Capitolo 23

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Capitolo 23 - Fatal Love

La Ford Mustang di Rule ruggì mentre imboccarono il vialetto che portava alla casa di zia May. Quella macchina era stata per Jackson un colpo al cuore, aveva sempre adorato le macchine d'epoca e quella risaliva al 1965. Durante il viaggio Rule si era lasciato andare a delle confessioni e degli aneddoti che avevano fatto ridere Jackson, mettendolo di buon umore. Nonostante questo, aveva la sensazione che il destino voleva allontanarlo da Kahlan sempre di più. Si stava convincendo del fatto che loro due erano destinati ad avere una vita piena di torture e ripercussioni per il loro amore. Davanti al fato, Jackson si sentì impotente.
- Ragazzo mio, siamo quasi arrivati. Non avere quell'aria triste. - Rule lo portò alla realtà, sembrò conosce i suoi pensieri. Rule lo capiva.
- Sì, hai ragione. Ma non posso smettere di pensare a quante difficoltà abbiamo superato e chissà quante ancora dovremmo affrontare.- Rule sospirò, sapevo come si sentiva Jackson in quel momento perché anche lui e sua moglie avevano passato dei momenti tortuosi.
- Jackson, ascoltami. Tu sei un ragazzo fantastico e sono felice di averti aiutato in qualche modo, ma lascia che ti dica una cosa: nessuno, nessuno riuscirà a dividervi, neppure la morte. Mia moglie ed io abbiamo passato momenti bruttissimi, il mondo era contro di noi, eppure eccoci qui. Lei è lassù, ma io la sento sempre vicina al mio cuore. Ogni volta che mi addormento sento la sua testa appoggiata sul mio petto e il suo respiro caldo solleticarmi la pelle.- Rule fece una pausa, aveva il fiato corto e gli occhi iniziarono a bruciargli. Ma era forte e aveva superato la morte della moglie molti anni fa, quindi continuò a parlare a Jackson nella speranza che capisse di non abbandonare mai questa vita.
- Ci siamo trasferiti in una città nuova, dove nessuno ci conosceva. E poi ci siamo sposati di nascosto e abbiamo avuto un bambino.- Le parole gli morirono in bocca, mentre le lacrime iniziarono a scendergli sul viso pieno di rughe e di vita. - È morto all'età di 7 anni per un attacco cardiaco. Io lo sapevo che il mondo era contro di noi, ma un bambino! Mio figlio era un bambino innocente! Il fato non si fermò neppure davanti a questo. Ci regalò un'altra gioia, mia moglie era incinta e stavolta pensai che fosse quella giusta. Al quarto mese di gravidanza si sentì improvvisamente male e perse il bambino. Vedi, caro Jackson, io non l'abbandonai mai. L'amavo e il mio amore era più forte di tutto il resto. Se era questo ciò che il destino ci aveva riservato per andare contro tutti, lo accettammo. Eravamo insieme e questo bastò. Quindi, sii forte e non farti abbattere mai figliuolo da niente e da nessuno, lei ha bisogno di te ora più che mai.-
Jackson fermò la macchina perché la storia di Rule lo aveva commosso. Assomigliava molto alla sua di storia con Kahlan, ma erano ancora agli inizi e non voleva farla soffrire. Il punto però era un altro: insieme o lontani soffrivano allo stesso modo. Ma assieme potevano vincere contro ogni cosa e potevano amarsi come dovevano.
