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"E così Roan e Raven?" chiese Bellamy osservando Clarke che ancora sorrideva dopo aver chiuso la porta.

La ragazza arrossì per essere stata colta in fallo con quella battuta e per un attimo temette che avesse sentito qualcosa in più della sua conversazione con il meccanico.

"Cosa fai Blake, stavi origliando?"

"Se ti chiedi se ho sentito quello che vi siete dette dentro la stanza..." Bellamy lasciò in sospeso la frase mentre notava che le guance di Clarke stavano diventando sempre più rosse.

"Sfortunatamente la porta era chiusa e bene. Ho sentito solo l'ultima battuta che hai fatto." rispose Bellamy ma l'idea che le due ragazze potessero aver parlato anche di lui solleticava la sua curiosità e, vista la reazione di Clarke, di certo non riguardava il loro futuro piano.

"È il caso che andiamo comunque da mia madre e Kane" rispose Clarke sviando il discorso e incamminandosi lungo il corridoio. Li avrebbero trovati di certo nella sala dove si sarebbe riunito il conclave quella stessa sera.

Bellamy gli fu subito dietro, un mezzo sorriso fra le labbra, indeciso se torturarla ancora un po' con delle domande o lasciar perdere ma, fu Clarke a parlare per prima. "Credo che quei due sarebbero una bella coppia"

"Dici? Raven con la sua linguaccia sferzante riuscirebbe a ridurre a brandelli chiunque e lui mi sembra una persona che non va molto per il sottile." Rispose Bellamy cercando di capire cosa avesse visto Clarke in loro.

"Ma lui è protettivo nei suoi confronti e ha la massima fiducia nelle sue capacità mentre Raven sa che è un guerriero forte, adatto a questo mondo come mai non è riuscito ad esserlo Finn" Clarke si bloccò a quelle parole, un motto di dolore al pensiero di ciò che aveva detto e cosa aveva fatto. "E il fatto che non sia molto loquace non significa che non sappia capirla anzi, credo riescano a capirsi anche senza tante parole." Continuò la ragazza "Non hai notato gli sguardi che si lanciano?" disse girandosi verso di lui.

"No!" a quella risposta lapidaria Clarke alzò gli occhi al cielo "Ah, uomini" mormorò.

"E questo che vorrebbe significare" chiese Bellamy cercando di interpretare la mezza occhiata che la ragazza gli aveva lanciato subito dopo. Credeva di conoscere bene le donne, e normalmente, avrebbe interpretato quello sguardo in una maniera precisa ma, di fronte a lui, c'era Clarke, non una ragazza qualsiasi.

"Quello che ho detto, gli uomini determinate cose non le capiscono..." lasciando in sospeso la frase.

Bellamy stava per ribattere ma ormai erano arrivati nella stanza dove gli altri erano riuniti e quel discorso, con i possibili sottointesi, venne accantonato, per il momento.

Prenderli tutti assieme o uno alla volta, si chiese Bellamy osservando Kane, Abby e Luna di fronte a loro mentre erano intenti a discutere. Il conclave si sarebbe svolto da lì a poche ore e non tutti i clan sembravano avere un rappresentante sicuro. A chi dare voce durante la riunione? La scelta di Echo di sfidarli più o meno apertamente aveva spaccato a metà anche i clan.

"Come va qua?" chiese Bellamy avvicinandosi a Kane che lo aveva visto.

Il viso di Marcus si adombrò era chiaramente preoccupato. "La situazione si sta facendo più tesa di minuto in minuto, giù in città ci sono stati dei tafferugli, la gente, anche delle stessa tribù, si sta dividendo e, non sappiamo se ciò che farà Roan basterà a sedare gli animi, sempre che lui vinca e non cambi idea" mormorò infine Kane guardandolo negli occhi "L'abbiamo visto uscire e inoltrarsi nei boschi"

"L'avete spiato insomma" chiese infastidito Bellamy, sentiva quasi come un affronto personale quella scelta. Sapeva che Kane e gli altri stavano facendo quello che reputavano meglio ma, sentiva che era sbagliato. Come spiegarlo loro? Se chiese frustrato.

Nuovi iniziWhere stories live. Discover now