Capitolo 7

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Capitolo 7 - Mrs Styles 4

Finalmente arrivammo davanti casa di Elsie. Era un piccolo monolocale ed il quartiere era davvero molto tranquillo. Nessuno posto poteva essere sicuro per lei, ma qui mi piaceva. Aveva buon gusto, nonostante l'appartamento era molto piccolo. Credo che per lei bastasse, non era una ragazza estrosa o viziata, a lei piacevano le cose semplici e la sua casa me lo confermò. Quando entrammo dentro, una ventata del suo profumo mi travolse. Ogni cosa sapeva di lei, anche la foto con i suoi genitori e Holder attaccata al muro in soggiorno. Era l'unica, non ce n'erano altre. Il dolore era ancora parte della sua vita e credo che lo sarebbe stato per sempre. Elsie va nell'altra stanza mentre io chiudo la porta alle mie spalle. Mi sedetti sul divano ma una fitta al fianco mi fece risaltare. Con tutta l'adrenalina che avevo in corpo e il bacio con Elsie, mi ero completamente dimenticato di avere le nocche insanguinate e qualche dolorino qua e là. Mi sentivo anche stanco e avevo solo voglia di dormire. Non avrei toccato Elsie, non ora. Lei meritava più di una scopata di un'ora, meritava molto più di me. Eppure continuavo ad essere qui, con in mente l'idea di cambiare. Lei non sarebbe stata per me solo una cotta, né una notte di sesso. Lei meritava di essere amata e rispettata.
La vidi tornare con una scatola, si sistemò accanto a me e prese il disinfettante. Senza dirmi nulla afferrò una delle mie mani ed iniziò a curare le nocche. Bruciava sì, ma non in maniera esagerata.
- "Dove dormo?" -
- "Sul divano, ovvio." - mi rispose seria. Mi irrigidii perché le nocche mi facevano male e mi bruciavano.
- "Okay." - accettai in fine. Non sapevo bene cosa speravo accadesse o cosa speravo mi rispondesse. Ero un po' deluso.
-"Vado a prendere le coperte e torno subito."- Elsie ci stese un attimo, andò nell'altra stanza e tornò con le coperte. Poi mi fece segno di alzarmi dal divano e mi spostai dall'altro lato. Lei sembrò soddisfatta una volta che ebbe finito di sistemare tutto.
- "Ecco, fatto!"-
- "Allora buona notte." - le dissi poi. Cercai di provocarla ancora una volta, mi faceva impazzire il modo in cui reagiva. Mi tolsi la maglietta molto lentamente e cercai i suoi occhi. Mi stava fissando il corpo, deliziando ogni minimo particolare, soprattutto i miei tatuaggi. Elsie si morse il labbro ed io risi. Le piacevo, e anche tanto.
-"Vuoi dormire con me, Elsie?" - Lei sembrò risvegliarsi da quell'incanto e mi guardò male.
- "Notte, Harry." - Elsie andò via ed io rimasi per l'ennesima volta deluso. Mi tolsi i pantaloni e restai in boxer. Poi mi sdraiai e guardai il soffitto. Mi ero cacciato in un bel guaio e il pensiero che lei fosse lì e che solo un muro ci divideva, non mi fece chiudere occhio. Chissà cosa stava facendo e se stava dormendo o non ci riusciva come me. L'importante era che adesso potevo proteggerla da ogni cosa e mantenere la promessa fatta a Holder. Ma non potevo trattare Elsie come una sorella, perché sapevo riconoscere un sentimento fraterno da un sentimento d'amore. Facendo il paragone con ciò che provavo per mia sorella Sara, quello che sentivo per Elsie era ben altro. Ancora un po' confuso, ancora un po' strano, ancora un po' misterioso. Quel che sentivo era lì, a mezz'aria. L'unica cosa di cui ero certo, era solo una: non volevo più vivere senza di lei.
Mentre pensavo e ripensavo a quello che avrei fatto domani mattina quando si sarebbe svegliata e le avrei fatto trovare la colazione pronta, sentii dei passi. Erano piccoli e leggeri. Elsie stava andando verso la cucina ed era scalza per non farsi sentire da me. La luce era spenta, c'era solo buio, così ne approfittai per godermi la scena. Indossava solo una maglietta bianca e larga che le arrivava a metà coscia. Così vidi anche le sue gambe, toniche e perfette, le immaginai intorno alla mia vita mentre entravo in lei. Ma poi mi costrinsi a non fare questi pensieri perversi perché non sarei riuscito a controllarmi ed io volevo dimostrare a me stesso che non ero un donnaiolo e potevo fare a meno del sesso.
La vidi aprire lo sportello per prendere un bicchiere, ma era piccola e bassa a differenza di me e non riusciva a cogliere quell'oggetto nell'oscurità. Visto che non riuscii più a trattenermi, mi alzai e la raggiunsi, senza farle accorgere di nulla. Appoggiai la mia mano sulla sua e sentii il suo corpo irrigidirsi.
- "Ecco."- le dissi divertito. Bloccai il suo corpo tra il bancone e il mio, le feci sentire quanto la desiderassi e quanto sforzo stavo facendo per non portarla di là e darle piacere per tutta la notte. Lei continuò a restare ferma, ma sentivo la sua agitazione così le spostai i capelli dal collo ed iniziai a lasciarle dei baci. Speravo si rilassasse come poche ore fa era successo in macchina.
- "Hai dei brividi, è questo quello che senti quando ti tocco?" - così continuai a darle dei baci, stavolta furono umidi e ci soffiai sopra, perché sapevo che li aveva apprezzati la prima volta.
- "Harry, ti prego." - quasi geme.
- "Mi stai supplicando di smettere?"-
-"Harry..."- Elsie stava combattendo tra la voglia di cedere alle mia avance e la voglia di tornarsene in camera sua senza di me. Io sperai che tornasse in camera con me. Così mi feci sfacciato e glielo chiesi. Stavolta non avrebbe potuto dire di no.
- "Sicura di voler tornare di là da sola?"- Lei ci pensò su due volte, ma durante la notte la ragione dorme e da spazio all'irrazionalità. Quindi vinse il suo istinto, si fidò di me. Potevo benissimo farle fare qualsiasi cosa, avevo io il potere in mano. La presi in braccio e le morsi leggermente​ il labbro inferiore.
- "Non voglio far nulla, Elsie. Grazie per la fiducia, non ti toccherò."- lei annuì alle mie parole e si strinse a me. Era così semplice starle accanto, si fidava di chiunque, forse perché cercava quell'affetto che le era mancato. Ma io quella notte per la prima volta in vita mia, rispettai una donna. Elsie era un essere indifeso e fragile, volevo prendermene cura.
L'adagiai sul letto e la coprii, lei si strinse nella coperta e aspettò che mi sdraiassi pure io. Volevo starle lontano, sul serio. Mi sforzai di non toccarla e di lasciarla dormire in pace, ma davvero non so che mi prese. L'avvicinai al mio corpo e la feci appoggiare sul mio petto. Elsie respirò serena e sembrò veramente tranquilla. Così, con la consapevolezza che avrei potuto farmi male, chiusi gli occhi anch'io.
-"Sogni d'oro, Elsie."-

Tutto quello che non vi ho mai detto 4 | MRS STYLES SERIES Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora