Capitolo 2

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Capitolo 2 - Fatal Love

Quella mattina Kahlan si sentiva molto strana. Era arrivata a scuola come al solito, in macchina con Jackson ma lui aveva taciuto tutto il tempo. Suo fratello non aveva proferito nessuna parola, aveva semplicemente messo a tutto volume la radio ed era partito. Lui sapeva quanto a Kahlan portasse fastidio la musica alta la mattina, voleva irritarla. Era stato tutta la notte accanto a lei, a proteggerla, ammirandola da cima a fondo, senza mai sfiorarla nonostante lui lo desiderasse più di ogni altra cosa al mondo. Era arrabbiato con lei. Il motivo era semplice: Kahlan aveva sussurrato un nome stanotte mentre dormiva. Steph. Jackson lo conosceva molto bene. Steph era il capitano della squadra di football della scuola, non ché primo della classe e primogenito di un imprenditore petrolifero di LA. Era un ragazzo viziato, portava a casa una donna diversa ogni sera, era corteggiato da tutte le ragazze della scuola e lui se ne approfittava. Le trattava come se fossero delle sigarette. Le fumava fino alla fine e poi le gettava per terra, schiacciandole con il piede per spegnerle. Aveva il cervello piccolo come una nocciolina, il corpo muscoloso e depilato. Jackson era costretto a dividere lo spogliatoio con lui quando a lezione di educazione fisica doveva giocare a football. A lui non piaceva per niente, preferiva starsene rinchiuso in biblioteca a studiare. Almeno in quelle quattro mura si respirava aria buona e soprattutto c'era silenzio. Il più delle volte accanto a lui si sedeva Kahlan, lui l'ammirava con la coda dell'occhio mentre stringeva la matita tra i denti e quali assurdi pensieri balenavano nella testa di Jackson questo non era dato saperlo poiché erano tutto, fuorché casti. La piccola e dolce Kahlan innamorata di Steph. Lo faceva così infuriare! Jackson la voleva solo per sé, era sua da sempre. Era lui che la consolava di notte, era lui che asciugava le sue lacrime, era lui che la proteggeva, e pensare che un altro ragazzo potesse anche solo sfiorarla lo faceva andare fuori di testa. Quel giorno a scuola Jackson era un fascio di nervi, così in mensa si sedette da solo, in disparte. Non ché fosse una novità, lui non aveva amici e non andava d'accordo con nessuno. Soprattutto con Steph e i suoi amici. Più di una volta lo avevano preso di mira insultandolo e istigandolo. Non aveva reagito fino a quando non avevano toccato l'unico tassello che facesse saltare ogni singolo nervo del suo corpo: Kahlan. Jackson gliel'aveva suonate di santa ragione, uno per uno, così lo avevano lasciato in pace per mesi e mesi fino ad oggi. L'idea che Steph potesse soltanto guardarla mentre passava dal suo raggio...Grr. Iniziò a mangiare facendo una grande fatica ad allontanare quei pensieri. Tutto divenne più facile quando la vide. Di solito Kahlan si sedeva in mensa con la sua migliore amica e le compagne di classe, ma oggi stava venendo verso di lui con il vassoio in mano.
- Jackson. - esordì Kahlan sedendosi di fronte a lui.
- Che ci fai qui? Vai a sederti con le altre. - le rispose acido.
- Grande accoglienza, grazie fratellino. - Kahlan iniziò a mangiare il purè di patate accostandolo con la carne. Da quando avevano cambiato cuoco, la cucina della scuola era migliorata tantissimo e potevano mangiare qualsiasi cosa perché non era veleno.
- Perché proprio lui? - Kahlan alzò lo sguardo verso il fratello incuriosita da quella domanda.
- Che intendi? - gli chiese dubbiosa.
- Andiamo, cazzo. Tu lo sai. - Lei deglutì a fatica. Non era possibile che Jackson avesse scoperto il nome del ragazzo per cui lei provava una simpatia. In effetti non aveva avuto il coraggio di dirglielo perché Steph era il suo nemico, il ragazzo più popolare della scuola e il donnaiolo più famoso tra le ragazze. Jackson non avrebbe approvato.
