Capitolo 16

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Capitolo 16 - Fatal Love

Quando Kahlan si svegliò, aveva un forte mal di testa. Le sembrò che i suoi occhi non potessero più vedere nulla, invece c'era solo buio intorno a lei. Steph aveva pensato di rinchiuderla nel cofano della macchina così da non poter vedere dove stavano andando. Era assieme ad altri due suoi amici e i loro pensieri erano talmente privi di umanità da non poterli riportare. D'altro canto Kahlan aveva paura, stava pensando solo a Jackson. Era l'unico pensiero che la manteneva ancora lucida. Provò a muoversi ma le fu impossibile. Le avevano legato le mani dietro la schiena ed era imbavagliata. Sentì solo successivamente i dolori causati dalle corte, le facevano male le spalle e i polsi. Si accorse pure che non poteva muovere i piedi. Era in trappola e con lei c'erano 3 ragazzi pronti a farle quali atrocità. Sperò solo nella buona fede di Piper, nonostante l'avesse tradita era sempre la sua migliore amica. Non poteva finire così, non in quel modo. La sua mente andò a Jackson, privo di sensi a terra mentre perdeva sangue da chissà quale punto nel petto. Anche se fosse morta, Jackson doveva vivere. Lei era più che sicura che Piper non l'avrebbe lasciato lì. Lo amava troppo per poterlo lasciare morire. Ma adesso era il momento di pensare a come si fosse liberata. Era consapevole di essere rinchiusa in chissà dove, forse nel cofano di una macchina. I rumori del motore erano forti. In effetti stavano viaggiando, Steph la stava portando in un terreno che apparteneva alla sua famiglia. C'era una piccola casa ed era lì che stavano andando. Kahlan sarebbe stata sua in un modo o nell'altro, anche al costo di usare la forza. Quando la macchina si fermò, Kahlan si mise in guardia. Fu Steph ad avere l'onore di aprire il cofano e portarla dentro, ma lui fece male i calcoli. Con tutta la forza che aveva in corpo, Kahlan sferrò un calcio violento a Steph. Lui indietreggiò e lei alzò la testa per vedere dove fosse e chi aveva accompagnato Steph. Scorse due ragazzi, proprio quelli che erano al campeggio. Uno dei due venne verso di lei e rise.
- Adesso ci divertiamo. - Kahlan ebbe un brivido, quel tizio le metteva paura perché nei suoi occhi c'era un desiderio che a lei non faceva piacere. - Prendetela e portatela dentro. Devo darle una lezione. - ordinò Steph una volta che si fu ripreso. I due ragazzi presero Kahlan, lei cominciò ad agitarsi, cercando di liberarsi, ma era legata e le loro strette erano forti. Decise di risparmiare le forze per quando l'avrebbero in parte liberata. Doveva lottare con unghie e denti per uscire viva da lì.
- Bene, mettetela sul letto. - disse Steph, i ragazzi ubbidirono.
- Finalmente sei mia e sei nel mio letto.- Steph le tolse il bavaglio in bocca e lei potè parlare.
- Mi fai schifo! - poi iniziò ad urlare - Aiutatemi!! -
- Nessuno ti sente, piccola. Non c'è una casa abitata per miglia e miglia.-
- Sì, risparmia la voce per quando ti faremo urlare noi.-
- Ehi, Jason. Lei è mia, prendi tuo fratello​ e tornate a casa. Non vi voglio in mezzo ai piedi.- gli urlò Steph, ma Jason ed il fratello si accigliarono. Volevano condividere Kahlan.
- Perché fai così, amico? Abbiamo sempre condiviso le nostre ragazze. Che ha tanto di speciale questa puttana? -
- Non la dividerò con voi, siete degli animali! -
- Senti chi parla, ti fotti anche la spina della presa e ora non vuoi dividerla?-
- No, non ho intenzione di farlo. Adesso andate via!- I due fratelli non avevano intenzione di andarsene. Volevano Kahlan, anche al costo di uccidere Steph. Allora i tre ragazzi iniziarono a litigare tra loro e a menarsi, così Kahlan ne approfittò per cercare qualcosa che le permettesse di tagliare la corda. Trovò sul comodino un coltello, forse un taglierino e cercò di raggiungerlo. Tagliò la corda ai polsi e poi fu la volta di liberarsi le gambe. I ragazzi si erano azzuffati, i due fratelli stavano sopra Steph riempendolo di calci e pugni poco lontano dalla porta. Così lei approfittò del momento per scappare via di lì. Corse più veloce di tutta la sua vita, lontano da lì, lontano da quell'inferno. Era vero che non c'erano casa abitate in quel posto, eppure continuò a correre fino a quando non sentì delle sirene. In lontananza notò un'auto della polizia e cercò di attirare la sua attenzione. Il suo piano ebbe successo quando i poliziotti vennero a soccorrerla. Era salva e non solo. Vide un volto familiare: Piper. Corse verso di lei e le due amiche si abbracciarono.
- Jackson, come sta Jackson? - fu la prima cosa che Kahlan disse.
- È in ospedale in terapia intensiva, lo stanno operando. I medici non sanno se ce la farà. Il proiettile ha per poco mancato il cuore. -
- No, no, no! Io non posso perderlo. - Kahlan iniziò a piangere, l'idea di poter perdere Jackson stava diventando reale. Aveva paura che potesse morire.
- Kahlan, da dove sei scappata? I poliziotti hanno bisogno che tu gli dica dove trovare Steph e gli altri due.- Allora lei fece uno sforzo e gli indicò la strada poi rimase sola con Piper.
- Mi dispiace tanto Kahlan, non per te, ma per Jackson. Eri tu che dovevi essere in fin di vita, non lui. Non il mio amore. Ho denunciato Steph solo perché​ Jackson non mi avrebbe mai perdonata. Ed io ho bisogno del suo amore, ho bisogno di lui. Tu dovrai sparire dalla faccia della terra.- Kahlan alzò lo sguardo verso Piper e vide odio nei suoi occhi. Non era più sua amica, era diventata il suo peggior incubo.
- Ho chiamato i tuoi, hanno preso il primo aereo e stanno tornando. Quando Jackson sarà salvo, ti spediranno chissà dove. Erano furiosi quando ho detto loro di voi due. -

FATAL LOVE  Where stories live. Discover now