- Io...non ho parole, Rule. Mi dispiace moltissimo.-
- Non disperarti, io lo so che prima o poi la raggiungerò e sarà bellissimo. -
- Sì, sarà bellissimo. -
- Adesso vai, forza! Che aspetti? Vedo una casa in lontananza! - Jackson guardò oltre al punto in cui aveva indicato Rule e riconobbe la casa di zia May. Non era cambiata molto dopo tutti quegli anni, c'erano solo molte più piante e un grande orto. Accese la Mustang e accelerò di colpo. La casa divenne sempre più vicina, tanto da poter riuscire a distinguere ogni cosa, anche quel piccolo punti che sedeva sulle scale. Più si avvicinava, più quel puntino prendeva forma. Aveva delle ginocchia e delle braccia che le circondavano, aveva dei capelli, lunghi e scuri, e degli occhi azzurri e profondi come il mare: Kahlan. Quando Jackson prese coscienza che quel punto era proprio la sua amata, frenò di botto, facendo alzare un polverone da terra ma non se ne preoccupò. Uscì subito dalla macchina e corse verso di lei. Kahlan sorrise e gli andò in contro, infilando le sue braccia sul collo di lui. Le braccia di Jackson la circondarono in un abbraccio senza fine, caldo e familiare. Finalmente Kahlan si sentì a casa, perché Jackson era la sua dimora fissa, il posto in cui voleva abitare per il resto dei suoi giorni. Quando si staccarono di poco, Jackson posizionò la sua mano destra sul viso di lei e le lasciò un bacio sulle labbra umide. Fu dolce e passionale, bisognoso e voglioso.
- Mi sei mancata così tanto, piccola. - disse lui, mentre le sue labbra si staccarono e presero a baciarle tutto il collo.
- Sembra un sogno che tu sia qui.- rispose lei, ancora distratta e tremante.
- Sono qui, amore. Sono qui. Nessuno ci dividerà mai più, te lo prometto. - Kahlan si lasciò andare, mentre le sue lacrime iniziarono a scendere piano, rigandole il viso. Jackson sentì i suoi singhiozzi e ad un tratto alzò lo sguardo per guardarla negli occhi.
- Non piangere, piccola. - le sussurrò appoggiando la sua fronte su quella di Kahlan. Le loro labbra erano vicinissime e i nasi si sfiorarono un paio di volte.
- Jackson...- e Kahlan scoppiò di nuovo a piangere.
- Va tutto bene, è tutto okay. Sono qui, sei tra le mie braccia, al sicuro. -
- Non, non lasciarmi mai più. -
- Oh piccola. - Jackson la strinse ancora di più, cercando di confortarla ma si vedeva lontano un miglio quanto fosse sconvolta. Non c'era molto da fare, piano piano lei si sarebbe rilassata tra le sue braccia e avrebbe smesso di piangere. Kahlan aveva bisogno di sentirlo, di sentire quanto fosse vicino il suo cuore e come batteva per lei.
- Andrà tutto bene, andrà tutto bene. - le ripeté chiudendo gli occhi, forse per convincere più sé stesso che lei.
- Ehm, scusate. - Rule si intromise, entrando nel mondo che loro due avevano creato nel momento del loro incontro.
- Rule, scusami se non ti ho presentato, ma avevo una degna distrazione. - Jackson ridacchiò mentre Kahlan lasciò il petto di lui e fissò quell'uomo di mezza età con aria confusa.
- Kahlan, lui è Rule. Rule, lei è Kahlan.- si strinsero la mano, poi lei l'appoggiò sul petto di Jackson, restandogli appiccicata addosso come una calamita.
- Mi dispiace avervi interrotti ma credo che sia arrivato il momento di andare.- Rule e Jackson si guardarono complici, fino a quando qualcosa o qualcuno non attirò la loro attenzione. Zia May era sul portico ad osservare la scena con estrema cautela.
- May! - esclamò Rule, sorpreso.
- Rule! Rule Brow! - disse lei con un gran sorriso. Scese le scale e raggiunse tutti gli altri, accogliendo Rule in un abbraccio.
- Quanto tempo è passato vecchio mio! -
- May, ti trovo sempre in ottima forma.-
- Grazie grazie, e la tua signora? Come sta? -
- È morta, tempo fa. -
- Oh, mi dispiace tanto. Senti, ti va di fare quattro chiacchiere davanti ad un buon caffè? - May fece l'occhiolino a Rule, come per dire di lasciare un po' di privacy a quei due.
- Jackson, sono contenta tu sia qui. - detto questo, May e Rule si incamminarono verso casa e Jackson e Kahlan restarono da soli. Lei si strinse a lui cercando di tenersi aggrappata all'unica cosa bella che gli era rimasta.
- Sei così bella, Kahlan. - Jackson le sfiorò i capelli, accarezzandola dolcemente mentre lei si lasciava andare chiudendo gli occhi alle sue carezze.
