Capitolo 11

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"Mentre il Ministro cerca Harry Potter, lei può accomodarsi qui, signorina."

Tom, il vecchio e sdentato proprietario del Paiolo Magico mi fece strada lungo un corridoio stretto e buio per poi aprire la porta di quello che sembrava un salottino privato.

"Se le dovesse servire qualcosa...-l'oste fece un profondo inchino tirandosi dietro la porta- non esiti a chiamarmi."

"Grazie..." sospirai iniziando a guardarmi attorno: dovevo pur trovare qualcosa da fare nell'attesa.

Al centro della stanza, sopra ad un enorme e impolverato tappeto persiano, erano stati posizionati un tavolino d'ebano, due poltroncine molto simili a dei puf e una grande poltrona di un orribile verde pisello; di fronte alle varie poltrone, sul lato sinistro della stanza, invece si ergeva un grande camino di pietra (in quel momento spento) tutto sporco di fuliggine.

Nel complesso la stanza risultava spenta e squallida nonostante la grande finestra che si intravedeva nel fondo.

"Be'...- feci qualche passo- sediamoci." dissi accomodandomi sul bordo della poltrona più grande, quella di quel colore tremendo.

Stavo giusto per rincominciare a guardarmi attorno per la noia, quando, improvvisamente, la porta che si trovava proprio davanti ai miei occhi, si spalancò e dall'oscurità del corridoio comparve il mio caro amico Harry Potter.

Ancora estasiata dal fatto che avesse gonfiato la sua prozia, gli rivolsi uno dei miei soliti sorrisetti ammiccanti.

Harry sembrava confuso nel vedermi lì: pensava forse che lo avrei lasciato nei pasticci senza oppormi?

"Eleonora smettila di sorridere che non c'è nulla di divertente in questa situazione." borbottò il nonno togliendosi il cappotto per poi farmi cenno in malo modo di alzarmi e lasciargli la poltrona

Sbuffando mi drizzai e mi avvicinai al caminetto senza distogliere lo sguardo dagli occhi nervosi di Harry che non avevano fatto altro che fissarmi in quel breve lasso di tempo.

"Sono Cornelius Caramell, Harry. Il Ministro della Magia. La mia qui presente nipote ti avrà sicuramente parlato di me."

"Sì nonno, Harry sa chi sei."

Sapevo che entrambi stavamo pensando alla stessa cosa dall'occhiata che Harry mi lanciò attraverso i suoi occhiali rotondi: stavamo pensando all'anno precedente, quando, col mantello dell'invisibilità, Harry, Ron e io eravamo sgattaiolati da Hagrid per trovare risposte sull'erede di Serpeverde giusto qualche attimo prima che il nostro amico fosse portato ad Azkaban; e lì, nella capanna del guardiacaccia di Hogwarts, Harry aveva visto per la prima volta mio nonno.

Tom ricomparve con un vassoio con tè e tartine, lo posò sul tavolino d'ebano davanti a noi e, prima di uscire con l'ennesimo grande inchino, accese il fuoco nel caminetto che in pochi secondi iniziò a scoppiettare rumorosamente.

"Bene, Harry- disse il nonno iniziando a versare il tè- ci hai fatto prendere un bello spavento, lo ammetto. Scappare così da casa dei tuoi zii! Cominciavo a pensare...ma sei sano e salvo, e questa è la cosa importante.

Mi riavvicinai pensierosa al tavolino per prendere una delle tre tazze da tè.

Cosa aveva iniziato a pensare il nonno? E perché lui e mia madre sembravano così preoccupati?

Insomma, non poteva essere un questione di stato il caso di un ragazzino che gonfia la zia. Ma allora perché tutto quel trambusto?
Perché presentarsi di persona?
Il Ministro della Magia non avrebbe dovuto svolgere simili mansioni.

Il nonno imburrò una tartina e spinse il piatto verso il mio amico.

"Mangia, Harry, sembri un fantasma. Allora... ti farà piacere sapere che abbiamo risolto l'increscioso gonfiore della signora Marge Dursley. Due membri della squadra di Cancellazione della Magia Accidentale sono stati mandati a Privet Drive qualche ora fa. La signora è stata bucata e la sua memoria è stata modificata. Non ricorda nulla dell'incidente. È tutto, ed è finita bene."

La Stella Nell'oscurità 3 || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora