La principessa tra due fiamme

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Quando Destan varcò la soglia di casa mia mi si strinse lo stomaco.una strana sensazione  si stava facendo strada proprio al centro del petto e Damon Salvatore, nella stanza accanto, non faceva altro che alimentare tutta questa situazione di pericolo.

Se chiudevo gli occhi potevo sentire l'allarme di fuga che rimbombava nella mia testa.

Scappa! Scappa!

Quelle voci erano vere o ero io ad immaginarmele?

«Hai bisogno di qualcosa, Destan?»

Avrei dovuto ringraziarlo per aver consegnato il mio capitolo a sua madre. Avrei dovuto abbracciarlo ed erigere una statua a suo nome, lodandolo per le sue nobili gesta nei confronti della qui presente fanciulla in pericolo.

Ma non feci niente, anzi, la mia voce uscì così acida che me ne vergognai persino io stessa.

Lui mi lanciò una strana occhiata e si spostò del salotto, guardando fuori dalla porta finestra che dava sul cortile davanti al nostro palazzo.

«Hai ricevuto la risposta di mia madre ai tuoi capitoli?» chiese poi, senza incontrare i miei occhi.

Sembrava volesse scappare da quella stanza, come se essere lì con me gli desse  fastidio.

Mi sentii offesa, nonostante non ce ne fosse alcun motivo, e sperai che Cameron uscisse dal nascondiglio e risolvesse la situazione. Magari dopo essersi vestito.

«Sì, li ho ricevuti e sono andata avanti con la scrittura» risposi vagamente, senza dirgli che mi ero dovuta inventare un  intero capitolo di sana pianta perchè lui non si era fatto vedere e io non avevo avuto modo di studiare tutte le sue mosse e le sue espressioni.

Per una ragazza dedita alla scrittura come lo ero io, doversi appoggiare per forza a dei fatti realmente accaduti era una vera miseria.

Gli scrittori raccontano i propri sogni. Le proprie paure. Le proprie speranze.

Ma doversi imporre dei paletti così importanti era uno strazio.

Destan si voltò verso di me e sembrò nuovamente imbarazzato.

Cosa gli prendeva?

«Ecco.. vedi...» esitò un po’, dondolandosi sul posto.

Aspettai che continuasse e non fiatai.

«Mia madre mi ha detto che le sue editor hanno letto l’ultimo capitolo che hai mandato e non gli è piaciuto. Dicono che i personaggi sembrano completamente diversi dal resto della storia.»

Cazzo.

Mi allontanai di un passo e imprecai tra i denti.

Dannazione, dannazione, dannazione!

«Questa non ci voleva...» sussurrai in un sibillo.

Avevo voglia di prendere a pugni le editor di quella donna. Ma chi si credevano di essere per dirmi una cosa simile?!

Ma che stavo dicendo?! Quelle donne lavoravano nel campo dell’editoria da tantissimo tempo, probabilmente sapevano di cosa stessero parlando quando dicevano una cosa del genere.

«Hai ancora tempo per riscrivere interamente il capitolo, non preoccuparti» disse poi, cercando di farmi forza.

In realtà l'unico modo per risolvere tutta quella situazione era spingere Destan a fare qualcosa che mi facesse venire voglia di scrivere un nuovo capitolo basato su noi due, ma era troppo difficile.

O forse no?

«Senti, Destan, ho bisogno che tu-» iniziai a dire, ma un rumore mi interruppe.

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