Prologo

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Benvenuti e grazie per aver scelto di dare una chance a questa storiella da quattro soldi!

Dopo tanto tempo ho deciso di riprovare a cimentarmi in questo genere, con un'opera che progettavo da tanto tempo...
Progettare non significa scrivere; sapete com'è: tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, e io sono molto lenta a nuotare, soprattutto per colpa di quella palla al piede chiamata anche pigrizia.

Spero che la storia vi piaccia e scusate per avervi trattenuti a lungo.
Fatemi sapere cosa ne pensate :]
Jenna

P.S Se doveste trovare errori non esitate a prendervela con Dovesivola, lei è la beta di tutto ciò, la responsabilità cade su di lei :)

Tre mesi prima...

Il sole splendeva su ogni cosa intorno a me.

Ero scesa dal taxi ed avevo subito guardato il cielo limpido e chiaro di quella meravigliosa giornata di Febbraio.

San Diego mi sarebbe piaciuta sicuramente, mi sarebbe piaciuta la sua temperatura calda e mi sarebbero piaciute le persone sorridenti che vedevo camminare allegramente sui marciapiedi.

Avevo già progettato di andare a scrivere al Balboa Park, tra le panchine di legno e l'erba appena tagliata, respirando il profumo della terra bagnata e della calma.

Probabilmente, avrei dato un'occhiata ai musei insieme a Moreen, cercando di trovare qualcosa di nuovo a cui ispirarmi, per poi infilarmi tra una teca e l'altra, perdendo tempo nel leggere le descrizioni e individuare i minuscoli particolari su qualche coccio appartenente ad un qualsiasi ninfeo.

Avrei fatto lunghe passeggiate in riva alla spiaggia, immergendo i piedi nella sabbia rovente e bagnandomi le caviglie per saggiare la temperatura dell'acqua, sentendo poi il freddo solleticarmi la pelle e la salsedine tra i capelli.

Avrei passato le mie serate a bere cocktail a bordo piscina, magari durante qualche festa e avrei flirtato con qualche bel ragazzo abbronzato e dal sorriso disarmante.

Avrei visto mille tramonti colorare il cielo e osservato mille albe sorgere all'orizzonte e illuminare quella magnifica città.

Sarebbe stata la vita che avevo sempre desiderato!

Sicuramente avrei anche...

«Mi scusi, signorina?» chiese qualcuno dietro di me, interrompendo il flusso dei miei pensieri.

Mi voltai con un sorriso sulla faccia, non capendo chi fosse l'artefice di quell'interruzione non richiesta, ma mi congelai sul posto quando il tassista ricambiò con un'espressione leggermente scocciata e parecchio contrariata.

«Sono venticinque dollari» mi informò da dietro i baffi fitti e grigi.

Oh, sì, probabilmente avrei prima pagato lui.

Presi la borsa e cercai freneticamente il borsellino al suo interno, mentre gli altri oggetti in essa contenuti si scontravano e strisciavano uno contro l'altro.

Dov'era...

«Ecco a lei!» Urlai infine, sguainando il portafogli e pagando il tassista. Mi guadagnai comunque un'occhiata confusa e circospetta.

Decisi di lasciar perdere e mi affrettai a prendere i bagagli. Poi la macchina gialla sfrecciò via, lasciandomi sola sul marciapiede davanti alla mia futura abitazione.

Mi voltai con un sospiro e osservai il palazzo alto qualche piano baciato dalla luce del sole.

Sicuramente non era la villa che avevo sempre sognato, ma un appartamento in un condominio sarebbe sicuramente rientrato nel mio budget già magro di suo.

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