Capitolo 24

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Capitolo 24 - Fatal Love

Quando la porta si chiuse alle loro spalle, si ritrovarono in quello spazio piccolo ma confortevole: la camera di Kahlan. Zia May aveva offerto a Jackson la camera degli ospiti ma lui si era fermamente opposto perché voleva dormire nello stesso letto di Kahlan. Aveva bisogno di tenerla stretta a sé tutta la notte. Erano successe troppe cose quel giorno e Jackson voleva solo perdersi in lei e non pensare a nulla. Le rivelazioni sulla sua madre biologica lo avevano scioccato, inclusa la morte di Rule. Era a Portland da poche ore, ma il mondo si era di nuovo rivolto contro di loro. Jackson si sentiva amareggiato, confuso, deluso. Rule era una persona eccezionale, non doveva andare così, non in quel modo. Ripensò alle ultime parole di Rule e tremò.

Ho fatto il mio dovere e sono contento di aver aiutato te.

-Caspita.- sussurrò Jackson, reggendosi alla porta. Era sconvolto da quello che aveva compreso.
- Jackson, va tutto bene? - Kahlan era confusa, non tanto quanto Jackson. Lei, Rule lo conosceva da poco e aveva avuto il tempo di metabolizzare la notizia della madre di Jackson. Mentre invece lui era stato preso in pieno viso da un palo. Allora lei, che era vicina a letto, fece dei passi tremanti e lo raggiunse.
- Rule, Rule ha vissuto senza sua moglie per diversi anni perché aveva in sospeso qualcosa in questa vita. Doveva compiere un'azione buona e l'ha compiuta quando mi ha parlato su quell'aereo. È stata una coincidenza, ma non del tutto. Sono triste che lui sia andato via, ma felice perché adesso è insieme a sua moglie. Non oso immaginare come ha passato questi ultimi anni senza di lei, io soffoco se non ti ho vicina per un attimo. -
- Oh Jackson, pensa che adesso sono insieme e felici in qualche parte nel cielo.- Jackson sospirò, era stanco e aveva solo bisogno di prendersi una pausa da tutto quello che lo circondava. Le sue braccia si allungarono e si allacciarono alla vita di Kahlan attirandola a sé. Chiuse gli occhi e nascose il viso nell'incavo del suo collo respirando quel profumo buono e di casa che gli era mancato così tanto. Kahlan si aggrappò a lui, le braccia strette sul suo collo e la testa nascosta sul suo petto.
- Mi sei mancata così tanto, credevo di impazzire. - Jackson si strinse ancora di più a lei, i suoi occhi bruciavano. Poi singhiozzò.
- Amore...- sussurrò Kahlan, intrecciando le dita ai capelli corti di lui.
- Sshh. Adesso basta pensare a Rule, non voglio neppure parlare di mia madre.- Kahlan sentì le lacrime di Jackson bagnarle la pelle scoperta. Era preoccupata per lui, non l'aveva mai visto così vulnerabile e debole.
- Okay, tutto quello che vuoi. -
- Voglio perdermi in te, stare dentro di te mentre il mondo continua a girare ed io sto ancorato a te. Voglio te, Kahlan. Voglio te. - erano parole disperate, mosse da un desiderio viscerale che lo stava divorando dentro.
- Ti amo, Jackson. - I due amanti iniziarono a baciarsi, da prima in maniera dolce. Si studiavano, si lasciavano andare a quelle sensazioni che non provavano da giorni. Poi il bacio divenne più bollente, l'aria nella stanza si fece sempre più soffocante, ma loro non ci badarono. Bastava l'ossigeno che si scambiavano attraverso quei baci pieni di amore, sentimento e bisogno. La passione li travolse. Fecero l'amore con la bocca, facendo scontrare le loro lingue in una danza erotica e sensuale, mentre le loro mani esploravano altre terre. Jackson appoggiò la sua mano sul ventre piatto di Kahlan, mentre risaliva lentamente verso i seni, ormai turgidi e doloranti che imploravano solo di essere toccati, sfiorati e stuzzicati. Kahlan gemette sulla bocca di Jackson, quando lui iniziò a stuzzicarle un capezzolo. Conosceva bene quel corpo, sapeva cosa faceva impazzire Kahlan e come voleva essere toccata. Avevano fatto l'amore solo una volta, ma era come se si conoscevano da secoli. Il tocco di Jackson era bollente su quella pelle candida, Kahlan era già eccitata e bagnata. Desiderava Jackson più di qualsiasi cosa. Voleva che l'amasse come quella notte, sotto le stelle.
Quando non ebbero più abbastanza fiato, si staccarono. Allora le mani di lui fecero scivolare lentamente la maglietta di Kahlan, fino a sfilarla. Per fortuna non portava il reggiseno quel giorno, Jackson le era grato.
- Sei bellissima. - le disse con voce roca, prima di togliersi la maglietta e gettarsi di nuovo sulle labbra di lei. I loro petti si scontrarono, erano pelle contro pelle e Jackson sentiva i capezzoli di Kahlan, duri come la pietra, sfiorargli la pelle. Era così eccitato e desideroso di fare l'amore con lei, che non si ricordò neppure come avessero fatto a stendersi sul letto già nudi.
- Porca miseria, tu mi confondi. Cazzo, Kahlan, non sto pensando lucidamente. Mi fai impazzire. - lei inarcò la schiena quando delle mani birichine la sfiorarono al centro del suo piacere con fare esperto.
- Jackson, ti prego. - lo implorò. Ma lui si prese tutto il tempo del mondo.
- Devi capire come ci si sente ad impazzire, piccola. - Toccandola e guardandola dritta negli occhi mentre si contorceva dal piacere che lui le stava provocando, si dimenticò di tutto quello che quel giorno era successo. La sua attenzione era focalizzata su Kahlan e sul modo in cui voleva farla stare bene.
- Ti prego. - supplicò ancora Kahlan, sotto il possente corpo di lui. Ma Jackson non cedette, restò a fissarla per tutto il tempo che le sue mani la stuzzicarono. Le sue guance erano rosse, i capelli scompigliati e la bocca socchiusa mentre emetteva dei piccoli gemiti di piacere. Jackson la stava facendo impazzire con movimenti lenti e decisi. Lei era così bagnata e calda. Lui troppo duro. Era il momento.
- Sto impazzendo, ti prego, fammi venire.- supplicò ancora una volta lei, mentre lui rideva spensierato.
- Non ancora. - Allora non la torturò più con le mani, c'erano altre cose che erano pronte ad essere utilizzate. Kahlan inarcò di nuovo la schiena e si aggrappò alle sue spalle forti mentre entrava dentro di lei, lentamente, centimetro dopo centimetro.
- Dio, potrei morire per questo. -
- Jackson. - urlò Kahlan, quando la sua lunghezza le fu completamente dentro a riempirla. Lui le mise una mano in bocca e rise.
- Non urlare, piccola. Oppure zia May viene con il legno in mano e ci ammazza entrambi. - lei rise, un suono soffocato dai gemiti.
- Che allusione, Jack. -
- Da quanto in qua sei diventata così spigliata in queste cose? -
- Da quando amo te. - lui la fissò con amore, mentre le sue labbra si suggellarono in un bacio.
- Ora muoviti, oppure urlo e vedrai che cosa ti fa zia May. - Jackson ubbidì a Kahlan. Dimostrandole quanto l'amasse e quanto le fosse mancata, fece l'amore con lei per tutta la notte perdendo il conto di quanti orgasmi ebbero. Si addormentarono all'alba stanchi e sazi, completi e appagati. Insieme si sentirono finalmente immortali.

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