Sì, ma il mio gelato?

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Quel pomeriggio tornai a casa su una nuvola. Ero riuscita ad ottenere ciò che volevo e mi era bastato solo rispondere male al mio futuro capo.

Che mossa astuta e totalmente premeditata!

Quando, alle tre di notte circa, Destan riprese il suo teatrino sul pianerottolo, non mi preoccupai neanche di andare ad aiutarlo.

In realtà lo temevo. Avevo paura che si fosse accorto della sparizione del volantino della Mela D'Oro, e non volevo che se la prendesse con me.

Il che sarebbe stato totalmente lecito; in fondo gliel'avevo rubato io.

Oh, Santo piripillo, avevo preso il lavoro ad un poveraccio con problemi di alcolismo!

Tuttavia rimasi ad ascoltare i suoi rumori, con la chiara intenzione di correre fuori dalla porta in qualsiasi momento.

Attesi che entrasse in casa e poi andai a dormire, ripromettendomi di continuare a evitarlo per il resto della settimana.

In realtà ero solo una codarda che non aveva il coraggio di affrontare la questione. Probabilmente avrei dovuto dirgli che, grazie a lui, mi avevano presa in prova alla Mela e che gli sarei stata grata per il resto della mia vita.

Ma invece preferivo restare rintanata nel mio appartamento, ascoltando qualsiasi rumore proveniente da casa sua e sperando solo di non incrociarlo mai più.

Dovevo essergli grata.

Se la mia famiglia fosse stata benestante non mi sarei fatta problemi a sguazzare nell'ozio, ma così non era e, se volevo vivere da sola, avrei dovuto badare a me stessa oppure sarei tornata a casa.

***

Quella mattina avevo messo sottosopra il mio armadio.

Non che ci fosse poi molto da cercare: da quando ero arrivata a San Diego non avevo avuto molto tempo per darmi allo shopping sfrenato e alle passeggiate tra i negozi. Le uniche cose che avevo comprato erano fondamentali per la mia sopravvivenza ed erano anche in offerta. In più non potevo di certo vantarmi di avere soldi a palate!

Meglio non spenderli per cavolate.

Fatto sta che, come ogni ragazza che si rispetti, anche il mio guardaroba disponeva di un paio di pantaloni neri, peccato che questi fossero impresentabili.

Li avevo comprati un bel po' di anni prima e da allora li avevo indossati così tante volte che si erano sformati e le tasche si erano scucite, somigliando più a un capo d'abbigliamento firmato Zingari che a un pantalone presentabile.

Sarebbero andati bene?

Ma che figura da stracciona ci volevo fare?

Così mandai un messaggio a Moreen e le proposi di fare un giro per negozi, alla ricerca di qualcosa di decente da indossare.

Qualcosa che non mi facesse sembrare sciatta e povera.

***

Ed eccomi con una coppetta di gelato in mano, nel bel mezzo di Seaport Village.

Quel giorno il sole era alto nel cielo, le nuvole assenti e il vento leggero. Ero in paradiso e nell'aria aleggiava già il profumo dell'estate.

Moreen aveva deciso di portarmi tra le bancarelle di quel posto meraviglioso. Avevo scattato qualche foto del mare leggermente increspato e poi avevo preteso un gelato al cocco.

Inspire MeWhere stories live. Discover now