Bye, bye

471 32 14
                                    

Ci sono volte in cui mi chiedo cosa io abbia fatto di male per meritarmi determinati avvenimenti. A volte mi convinco addirittura di avere avuto una vita precedente all'insegna dell'illegalità e del peccato. Magari qualcuno sta provando a punirmi, facendomi passare le peggiori pene dell'inferno.

Ovviamente sono domande che chiunque si sarebbe fatto, se fosse stato in una situazione come la mia. Magari avrei fatto meglio a rinchiudermi in casa e uscirne solo sul letto di morte, magari addirittura da morta.

I cocci lucidi giacevano sul pavimento come lacrime di cristallo. Le luci della stanza li facevano risplendere di particolari sfumature violacee e io potevo sentire quelle stesse schegge tagliarmi i polmoni e farne uscire tutta l'aria in essi.

Dietro la mia testa riuscivo persino a sentire la voce adirata di Katherine che mi rimproverava l'ennesimo disastro, magari minacciandomi con uno shaker o con qualsiasi altro oggetto a portata di mano.

Il vassoio smise di roteare su sé stesso, cessando quel fastidioso rumore metallico che mi stava dando alla testa, e rimase fermo sul pavimento, accanto ai bicchieri frantumati e sopra le bevande rovesciate completamente sulle mattonelle scure.

Volevo morire.

Volevo sparire.

Volevo alzare gli occhi e incrociare qualsiasi sguardo tranne quello di Destan.

Ma che diavolo mi era preso? Dannazione a me e alla mia decisione di accettare l'incarico affidatomi dalla barista.

Non potevo starmene nel mio angolino, a rimuginare sulla vita e sulla guerra?

Avevo avuto davvero una fantastica idea! Una meravigliosa idea!

Ma certo, andiamo a chiedere a Katherine se ha del lavoro in più da farci fare! Ma certo che vado a consegnare questi drink alle ragazze nel privet con Destan e Cameron! Non aspettavo altro, davvero!

Un genio, Elara. Un genio. Complimenti!

Sperai che il pavimento si trasformasse in un buco nero e mi inghiottisse per sempre. Speravo che si aprisse sotto i miei piedi e mi lasciasse cadere al suo interno come Alice nel Paese delle Meraviglie. Magari avrei trascorso il resto dei miei giorni a fumare il narghilè con il Brucaliffo, appollaiata su un comodo fungo e senza alcun pensiero per la testa.

Magari non sarei stata costretta a scoprire la reazione di tutti i presenti e del ragazzo mezzo nudo sulle gambe di Miss. 21.

Cazzo. Cazzo. Cazzo!

Ma la realtà è che non andai a finire proprio da nessuna parte e che dovetti controllare se qualcuno si fosse fatto male per via della mia disattenzione.

Quindi alzai lo sguardo e lanciai una veloce occhiata a tutti i presenti, sentendo il cuore martellarmi nelle orecchie e lo stomaco annodarsi e premere contro i polmoni.

Alcune ragazze mi stavano ancora fissando infastidite dalla mia presenza e dal mio disastro, altre si erano già girate e avevano deciso di lasciare che io me la vedessi da sola. Miss 21 ci aveva messo poco prima di riportare la sua attenzione sul ragazzo che le mostrava i pettorali tatuati e gli addominali da modello.

Ma lui mi stava fissando.

I suoi occhi color nocciola stavano perforando qualsiasi cosa e si erano piantati nei miei senza alcuna discrezione.

Avrei voluto che dicesse qualcosa, che la sua mente mi parlasse e mi comunicasse quali pensieri gli si stavano ingarbugliando in testa. Pensava che fossi stupida, vero?

Rimasi imbambolata per qualche istante e poi decisi di distogliere lo sguardo e piegarmi per raccogliere i vetri più grossi, sarei tornata con la scopa e la paletta e avrei lasciato che Sierra finisse il lavoro che avevo deciso di iniziare io.

Inspire MeWhere stories live. Discover now