- Jackson, non fare una scenata​ qui. Ne riparliamo a casa. - lui si alzò di botto facendo cadere il vassoio con il pranzo a terra, catturando l'attenzione di tutti. Quando si accorse che tutti in mensa lo stavano fissando, diede un pugno al tavolo e corse fuori, in cortile. Kahlan fu sconcertata da quel comportamento, non sapeva cosa fare. Voleva seguirlo, ma conosceva Jackson più di qualsiasi persona al mondo, doveva restare solo e sbollire la rabbia. Così finì il pranzo in silenzio e poi andò alle tre lezioni successive. Pensò al fratello e che cosa stesse facendo, se l'avesse aspettava fuori per tornare a casa insieme. Ma lui non c'era nel parcheggio, non c'era ombra neppure della sua automobile. Kahlan si fece dare un passaggio a casa dalla sua migliore amica Piper, non c'era altra soluzione.
- Che è successo oggi a pranzo? - le chiese Piper. Kahlan scosse la testa.
- Non so come ha fatto a scoprirlo. Piper, lui sa che mi piace Steph.-
- Cazzo, Kahlan. Questa è una brutta situazione, sappiamo tutti che tra Jackson e Steph non scorre buon sangue. - il commento dell'amica la fece preoccupare ancora di più.
- Spero solo che sia a casa e che non faccia sciocchezze. Gli parlerò con sincerità e dovrà accettarlo. - Piper rise amaramente.
- Non lo farà e lo sai meglio di me. Sappiamo entrambe che fama precede Steph. - Kahlan annuì, purtroppo Piper aveva ragione. Steph era un cattivo ragazzo e Jackson non l'avrebbe mai lasciata tra le mani di chi poteva benissimo ferirla.
- Comunque se hai bisogno, chiamami.- Kahlan annuì di nuovo alle parole dell'amica e poiché erano già arrivate davanti casa sua, scese l'auto e sperò che Jackson fosse in casa. Salutata l'amica, entrò in casa e chiamò a voce alta suo fratello. Nessuna risposta. Allora salì al secondo piano e bussò alla porta di camera di Jackson, ma di lui nessuna traccia. Lui non era in casa. Così compose il suo numero al cellulare e lo chiamò: segreteria.
- Cazzo, Jackson. Dove sei! - urlò a voce alta Kahlan, esasperata. Ma Jackson non rientrò a casa neppure nelle ore successive. Kahlan si fece una doccia, poi cenò e dopo aver messo a posto la cucina fece i compiti. Aspettò il fratello fino a notte fonda, ma di Jackson nessuna traccia. Così andò a dormire, doveva riposare e digerire la reazione che aveva avuto oggi a scuola Jackson. Kahlan si girò e rigirò nel letto e solo quando riuscì a prendere sonno sentì un corpo caldo stringerla al petto. L'odore inconfondibile di Jackson la fece rilassare del tutto. Lui era lì, era ritornato a casa.
- Dove sei stato? - Lei era sicura che non fosse andato a bere, non faceva puzza di alcol.
- Al lago. - rispose lui in un sussurro. - Perdonami, non dovevo reagire così. -
- Potevi reagire in diverso modo, Jackson. Mi hai fatto paura e sono stata preoccupata tutto il tempo. -
- Lo so, chi ti ha accompagnata a casa?-
- Piper. -
- Le devo un grazie. - Kahlan sorrise.
- Ho avuto paura di dirtelo, lo so che odi Steph. - Lei iniziò a parlare, voleva chiarire l'argomento una volta per tutte ma era più di uno stupido argomento per Jackson. Lui era innamorato di lei, da sempre. Non riusciva a vederla con nessuno.
- Perché lui? Con tutti i ragazzi che ci sono a scuola, perché proprio Steph, cazzo? - Jackson stava iniziando ad arrabbiarsi, ma tenendola vicina restava ancorato alla convinzione che lei fosse lì con lui, abbracciata al suo corpo.
- Non lo so, onestamente. È una cosa che non puoi controllare. - e Jackson lo sapeva bene. - Mi dispiace Jack, io dav...- Jackson mise la sua mano sopra la bocca di lei per farla restare in silenzio. Non voleva sentire nessun'altra parola riguardo Steph e tutte quelle merdate. Voleva solo godersi il momento, addormentarsi accanto a lei e non svegliarsi mai più.

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