Capitolo 30

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Capitolo 30

Jackson era nervoso, aveva la bocca asciutta per l'ansia. La sua futura moglie era di fronte a lui, bellissima e meravigliosa nel suo abito bianco, con i capelli luminosi e lunghi. Gli occhi erano pieni di emozioni, sentimenti, lacrime. Prese coraggio, aveva provato e riprovato le parole da dirle, ma adesso aveva dimenticato ogni cosa. Chiuse gli occhi e respirò il profumo di lei che tanto lo mandava in estasi ed iniziò a recitare la sua promessa.
- Avevo solo due anni quando ti vidi per la prima volta. Una bambina piccola e graziosa con enormi occhi azzurri che mi fissavano da lontano come se avesse visto la cosa più bella del mondo. A quel tempo non ero cosciente, ero un bambino, ma in cuor mio sapevo che mi ero innamorato di te dal primo istante. Tu mi avevi folgorato, come fa una stella. Ero rapito da te, ero completamente e inesorabilmente innamorato di te. Ti vedevo crescere, diventare sempre più donna, sempre più forte. Ma tu avevi bisogno di me, ed io ti proteggevo sempre. In ogni istante sapevi di poter contare su di me, che sarei stato qualsiasi cosa per te pur di vederti sorridere. Quel sorriso che mi ha incantato per sempre. Io ci sarò sempre, come prima, più di prima.
Io ti amo Kahlan, ti amerò sempre.-
Kahlan deglutì a fatica, quelle parole erano la cosa più bella che qualcuno le avesse mai detto. Non sapeva bene se le sue parole fossero state altrettanto belle da eguagliare quelle di Jackson, ma lei ci provò comunque. Era il giorno più bello e più importante della sua vita.
- Jackson, io voglio te. Voglio te nella mia vita, nella mia mente, nel mio cuore. Voglio te in ogni attimo della giornata, voglio te sempre, vorrò sempre te. Ti amo da tanto, ti amo da sempre, anche quando eravamo bambini. Tu stavi sempre lì, ad un passo da me, al mio fianco, per difendermi dalla vita e dalle delusione. Sei sempre stato molto di più, tu sei molto di più. Lotterò sempre per noi con te al mio fianco perché sono certa che noi siamo l'amore vero, quello delle favole, quello con un e vissero per sempre felici e contenti per davvero. La vita ci ha fatto incontrare in un modo ignobile e scusa se sono egoista, ma è stata la cosa più bella che potesse capitarmi. Io non so davvero come farei a vivere senza di te perché non lo so, non so come si possa vivere senza di te. Tu sei così indispensabile, tu mi completi in ogni modo possibile ed inimmaginabile. Non so come si vive senza di te, so solo che quando siamo stati distanti per un po' mi sentivo soffocare e morire, stavo morendo lentamente senza di me. Il mio fuoco si spegne se non ci sei tu a prendertene cura. Non lasciarmi mai.-
- Non lo farò. - rispose prontamente lui dopo la promessa di Kahlan. Entrambi erano emozionati, pure Gus si mise a piangere. Finalmente l'amore aveva vinto.
- Con il potere conferitomi, vi dichiaro marito e moglie. -
Jackson e Kahlan si baciarono subito, erano così felici! Gus battè le mani, anche chi li aveva sposati si emozionò. Quei due ragazzi erano il vero amore, il mondo poteva anche averli fatti soffrire ma avevano vinto contro tutti e tutto restando sempre insieme.

Quando arrivarono davanti alla Mustang, erano sposati. Gli anelli luccicavano brillantemente dalle loro dita intrecciate. Gus li abbracciò ancora, asciugandosi le lacrime. Era stata un cerimonia semplice ma emozionante. A Kahlan non dispiaceva in fondo, non avevano avuto problemi ma si sa, il sogno di ogni ragazza è essere accompagnata all'altare dal proprio padre, vestita da principessa. Il fatto che non fossero lì, a testimoniare il loro amore le fece male. Erano pur sempre sangue del suo sangue. Dovevano pure esserci Betty, Joseph e John, la famiglia di Jackson. Anche zia May avrebbe dovuto partecipare. Il matrimonio doveva andare diversamente, ma Kahlan non aveva rimpianti. Le importava solo essere la moglie di Jackson.
- Dove andrete adesso? - chiese Gus, curioso.
- Penso che faremo un bel viaggetto. È estate e potremmo visitare molti posti.- rispose Jackson, tenendo stretto a sé Kahlan. Le diede un bacio dolce sui capelli.
- Vi consiglio di visitare Londra, è magnifica. -
- Lo faremo. - ci fu un attimo di silenzio, Gus era davvero molto imbarazzato e nervoso.
- Ci rivedremo? - chiese preoccupato. Jackson impallidì.
- Gus, questo non è un addio. È solo un arrivederci, e poi siamo in un'era dove esistono i cellulari, i social, le videochiamate. Ti faremo un resoconto giorno per giorno dei posti che andremo a visitare e ti manderemo delle cartoline. Non essere triste! -
- D'accordo, d'accordo! Ma ci conto molto. -
- Puoi stare...- le parole gli morirono in bocca. Quando lo sguardo di Jackson osservò oltre la spalla di Gus, restò pietrificato. I genitori di Kahlan erano lì e stavano scendendo dall'auto. Li avevano trovati.
- Dobbiamo scappare! - urlò Jackson a Kahlan e Gus. Cercò le chiavi dell'auto nella tasca dei jeans ma non le trovò.
- Salite in macchine! - gridò Gus facendo il giro e accendendo la Mustang. Le chiavi erano ancora in suo possesso ma questo non preoccupò Jackson, avere un alleato in questa guerra era molto utile. Jackson spinse Kahlan dentro l'auto e poi salì anche lui. Gus diede gas e partì velocissimo, facendo stridere le ruote sull'asfalto.
- Cazzo, cazzo! -
- Perché ci stanno perseguitando??- domandò Kahlan preoccupata.
- Perché vogliono te, piccola. Vogliono dividerci e riportarti in America ma non glielo permetterò. Tu sei mia, tu sei mia moglie adesso. Non hanno il diritto di averti. -
Gus continuò a guidare, era stato bravo a seminarli di nuovo.
- Dove andiamo? -
- Alla scogliera, lì non ci troveranno. Resteremo lì per qualche ora, tu terrai la macchina e quando ti chiamerò essendo certo che non ci seguono più me la porterai. Così io e Kahlan potremmo partire senza inseguitori. - Jackson fece una smorfia - e per favore, liberati degli addobbi. Sono troppo appariscenti e potrebbero riconoscerci. - Jackson era assolutamente freddo e distante, prese delle decisioni in poco tempo con molta lucidità.
- D'accordo, allora vi lascio alla scogliera e faccio un giro per seminarli. -
- Grazie Gus, sei un amico. -