- Sono stata così in pensiero, non volevo ti facessero del male, Jackson.-
- È stato più doloroso separarmi da te che qualsiasi altra tortura. Mille volte avrei preferito morire, piuttosto che essere lontano da te.-
- Anch'io avrei preferito essere torturata che stare lontana da te. Ho sofferto molto e...- Jackson la zittì, appoggiando l'indice sulle sue labbra.
- Sono qui, e ti amo. Ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo. -
- Jackson, ti amo anch'io. Molto più di quanto tu immagini, ma promettimi che nessuno ci separerà. Promettilo ancora una volta, non riesco ancora a crederci. -
- Te lo prometto, amore. Piuttosto mi farò uccidere se questo avverrà.-
- Ed io morirò con te, non posso vivere questa vita senza di te. -
- Adesso però pensiamo positivo, siamo di nuovo insieme e zia May è dalla nostra parte. L'unica, a parte Rule, che ci abbia mai aiutato veramente.-
- C'è un'altra persona, in realtà.-
- Dimmi chi, stento a crederci.- Kahlan si morse il labbro per agitazione, ma il coraggio si impossessò di lei perché Jackson meritava di sapere la verità sulla sua vera famiglia.
- Tua madre, Jackson. La tua vera madre.-
- Cos...? - sorpreso da quelle parole forti, Jackson si staccò dall'abbraccio e dovette reggersi grazie alla macchina. Si appoggiò su di essa e guardò a terra con uno sguardo vuoto e assente.
- L'ho conosciuta, sei così identico a lei.. pensa che tuo fratello flirtava con me. Il gene credo sia di famiglia.- ridacchiò un poco, sperando di far rallegrare Jackson.
- Quindi ho anche un fratello? -
- Sì, Jackson. Si chiama John.-
- E mia madre? -
- Betty. -
- Oddio, io non so cosa dire.- Kahlan si avvicinò ancora di più a Jackson, appoggiò le sue mani piccole e delicate sul suo volto sofferente e lo consolò.
- Non dire nulla, so che sei confuso adesso. Devi riposare e poi parleremo ancora di lei e di tuo fratello e ti racconterò ogni cosa. -
- Potrò conoscerla, vero? -
- Ma certo, basterà chiamarla e lei verrà qui. - Kahlan omise tanti altri dettagli di quella storia, perché le sembrò già troppo per lui digerire una notizia così pesante. Dopo anni e anni, Jackson aveva adesso la possibilità di conoscere la sua vera famiglia e tutti i segreti che lo riguardavano. Anche zia May aveva bisogno di dire la sua, poiché Jackson era stato dato in affidamento a sua sorella.
- Oh Kahlan, io sono cos..- ma le parole gli morirono in bocca quando zia May uscì disperata dalla porta. Piangeva e urlava.
- Aiutatemi! Rule sta male! - Jackson e Kahlan corsero subito dentro casa, cercando in qualche modo di dare il proprio contributo. Rule era steso a terra con una mano sul petto e l'altra tremante sul pavimento. Era caduto dalla sedia ed il caffè si era sparso sul tavolo cadendo irrimediabilmente su tutta la superficie. Kahlan andò subito a chiamare un'ambulanza, sperando che venisse in fretta. Jackson invece si gettò a terra accanto a Rule, prendendogli la testa tra le mani e sorregendola con le sue ginocchia.
- Rule! Rule! Mi senti? - urlò disperato. Rule aprì leggermente gli occhi e sorrise.
- Ragazzo mio. - parlò gracchiando - Sto bene, non preoccuparti. È giunta la mia ora, mia moglie sta vedendo a prendermi. -
- Che stai blaterando? Sta arrivando qualcuno per aiutarti. -
- No! Non ho bisogno di nessuno, Jackson. Ho fatto il mio dovere e sono contento di aver aiutato te. Sappi che ci sarò sempre per te, okay? Prenditi cura di lei e...- Rule tossì debolmente - ...della mia Mustang, trattala bene, è tua. -
- Rule, non dire così! Tu ti riprenderai!- ma Rule chiuse gli occhi e smise di respirare. La sua mano non stringeva più quella di Jackson, ma sul suo volto si era creata la smorfia di un sorriso. Rule aveva trovato la pace, sua moglie e il suo bambino. 

FATAL LOVE  Where stories live. Discover now