Capitolo 3

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Capitolo 3 - Fatal Love

Jackson si svegliò di soprassalto, aveva fatto un brutto sogno sui suoi genitori che lo aveva impietrito. Si passò una mano tra i capelli e aprì gli occhi in cerca di luce. Sperava fosse già giorno per non doversi di nuovo addormentare. Quando sentì il calore della sorella che dormiva con la bocca socchiusa e beatamente in quel letto si rilassò del tutto. Era ormai giorno ed era anche ora di andare a scuola. Di certo questo lo tormentava, desiderava tornare a letto solo per poter assaporare la pelle di Kahlan, per poterla amare e tenerla stretta a lui senza che qualcun'altro potesse intromettersi. La fissò per lungo tempo, Kahlan aveva una spalla scoperta.
"Ti prego, non farmi questo." Pensò Jackson, frustrato. Se avesse potuto fermarsi in quel momento​, lo avrebbe fatto. Però c'era il fatto che i suoi genitori non c'erano e chissà per quanto tempo ancora, e se prima aveva avuto la forza di fermarsi, ora non più. L'istinto primordiale di Jackson era così forte da non resistere un altro secondo ancora. Lui voleva sfiorare la spalla di Kahlan con le sue labbra ed assaporarla. Sapeva già che la sua pelle era candida e dolce, l'aveva baciata varie volte sulla guancia. Un bacio casto, un bacio fraterno. Tutto però stava cambiando, Jackson, Kahlan. Lei diventava ogni giorno sempre più bella e se a Jackson cambiò la voce e gli crebbero la barba e i peli nel petto, a lei il tempo rese il corpo e il viso sempre più desiderabili dagli uomini. Kahlan stava diventando ai suoi occhi peccaminosa e sensuale. L'attrazione che provava nei suoi confronti era così tale da fargli male ogni volta. Si era ormai dimenticato quante docce fredde faceva al giorno e quanta forza aveva nello starle accanto e non toccarla. Qualcosa però stava cambiando o forse semplicemente lo era già. Jackson sospirò, stava per alzarsi ed andare in bagno a farsi l'ennesima doccia fredda ma Kahlan attirò la sua attenzione. Ancora addormentata, si spostò verso di lui a pancia in su' mettendo in mostra sotto la camicia da notte bianca i seni candidi e vogliosi, il collo scoperto. I capezzoli erano turgidi, la sua bocca sensuale e il respiro affannato. Stava sognando qualcosa, o qualcuno. Jackson non riuscì più a frenarsi, la desiderava più di ogni altra cosa. Si spostò senza fare rumore verso di lei, a pochi centimetri dalla sua bocca, la stava per baciare, c'era quasi. Mancavano solo due centimetri a separare le sue labbra da quelle di Kahlan. Lei però emise un gemito e aprì gli occhi di scatto. Jackson indietreggiò immediatamente, imbarazzato. Kahlan era quasi riuscita a scoprire il suo segreto, lei non doveva esserne a conoscenza o lo avrebbe allontanato dalla sua vita e questo non l'avrebbe sopporto. Piuttosto lo avrebbe condotto alla morte.
- Che stavi sognando? Mi sono spaventato e stavo cercando di capire se respirassi. - fu la scusa più banale di sempre ma l'unica venuta in mente a Jackson. Lei sembrò imbarazzarsi diventando tutta rossa in volta.
- Nulla. - Kahlan si mise sulla difensiva. - Comunque grazie per esserti preoccupato. - Jackson annuì semplicemente e con passo svelto si rinchiuse in bagno. Era pronto a restare sotto il getto d'acqua fredda per anni e anni prima di riuscire a calmarsi. Quando Kahlan restò da sola, fece un sospiro di sollievo. Cosa aveva sognato? Di certo non poteva dirlo a Jackson perché era lui il protagonista di quel sogno violento e passionale. Kahlan era ancora sotto shock e ci vollero dei minuti per calmarsi. I pensieri peccaminosi che aveva avuto per il fratello restavano appunto un peccato grande. Non doveva farli, non dovevano neppure sfiorargli la mente. Ma cazzo se aveva goduto tra le mani di Jackson nei suoi sogni. L'aveva fatta sua più e più volte, facendole provare una serie di orgasmi mai avuti prima. Il modo poi in cui l'aveva sfiorata le aveva fatto perdere tutti i sensi e aveva toccato corde del suo corpo che non pensava neppure di avere. Ripensando al sogno fatto su Jackson, Kahlan si eccitò perdendo di nuovo il senno.
"Basta, ho bisogno di aria." Kahlan andò giù in veranda e prese una boccata di ossigeno. Doveva andare nel suo cervello e rimetterlo in sesto. Giurò a sé stessa quel giorno che mai più Jackson sarebbe rimasto a dormire nel suo letto.