I due ragazzi scesero dall'auto e si incamminarono mano nella mano verso la scogliera, luogo in cui Jackson aveva chiesto a Kahlan di sposarla. Adesso erano lì ed era cambiato qualcosa dall'ultima volta che erano stati lì. Jackson e Kahlan erano marito e moglie.
- Staremo per qualche ora qui, poi ti porterò via da tutti i nostri problemi.- le disse Jackson, con aria sognante. I suoi occhi erano rivolti verso l'orizzonte e guardava le onde che piano piano si avvicinavano magneticamente alla roccia sottostante.
- Promettilo, Jackson. -
- Te lo prometto, amore mio. Ti prometto che ti porterò in un posto bellissimo, magari in montagna lontano da tutti e tutto. Costruirò una casa con le mie mani per noi, ci sarà anche un camino e il fuoco sempre acceso. Potremmo fare l'amore davanti ad esso e riscaldarci l'anima. Poi ti aiuterò a cucinare qualcosa e preparerò ogni giorno la colazione per te. Ti sveglierò e ti bacerò, poi faremo una doccia insieme ed inizieremo la giornata. Sarà stupendo vedrai! Ci addormenteremo nello stesso letto senza avere paura di svegliarci da soli, perché noi non saremo mai da soli. Tu sarai sul mio petto quando aprirò gli occhi ed io inizierò a pensare a quanto sono fortunato ad avere una moglie bellissima come te. Poi un giorno, spero non troppo lontano, aprirò gli occhi e ci sarà il tuo pancino con dentro nostro figlio a darmi il buongiorno. Ed io lo accarezzerò con le dita e lui si muoverà dentro di te perché è felice di nascere in un mondo in cui i suoi genitori si amano tanto. Vedremo i suoi primi passi e sentiremo le sue prime parole...poi ovviamente dovremmo darci dentro per fare un altro figlio, che è la mia parte preferita ma non dirlo a nessuno, tesoro. Saremo felici ed invecchieremo insieme, mano nella mano per sempre.-
- Oh, Jackson! È così romantico! Promettimi che si avvererà ogni cosa.- - Kahlan io...-
- LASCIA STARE MIA FIGLIA! -
La madre di Kahlan era lì, accompagnata da suo marito. Come avevano fatto a trovarli? Perché erano lì?
- È mia moglie, Clara. - ribadii Jackson, serissimo.
- È mia figlia e tu devi starle lontano! - sputò con rabbia.
- No, è mia moglie e lei è mia. -
- Perché sei qui? Perché vuoi rovinarci la vita? - urlò esasperata Kahlan. - Non ti è bastato tutto il male che ci hai fatto? Perché sei qui? Perché non vuoi che io e Jackson siamo felici? Che c'è che non va in te?-
- Se io non posso avere Joseph, tu non avrai Jackson. - Kahlan fece dei passi indietro, un passo per volta, guardando sua madre con odio profondo.
- Ti odio! Ti odio! Ti...OH! - La ragazza ferita nell'anima era troppo vicina al burrone, mise un piede in modo sbagliato e trovò il vuoto. Ma la fortuna volle che la sua mano stretta a quella di Jackson portò anche lui insieme a lei.
I due amanti caddero con una velocità atroce dalla scogliera, giù verso il mare e le rocce enormi. Fu un attimo, ma Jackson abbracciò Kahlan mentre stavano viaggiando nel vuoto.
- TE LO PROMETTO! - urlò, tenendo fede alla sua promessa. I loro corpi caddero in mare, fu un amore fatale.

Il destino che li aveva creati, allo stesso modo li aveva distrutti in questa realtà, troppo sbagliata e mediocre per essere testimone del vero amore.

FATAL LOVE  Where stories live. Discover now