Capitolo 59

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26 Marzo 2017, ore 9:43.

"Cosa dobbiamo fare?" Disse Anna prese dalle lacrime.

"Anna vado a cercarla ancora, andrà tutto bene" dissi appoggiandole le mani sulle sue spalle.

"Sono sempre stata una pessima madre"
disse singhiozzando

"Avessi avuto una madre come te Anna"
dissi poi

"Andrà tutto bene" ripeto.

Uscì dalla casa, già i poliziotti hanno iniziato a cercarla qualche ora fa anche Melissa è andata insieme alle compagne di classe.

Non potevamo trovarla nei posti che frequenta di più. Sarebbe stato troppo semplice, bisognava cercarla nei posti dove lei non andava mai.

Decisi di andarla a cercarla in tabaccheria. Fumando credo sarà andata sicuramente.

Davanti alla porta trovai Berga, un mio compagno di classe.

"Viola che ci fai qui? Non dirmi che vuoi iniziare a fumare" disse con un ghigno sul volto.

Lo avrei preso a pugni

Gli feci di no con la testa

"Hai presente denise?" Dissi

"Si la conosco, fumiamo spesso insieme"
rispose lui sorridendo.

"Ah davvero? Non sai niente allora"

"Cosa"

"È scomparsa ieri"

Gli cadde la sigaretta per terra

"Ma ieri verso le 14 abbiamo fumato insieme" disse sconvolto

"Ti ha detto qualcosa prima di andarsene?" Chiesi diventando pallida in viso, fece di no con la testa.

"Porca troia" dissi calciando un pacchetto di sigarette vuoto

Lui mi guardò preoccupato.

"Forse so dov'è" disse poi

"Vieni"

11:23.

È da ormai 20 minuti che camminiamo e non ho ancora capito dove mi stia portando, ma spero sia la e che stia bene.

Mi arrivò un messaggio.

Mi si geló il sangue.
Una nuova notifica da whatsapp.

ore 11:24, Denise🌻

Denise🌻: Cara Viola,
mi dispiace per tutto il tempo che non abbiamo passato insieme, da quando ci siamo staccate. Ti ricordi a 4 anni? Che giocavamo vicino alla siepe di tua madre? Giocavamo alle principesse, tu eri quella azzurra e io quella rosa. Desideravamo entrambe che un giorno lo saremmo diventate. Col crescere insieme il nostro rapporto si rafforzava sempre di più e ci promisimo che per nessuna ragione al mondo non ci saremo mai separate. Nel momento che ci siamo perse ho sofferto molto, da li ho iniziato ad andare sotto il ciliegio dietro la sala giochi, ricordi? Dove andavamo da piccole e tu ti arrampicavi, io ti dicevo di stare attenta a non cadere e tu mi rispondevi sempre che non saresti mai caduta e forse era vero, tu sei sempre stata forte per cadere, ma quel leone che è in te se ne è andato via come il nostro sogno di diventare principesse, forse adesso siamo un po troppo grandi per sognare di diventare principesse, ma sappi una cosa. Per me sei una principessa, sei cosi bella, intelligente e disponibile, soprattutto sei una vera amica. Ragazze come te non ne ho mai incontrate e non ne incontrerò mai. Sono felice che siamo ritornate finalmente quelle che eravamo un tempo. Però ti chiedo scusa, così dal nulla ti ho voluta abbandonare. Non odiarmi, ma io in questo posto non mi sento a mio agio, con te sto bene, ma con gli altri no. Ho deciso di partire, andare lontano. In un posto dove non ci si riesce ad andare nemmeno in aereo, mi dispiace per tutto. Ti auguro il meglio in tutto, in famiglia, in amicizie e a scuola. Ti auguro la felicità insieme a Michele, lui ti ama e non ti abbandonerà mai. Di a Chiara e Melissa che vadano avanti senza paure, stanno andando benissimo. Di a mia madre che le voglio bene ed è grazie a lei se sono diventata la ragazza che sono, dille che ci vedremo presto e chiedile scusa per tutto. Sappi Viola che io ci sarò sempre, nonostante tutto, nonostante la distanza. Ti voglio bene.

-Denise.

Ho capito dove dobbiamo andare, al ciliegio.

"LORENZO" urlai, Berga si girò preoccupato. Non lo chiamavo mai per nome se non per cose veramente importanti.

"È AL CILIEGIO CORRII"
dissi iniziando a correre al ciliegio.

Arrivammo dopo circa 10 minuti, stanchi e sudati.

Il ciliegio era diventato molto grande e ormai c'erano già i fiori. Era bellissimo.

"DENISE DOVE CAZZO SEI" urlavo girando intorno, non poteva essere già andata via.

"V-Vio-Viola" disse Lorenzo con voce tremante.

"Cosa c'è?" Andai verso di lui, indicò sopra di se. Alzai la testa

Spalancai gli occhi e urlai, mi inginocchiai

Denise era li, sguardo basso, occhi chiusi. Intorno al suo collo c'era una corda.

Non potevo crederci.

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