Quando giunsero a scuola, nessuno dei due era a proprio agio. Anzi erano imbarazzati perché entrambi avevano avuto gli stessi pensieri e provato le stesse emozioni. Si salutarono con il cenno di una mano e ognuno andò in classe. A pranzo Jackson restò solo al tavolo mentre invece Kahlan sorrise e scherzò con le sue amiche. Quando fu sola con Piper, svuotò fuori il sacco su Jackson.
- La piccola e dolce Kahlan che fa sogni erotici su suo fratello. - Piper scosse la testa divertita.
- Non è mio fratello. - precisò Kahlan, come se questo bastasse a non farla sentire in colpa più di quanto non lo fosse già.
- Anche se è un figo da urlo, Jackson su carta è sempre tuo fratello. Non puoi Kahlan. -
- È figo? -
- Stai scherzando spero? Anche se sta sempre solo e non ha amici, questo non significa che le ragazze non lo notino o non lo desiderano. Piuttosto è alla pari con Steph nella lista dei desideri delle ragazze. - La famosa lista dei desideri delle ragazze era una stupida agenda dove le cheerleader prendevano appunti sui ragazzi più fighi della scuola e aggiungevano accanto al nome del ragazzo una foto, il numero di cellulare e un numero in centimetri. Kahlan provò una fitta di gelosia quando Piper gli confessò la cosa. Pensare che Jackson stesse lì, in quella lista, la face imbestialire. Lui era un bravo ragazzo, gentile, rispettoso e onesto. Non aveva mai preso in giro neppure una ragazza e mai si era approfittato di una di loro. Non meritava di stare in lista con tutti gli altri coglioni della scuola, compreso Steph. Kahlan lo sapeva bene.
- Jackson non è come quelli della lista, Piper. -
- È sempre un gran figo, tesoro. Piuttosto alle ragazze manca una foto sexy di Jackson, potresti procurarla tu, mentre magari esce dal bagno solo con l'asciugamano addosso? - "Che richiesta ridicola, non metterò mai Jackson all'asta." Pensò Kahlan, infuriata. Ma la sorprendente gelosia che provava non poteva di certo farla vedere alla sua amica.
- Ma da che parte stai? - le chiese.
- Dalla tua è ovvio, chi ti ha detto che condividerò la foto con le cheerleader? - Piper rise, lei era innamorata di Jackson dalle elementari e mai lo aveva confessato all'amica. Kahlan provò fastidio, ma accettò la proposta di Piper.
- D'accordo, stasera ti manderò la foto. - Il volto di Piper si illuminò, finalmente dopo anni in cui aveva visto Jackson sempre e solo con le felpe, avrebbe potuto ammirare gli addominali scolpiti su cui solo Kahlan dormiva la notte.

A fine lezione stavolta Jackson aspettò la sorella nel cortile della scuola per raggiungere casa. Quando finalmente la vide camminare verso di lui, l'imbarazzo prese il sopravvento. Si sentiva così fuori luogo nello starle accanto. Decise di farle un segno e di salire in macchina a calmarsi per poco prima che fosse salita anche lei.
- Ciao Jack, com'è andata oggi? - Kahlan sembrò tranquilla anche quando i suoi occhi incontrarono quelli di Jackson. Lui abbassò lo sguardo e mise in moto l'auto prima di uscire fuori dal cortile.
- Tutto bene, a te? -
- Bene dai, non mi lamento. -
- E il compito di italiano? -
- Ho preso una A. -
- Fantastico! - la conversazione cadde lì, nessuno dei due volle parlare così la radio prese il posto delle parole e continuò a suonare fino a quando non furono a casa. Kahlan andò ad ordinare le pizze e Jackson salì in camera per farsi una doccia, fredda. Era il momento​ giusto per scattare quella foto ma chissà perché qualcosa bloccò Kahlan dal farlo. Non voleva che la sua amica vedesse mezzo nudo Jackson, non voleva che nessun altro potesse ammirare la bellezza di suo fratello. Solo che le sembrò strano fare questi pensieri per la prima volta. Quel sogno l'aveva destabilizzata e doveva ritornare ad essere la Kahlan di prima quando fantasticava su Steph e nessun altro. Così presa di coraggio, afferrò il cellulare e andò in camera di Jackson che ormai era uscito dalla doccia. Quando lui si accorse di lei e si girò verso la sua direzione, a Kahlan cadde il cellulare dalle mani. Jackson se ne stava tutto bagnato con solo l'asciugamano a coprirgli la vita mentre dai capelli cadevano goccioline di acqua che si scontravano con le sue spalle muscolose e scendevano lente verso gli addominali scolpiti. Era pura sensualità. Kahlan sentì le guance andare in fiamme e come sbloccata da quell'incanto scappò via di corsa. Non poteva fare quei pensieri su Jackson, non era giusto.
- Kahlan! - urlò Jackson seguendo la sorella ancora in fuga.

FATAL LOVE  Où les histoires vivent. Découvrez maintenant