Una speranza

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"Manca poco tranquilla" tre parole che nella mente di Raven si erano trasformate in una litania costante, specialmente negli ultimi chilometri. Non sapeva più dove trovare la forza per mettere un passo davanti all'altro, solo il fatto che Murphy ed Emori la stessero sorreggendo a turno le permetteva di non mollare ma ormai era arrivata al limite.

Per quanto gli altri avessero tentato in tutti i modi di farla riposare, di obbligarla a prendersela con la calma, l'urgenza di Raven di arrivare a Polis l'aveva spinta oltre ogni suo limite fisico.

Ormai era pronta a cedere e i due ragazzi che la stavano sorreggendo in quel momento dovettero capirlo.

"pochi passi Raven e siamo arrivati, poi ci verranno a prendere, ma devi fare ancora pochi passi, non puoi svenire ora" erano le parole di Muprhy che tentavano di farsi strada nel suo stato di febbricitante.

Alla fine crollò e il mondo attorno a lei divenne buio.

Si svegliò lentamente, sbattè gli occhi diverse volte per abituarli alla luce soffusa che illuminava la stanza. Si guardò in giro muovendo lentamente la testa, quel luogo le era completamente estraneo, non ricordava come era arrivata lì, ricordava a malapena il viaggio nei boschi.

Sentiva la testa ovattata ma il suo corpo, stranamente, non le faceva male. Si spaventò, per un istante credendo di essere ancora soggetta alla volontà di ALIE poi, quando provò a muovere la gamba, il lieve dolore che sentì le fece, forse per la prima volta da quando era stata ferita, tirare un sospiro di sollievo.

Questo però non la aiutava a capire dove fosse.

Era consapevole solo delle calde coltri di pelliccia che la avviluppavano e l'estraneità della stanza.

Tentò di tirarsi sù su sul gomito sinistro, un lieve pizzicorino e la pelle sul fianco che tirava leggermente le ricordarono di colpo l'ennesima ferita che la Terra le aveva inflitto, come se non ne avesse abbastanza, pensò infastidita. Per fortuna era solo fastidiosa e questo le permise di concentrarsi sulla stanza.

Il suo movimento dovette allertare qualcuno perché sentì dei passi provenienti dalla sua destra, girò il capo sperando di individuare la persona e, con una certa sorpresa, vide che si trattava di Clarke. Era riuscita ad arrivare a Polis dopotutto, come non ne aveva la più pallida idea.

"Ehi, ben svegliata!" le disse accostandosi a lei con un sorriso. "come stai?"

"Intontita ma direi bene" rispose Raven accorgendosi di avere la bocca impastata.

"Prova a tirarti su così ti do qualcosa da bere e poi controllo la ferita"

Raven riuscì solo ad annuire e con molta calma appoggiò le schiena alla testata del letto, era stato meno difficile del previsto e questo la rincuorò.

"Bevi!"

Raven annuì grata quando Clarke le passò la tazza con un liquido ambrato dentro. Ne bevve un sorso e immediatamente la tisana le ripulì la bocca dal acre sapore che sentiva.

Guardò Clarke mentre sorseggiava la tisana, qualcosa era cambiato in lei, si ritrovò a pensare Raven, la scrutò con più attenzione, sembrava che i suoi occhi fossero più vivi di quanto lo fossero mai stati negli ultimi mesi.

Per un istante si chiese per quanto avesse dormito.

"Quanto ho dormito e, come sono arrivata qui?"

"Hai dormito quasi un giorno intero, Emori, una volta raggiunto un posto sicuro abbastanza vicino a Polis, ci ha raggiunto per chiedere aiuto, eri in stato d'incoscienza e ti abbiamo portato subito qua. Un po' di cure grounder e skykru insieme ti hanno rimesso in sesto." rispose Clarke con un mezzo sorriso.

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